Buongiorno
La scuola resiliente e una politica non all'altezza
Confusione in Puglia sulla didattica a distanza o in presenza
giovedì 5 novembre 2020
Non sono trascorse che tre settimane dall'apparizione, sui social, di una foto ritraente degli alunni di scuola primaria nel corso di una lezione all'aria aperta, a pochi passi dalla riva del mare di Bisceglie benché adeguatamente distanziati fra loro. Una bella iniziativa, senza dubbio, quella assunta dalle insegnanti della classe in questione.
Eppure sembra passato un secolo da quel momento. Spiace prendere atto, meno di un mese dopo quell'episodio, dello stato confusionale in cui versa, suo malgrado, l'istituzione scolastica sul territorio pugliese. La responsabilità, in questo caso, è tutta di una politica che dà la netta impressione di non essere nemmeno lontanamente all'altezza della situazione.
Gli psicologi hanno da tempo lanciato l'allarme sulle ripercussioni, in termini di carenze affettive (mi si passi la banalizzazione), cui intere generazioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi rischiano di andare incontro. Ragionandoci su mi sono chiesto quale immenso valore, a dispetto di ciò che ho pensato all'inizio, rivesta quella matttinata al mare vissuta il 14 ottobre agli occhi degli scolari, soprattutto alla luce delle incertezze sul loro futuro prossimo.
Secondo il Governo, gli studenti pugliesi delle primarie e delle scuole secondarie di primo grado (ovvero di "elementari" e "medie inferiori") dovranno tornare a fare didattica in presenza a partire da venerdì 6 novembre.
Il presidente della Regione Michele Emiliano e l'assessore alla sanità Pier Luigi Lopalco si sono affrettati, al contrario, a far sapere che resteranno in vigore le loro disposizioni secondo cui la didattica in presenza è stata abolita per tutte le classi d'insegnamento salvo eccezioni riguardanti gli alunni con esigenze specifiche, che a loro volta possono fare lezione in classe con una quota ridotta di compagni (ragione per cui alcuni istituti si sarebbero già mossi prevedendo un tetto massimo del 25% degli studenti di una classe presenti fisicamente a scuola).
«Esistono maestre come Chiara Cassanelli e Giusi Camero che hanno fatto della resilienza una prerogativa di vita e che guardano il mondo dall'altezza dei bambini» ho letto in quel post di metà ottobre che accompagnava la foto dei bambini a lezione davanti al mare di Bisceglie. La politica, a giudicare da quello che accade, non si sforza di guardare il mondo dall'altezza dei bambini. La superficialità, la faciloneria, la sufficienza e la scarsa considerazione con le quali si continua a trattare la scuola da ultima ruota del carro - in Italia e soprattutto in Puglia - costituiscono la "cifra" di una classe dirigente cui è fin troppo semplice immaginare quale voto darebbero le due eccellenti insegnanti biscegliesi.
Eppure sembra passato un secolo da quel momento. Spiace prendere atto, meno di un mese dopo quell'episodio, dello stato confusionale in cui versa, suo malgrado, l'istituzione scolastica sul territorio pugliese. La responsabilità, in questo caso, è tutta di una politica che dà la netta impressione di non essere nemmeno lontanamente all'altezza della situazione.
Gli psicologi hanno da tempo lanciato l'allarme sulle ripercussioni, in termini di carenze affettive (mi si passi la banalizzazione), cui intere generazioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi rischiano di andare incontro. Ragionandoci su mi sono chiesto quale immenso valore, a dispetto di ciò che ho pensato all'inizio, rivesta quella matttinata al mare vissuta il 14 ottobre agli occhi degli scolari, soprattutto alla luce delle incertezze sul loro futuro prossimo.
Secondo il Governo, gli studenti pugliesi delle primarie e delle scuole secondarie di primo grado (ovvero di "elementari" e "medie inferiori") dovranno tornare a fare didattica in presenza a partire da venerdì 6 novembre.
Il presidente della Regione Michele Emiliano e l'assessore alla sanità Pier Luigi Lopalco si sono affrettati, al contrario, a far sapere che resteranno in vigore le loro disposizioni secondo cui la didattica in presenza è stata abolita per tutte le classi d'insegnamento salvo eccezioni riguardanti gli alunni con esigenze specifiche, che a loro volta possono fare lezione in classe con una quota ridotta di compagni (ragione per cui alcuni istituti si sarebbero già mossi prevedendo un tetto massimo del 25% degli studenti di una classe presenti fisicamente a scuola).
«Esistono maestre come Chiara Cassanelli e Giusi Camero che hanno fatto della resilienza una prerogativa di vita e che guardano il mondo dall'altezza dei bambini» ho letto in quel post di metà ottobre che accompagnava la foto dei bambini a lezione davanti al mare di Bisceglie. La politica, a giudicare da quello che accade, non si sforza di guardare il mondo dall'altezza dei bambini. La superficialità, la faciloneria, la sufficienza e la scarsa considerazione con le quali si continua a trattare la scuola da ultima ruota del carro - in Italia e soprattutto in Puglia - costituiscono la "cifra" di una classe dirigente cui è fin troppo semplice immaginare quale voto darebbero le due eccellenti insegnanti biscegliesi.