Buongiorno
Le baraccopoli mentali
Il blog di Vito Troilo
sabato 10 febbraio 2018
11.22
Lascia davvero sgomenti, il titolo utilizzato da SoloLecce per riportare le dichiarazioni di Nicola Canonico in sala stampa al termine del match di venerdì sera fra Bisceglie e Lecce.
Non è nostro costume, di solito, commentare il lavoro altrui ma in questo caso correremo il rischio di sembrare insolenti: «Gioca in uno stadio che è una "baraccopoli" ma protesta pure» è un'espressione infelice, una cattiveria gratuita che non rende giustizia alla riconosciuta professionalità della stragrande maggioranza dei giornalisti salentini.
Quale utilità avrebbero titoli e dichiarazioni del genere è lecito domandarselo, riflettendo sulla netta distanza tra la realtà dei fatti e il racconto. Oltre 300 sostenitori giallorossi, in ogni caso, hanno acquistato i tagliandi per recarsi in "baraccopoli". La chiusura del settore ospiti, unico vero cruccio di una tranquilla serata di sport, non l'ha certo decisa Nicola Canonico, massimo dirigente di una società appena tornata nel professionismo, espressione di una città nella quale si fa calcio ininterrottamente dal 1913 e mai è accaduto, in 105 anni di storia, di essere retrocessi per illecito sportivo.
Il "Gustavo Ventura", impianto vetusto ma non meno del "Via del mare" (aperto nel 1966), sarà gradualmente sottoposto a ulteriori miglioramenti nel corso del tempo, come peraltro è successo alla struttura del capoluogo leccese, incrementata in capienza nel 1985 a seguito della prima promozione della formazione salentina in Serie A. Ci auguriamo che nessun giornalista, magari del nord, abbia mai definito "baraccopoli" quell'impianto, perché altrimenti non sapremmo come spiegarlo ai colleghi di SoloLecce.
Possiamo solo confidare, per il bene della gloriosa squadra che seguono, che il Lecce salga in B e loro non siano più costretti a tornare a Bisceglie, scusandoci ancora per essere stati poco ospitali. Se una baraccopoli può essere trasformata in un gioiellino col lavoro e con la pazienza, pare più difficile smantellare certe ostinate baraccopoli mentali. Buonanotte.
Non è nostro costume, di solito, commentare il lavoro altrui ma in questo caso correremo il rischio di sembrare insolenti: «Gioca in uno stadio che è una "baraccopoli" ma protesta pure» è un'espressione infelice, una cattiveria gratuita che non rende giustizia alla riconosciuta professionalità della stragrande maggioranza dei giornalisti salentini.
Quale utilità avrebbero titoli e dichiarazioni del genere è lecito domandarselo, riflettendo sulla netta distanza tra la realtà dei fatti e il racconto. Oltre 300 sostenitori giallorossi, in ogni caso, hanno acquistato i tagliandi per recarsi in "baraccopoli". La chiusura del settore ospiti, unico vero cruccio di una tranquilla serata di sport, non l'ha certo decisa Nicola Canonico, massimo dirigente di una società appena tornata nel professionismo, espressione di una città nella quale si fa calcio ininterrottamente dal 1913 e mai è accaduto, in 105 anni di storia, di essere retrocessi per illecito sportivo.
Il "Gustavo Ventura", impianto vetusto ma non meno del "Via del mare" (aperto nel 1966), sarà gradualmente sottoposto a ulteriori miglioramenti nel corso del tempo, come peraltro è successo alla struttura del capoluogo leccese, incrementata in capienza nel 1985 a seguito della prima promozione della formazione salentina in Serie A. Ci auguriamo che nessun giornalista, magari del nord, abbia mai definito "baraccopoli" quell'impianto, perché altrimenti non sapremmo come spiegarlo ai colleghi di SoloLecce.
Possiamo solo confidare, per il bene della gloriosa squadra che seguono, che il Lecce salga in B e loro non siano più costretti a tornare a Bisceglie, scusandoci ancora per essere stati poco ospitali. Se una baraccopoli può essere trasformata in un gioiellino col lavoro e con la pazienza, pare più difficile smantellare certe ostinate baraccopoli mentali. Buonanotte.