Buongiorno
La sconfitta di una città
Bisceglie escluso dalla C: se ci sono delle responsabilità, allora si individuino in fretta
venerdì 12 luglio 2019
18.49
La mancata riammissione del Bisceglie calcio nel campionato di Serie C è una tegola pesantissima sulla testa e una sconfitta per la città, che non vive certo il suo momento migliore, per tutta una serie di ragioni e situazioni concomitanti. L'avevamo temuto, in questi giorni, ma al tempo stesso esorcizzato raccontando i passi compiuti con fiducia sul mercato per allestire la squadra in attesa di una buona notizia che, purtroppo, non è arrivata.
Un dato è evidente: lo stadio "Gustavo Ventura", secondo quanto venuto fuori durante la riunione di venerdì del consiglio federale, non è stato adeguato agli standard imposti della Lega Pro. Qualcosa non ha funzionato, qualcuno ha sbagliato e sarà necessario individuare in fretta il responsabile (o i responsabili) di tutto ciò.
Perché, una volta tanto, capire chi ha causato questa clamorosa esclusione sia utile a fare in modo che cose del genere, a Bisceglie, non accadano mai più.
Non è accettabile - qualunque sia il giudizio sui comportamenti di Nicola Canonico - che il proprietario di una società sportiva perda il diritto a partecipare a un torneo professionistico, con tutte le ripercussioni economiche positive per la città in un'annata nella quale sarebbe stata allestita una squadra competitiva e il carnet delle formazioni avversarie avrebbe garantito introiti di rilievo persino dai tifosi ospiti, per motivazioni che non hanno niente a che vedere con lo sport o con la gestione finanziaria del club.
Si materializza il paradosso di un sodalizio sano, virtuoso e solido impossibilitato a fare la C dall'inadeguatezza dell'impianto di gioco. Non resta che augurarsi, tutti, una risoluzione positiva della vicenda con l'accoglimento del ricorso che il Bisceglie sta preparando e il suo inserimento come sessantesima formazione in organico.
Quanto all'immagine della città, purtroppo, se non riuscire a fornire un forte supporto finanziario all'impresa di un imprenditore esterno è umano, non saperlo mettere neppure nelle condizioni di fare calcio in un campo omologato è sconfortante. Questo è un giorno nero per Bisceglie, comunque la si voglia vedere.
© riproduzione riservata
Un dato è evidente: lo stadio "Gustavo Ventura", secondo quanto venuto fuori durante la riunione di venerdì del consiglio federale, non è stato adeguato agli standard imposti della Lega Pro. Qualcosa non ha funzionato, qualcuno ha sbagliato e sarà necessario individuare in fretta il responsabile (o i responsabili) di tutto ciò.
Perché, una volta tanto, capire chi ha causato questa clamorosa esclusione sia utile a fare in modo che cose del genere, a Bisceglie, non accadano mai più.
Non è accettabile - qualunque sia il giudizio sui comportamenti di Nicola Canonico - che il proprietario di una società sportiva perda il diritto a partecipare a un torneo professionistico, con tutte le ripercussioni economiche positive per la città in un'annata nella quale sarebbe stata allestita una squadra competitiva e il carnet delle formazioni avversarie avrebbe garantito introiti di rilievo persino dai tifosi ospiti, per motivazioni che non hanno niente a che vedere con lo sport o con la gestione finanziaria del club.
Si materializza il paradosso di un sodalizio sano, virtuoso e solido impossibilitato a fare la C dall'inadeguatezza dell'impianto di gioco. Non resta che augurarsi, tutti, una risoluzione positiva della vicenda con l'accoglimento del ricorso che il Bisceglie sta preparando e il suo inserimento come sessantesima formazione in organico.
Quanto all'immagine della città, purtroppo, se non riuscire a fornire un forte supporto finanziario all'impresa di un imprenditore esterno è umano, non saperlo mettere neppure nelle condizioni di fare calcio in un campo omologato è sconfortante. Questo è un giorno nero per Bisceglie, comunque la si voglia vedere.
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