Buongiorno
Il tempo e la ricerca di se stessi
Il blog di Vito Troilo
martedì 28 novembre 2017
9.56
Mi sono fermato per riflettere sulle parole pronunciate da Pierluigi Pardo, venerdì 24 novembre, nel corso della presentazione del suo primo romanzo intitolato "Lo stretto necessario" in quella cornice delle Vecchie Segherie Mastrototaro che è sempre più difficile riuscire a rappresentare, con gli strumenti che noi giornalisti utilizziamo solitamente, tanto è bella e congeniale al dialogo. Un luogo fatto per concedere alle persone il piacere di guardarsi negli occhi e tornare a conversare amabilmente.
Il bravo e simpatico telecronista sportivo e conduttore Mediaset, durante la gradevole e leggera chiacchierata col caporedattore di Sky Sport Giuseppe Simone, a un certo punto ha pescato dal cilindro una considerazione decisamente spiazzante e illuminante: «Ogni tanto è bello ritagliarsi del tempo per il solo piacere di perderlo» ha affermato il giornalista romano.
Ho subito pensato che Pardo non potesse esprimere meglio, in quel momento, l'esigenza di libertà e spensieratezza che è propria di ciascun essere umano. E ho avvertito la netta sensazione che fosse proprio quello il luogo ideale in cui frenare l'irruenza della nostra quotidianità spinta, schiacciata tra mille cose da fare e impegni ravvicinati da rispettare.
"Lo stretto necessario" non è altro che il risultato, eccellente, della ricerca di sé: mi sono interrogato su cosa rappresentasse il mio "stretto necessario" e l'ho trovato. Il libro è un avvincente appello rivolto al lettore a ritagliarsi, ogni tanto, un po' di tempo per il solo piacere di perderlo (e di perdersi), ritrovando nello scorrere della storia e nell'evoluzione delle vicende dei protagonisti lo spunto per scoprire cos'è diventato, oggi, "lo stretto necessario".
La definizione più adatta per il Mondadori Bookstore delle Vecchie Segherie Mastrototaro è forse quella di "contenitore di idee". Il dovere civile più alto dei nostri tempi è recuperare la passione per il confronto uscendo dal tritatutto dell'autoreferenzialità. Buonanotte.
Il bravo e simpatico telecronista sportivo e conduttore Mediaset, durante la gradevole e leggera chiacchierata col caporedattore di Sky Sport Giuseppe Simone, a un certo punto ha pescato dal cilindro una considerazione decisamente spiazzante e illuminante: «Ogni tanto è bello ritagliarsi del tempo per il solo piacere di perderlo» ha affermato il giornalista romano.
Ho subito pensato che Pardo non potesse esprimere meglio, in quel momento, l'esigenza di libertà e spensieratezza che è propria di ciascun essere umano. E ho avvertito la netta sensazione che fosse proprio quello il luogo ideale in cui frenare l'irruenza della nostra quotidianità spinta, schiacciata tra mille cose da fare e impegni ravvicinati da rispettare.
"Lo stretto necessario" non è altro che il risultato, eccellente, della ricerca di sé: mi sono interrogato su cosa rappresentasse il mio "stretto necessario" e l'ho trovato. Il libro è un avvincente appello rivolto al lettore a ritagliarsi, ogni tanto, un po' di tempo per il solo piacere di perderlo (e di perdersi), ritrovando nello scorrere della storia e nell'evoluzione delle vicende dei protagonisti lo spunto per scoprire cos'è diventato, oggi, "lo stretto necessario".
La definizione più adatta per il Mondadori Bookstore delle Vecchie Segherie Mastrototaro è forse quella di "contenitore di idee". Il dovere civile più alto dei nostri tempi è recuperare la passione per il confronto uscendo dal tritatutto dell'autoreferenzialità. Buonanotte.