Buongiorno
Nessuno tocchi Bettino
Il blog di Vito Troilo
venerdì 19 gennaio 2018
10.03
Sono già passati diciotto anni. Il 19 gennaio del 2000 l'Italia ha perso uno dei suoi personaggi storici senza dubbio più controversi ma soprattutto un grande statista: Bettino Craxi.
Questo blog non sarà l'ennesimo inutile riassunto delle sue disavventure giudiziarie né il tentativo di convincere chi lo ha poco sopportato in vita a rivalutarne l'azione politica in una fase particolarmente delicata, contrassegnata in Italia dalla follia degli opposti terrorismi e dalla rigida divisione dell'Europa e del mondo in due aree di influenza.
Se fossi stato maggiorenne negli anni '80 avrei votato socialista, specie dal 1984 in poi. Resistere al fascino di Bettino mi sarebbe stato impossibile, considerando il livello non eccezionale dei competitors dell'epoca.
Una parte rilevante di questo paese, purtroppo spesso identificata con l'elettorato che un tempo fu del glorioso Pci, ha demonizzato Craxi sfruttando l'onda lunga di Tangentopoli. Ho sempre avuto la netta sensazione che colpendo il leader socialista molti italiani scaricassero, con le loro frustrazioni personali, anche gran parte delle ambizioni future, rimproverando al politico milanese un mix ritenuto evidentemente eccessivo di egoismo e aspirazioni.
«Se progetti deliberatamente di essere meno di quello che sei capace di essere, allora ti avviso che sarai infelice per il resto della tua vita» ha scritto lo psicologoco statunitense Abraham Maslow. Bettino Craxi, al netto delle vicende che l'hanno riguardato, meriterebbe l'intitolazione di una via in ogni comune d'Italia, compreso Bisceglie. Se e quando qualcuno dovesse presentare una petizione in tal senso la mia firma in calce non mancherà. Perché un capo di governo italiano che punta le armi dei suoi militari contro l'esercito più potente del mondo per difendere i confini del paese forse non nascerà più. Nessuno tocchi Bettino. Buonanotte.
Questo blog non sarà l'ennesimo inutile riassunto delle sue disavventure giudiziarie né il tentativo di convincere chi lo ha poco sopportato in vita a rivalutarne l'azione politica in una fase particolarmente delicata, contrassegnata in Italia dalla follia degli opposti terrorismi e dalla rigida divisione dell'Europa e del mondo in due aree di influenza.
Se fossi stato maggiorenne negli anni '80 avrei votato socialista, specie dal 1984 in poi. Resistere al fascino di Bettino mi sarebbe stato impossibile, considerando il livello non eccezionale dei competitors dell'epoca.
Una parte rilevante di questo paese, purtroppo spesso identificata con l'elettorato che un tempo fu del glorioso Pci, ha demonizzato Craxi sfruttando l'onda lunga di Tangentopoli. Ho sempre avuto la netta sensazione che colpendo il leader socialista molti italiani scaricassero, con le loro frustrazioni personali, anche gran parte delle ambizioni future, rimproverando al politico milanese un mix ritenuto evidentemente eccessivo di egoismo e aspirazioni.
«Se progetti deliberatamente di essere meno di quello che sei capace di essere, allora ti avviso che sarai infelice per il resto della tua vita» ha scritto lo psicologoco statunitense Abraham Maslow. Bettino Craxi, al netto delle vicende che l'hanno riguardato, meriterebbe l'intitolazione di una via in ogni comune d'Italia, compreso Bisceglie. Se e quando qualcuno dovesse presentare una petizione in tal senso la mia firma in calce non mancherà. Perché un capo di governo italiano che punta le armi dei suoi militari contro l'esercito più potente del mondo per difendere i confini del paese forse non nascerà più. Nessuno tocchi Bettino. Buonanotte.