Buongiorno
La città perfetta e la città reale
Il blog di Vito Troilo
martedì 3 gennaio 2017
12.44
Mariolina De Toma, la mia indimenticabile insegnante di storia e filosofia al liceo (donna di grande simpatia cui auguro ancora tanti anni di buona salute), sarà contenta. In queste prime ore del nuovo anno ho intravisto una vaga analogia fra Bisceglie e Utopia, la città ideale descritta dal filosofo Tommaso Moro (meglio: Thomas More) nel XVI secolo. Il grande umanista inglese strutturò in due libri la più dirompente e rappresentativa espressione del suo pensiero: "La città reale" e "La città perfetta".
La lettura di quelle pagine, facile intuirlo, provocò in me il rafforzamento di quelle convinzioni socialiste che mai potrei rinnegare. Sono una persona profondamente radicata nell'idea, inesistente nel concreto (nel senso che in Europa non c'è una forza politica o elettorale con questi fondamenti e la cosa che più le si avvicina è Die Linke in Germania), che il socialismo sia e resterà per sempre di gran lunga il migliore modello di autogoverno dell'umanità. Con le condizioni indispensabili (questa l'originalità) che non lo si debba imporre a nessuno ma soprattutto che quelli che non la pensano come me sono liberissimi di avere un'altra opinione e meritano rispetto: comprenderete perciò la mia netta distanza dai radical-chic…
Perché il paragone Bisceglie-Utopia?
Semplice. Consultando i social network è possibile imbattersi nella dettagliata, accurata e particolareggiata descrizione di una città perfetta: la concordia, la civiltà, il bene comune sono le parole chiave di questo racconto, declinato con l'evidente intenzione di veicolare impressioni positive, in un contesto nel quale tutto appare funzionare e funzionale… Talvolta accade di trovarsi, a stretto contatto visivo fra un post e l'altro, di fronte al contrasto col ritratto di una città reale: immagini, fatti, considerazioni che smentiscono categoricamente l'intero contenuto (o quasi) della precedente narrazione.
L'acredine fra i più accesi sostenitori delle due visioni di città è da tempo molto elevata e ha dato origine a viscerali antipatie personali, che coinvolgono i mezzi di comunicazione. Impropriamente, perché il ruolo dei media (quelli liberi e indipendenti, che ciascun lettore sa ben distinguere) è informare, non parteggiare. «Con tutti o contro tutti, secondo verità» è la frase spesso evocata dall'ex direttore di Superbasket Franco Montorro che ho più volte utilizzato per spiegare in breve quale fosse il mio concreto concetto di giornalismo.
Porzioni numericamente sempre meno trascurabili di cittadini biscegliesi hanno imbeccato a tutta velocità la china dell'irragionevolezza: per queste persone (e ce ne sono su entrambe le barricate), l'analisi dei fatti e il buon senso si possono piegare alla convenienza della propria parte e chi non la pensa come loro sicuramente è stato ammansito dagli "altri"…
Se avessero letto "Utopia" si sarebbero resi conto del perché certi giornalisti sguazzano spensierati nella libertà più assoluta di chi non ha mai chiesto nulla: "Ed è più facile che uno spirito fiero scelga di fare il ladro anziché il mendicante". Buonanotte.
La lettura di quelle pagine, facile intuirlo, provocò in me il rafforzamento di quelle convinzioni socialiste che mai potrei rinnegare. Sono una persona profondamente radicata nell'idea, inesistente nel concreto (nel senso che in Europa non c'è una forza politica o elettorale con questi fondamenti e la cosa che più le si avvicina è Die Linke in Germania), che il socialismo sia e resterà per sempre di gran lunga il migliore modello di autogoverno dell'umanità. Con le condizioni indispensabili (questa l'originalità) che non lo si debba imporre a nessuno ma soprattutto che quelli che non la pensano come me sono liberissimi di avere un'altra opinione e meritano rispetto: comprenderete perciò la mia netta distanza dai radical-chic…
Perché il paragone Bisceglie-Utopia?
Semplice. Consultando i social network è possibile imbattersi nella dettagliata, accurata e particolareggiata descrizione di una città perfetta: la concordia, la civiltà, il bene comune sono le parole chiave di questo racconto, declinato con l'evidente intenzione di veicolare impressioni positive, in un contesto nel quale tutto appare funzionare e funzionale… Talvolta accade di trovarsi, a stretto contatto visivo fra un post e l'altro, di fronte al contrasto col ritratto di una città reale: immagini, fatti, considerazioni che smentiscono categoricamente l'intero contenuto (o quasi) della precedente narrazione.
L'acredine fra i più accesi sostenitori delle due visioni di città è da tempo molto elevata e ha dato origine a viscerali antipatie personali, che coinvolgono i mezzi di comunicazione. Impropriamente, perché il ruolo dei media (quelli liberi e indipendenti, che ciascun lettore sa ben distinguere) è informare, non parteggiare. «Con tutti o contro tutti, secondo verità» è la frase spesso evocata dall'ex direttore di Superbasket Franco Montorro che ho più volte utilizzato per spiegare in breve quale fosse il mio concreto concetto di giornalismo.
Porzioni numericamente sempre meno trascurabili di cittadini biscegliesi hanno imbeccato a tutta velocità la china dell'irragionevolezza: per queste persone (e ce ne sono su entrambe le barricate), l'analisi dei fatti e il buon senso si possono piegare alla convenienza della propria parte e chi non la pensa come loro sicuramente è stato ammansito dagli "altri"…
Se avessero letto "Utopia" si sarebbero resi conto del perché certi giornalisti sguazzano spensierati nella libertà più assoluta di chi non ha mai chiesto nulla: "Ed è più facile che uno spirito fiero scelga di fare il ladro anziché il mendicante". Buonanotte.