Buongiorno
Non è vero che non guarisce mai nessuno
Un chiarimento essenziale sulla (mancata) ricezione di alcuni dati
domenica 22 novembre 2020
11.45
Il titolo potrebbe sembrare scontato ma temo non lo sia. Mi sia concesso utilizzarlo al fine di spiegare ai lettori il motivo per cui talvolta può sembrare che dal Covid non guarisca mai nessuno, a Bisceglie come in qualsiasi altra città italiana.
I giornali - è giusto tenerne conto sempre - ricevono dati ufficiali, se ne procurano altri attraverso varie modalità, "scavano" le notizie, valutano e verificano le voci, raccolgono testimonianze, raccontano ciò che accade, sollevano interrogativi e pongono temi all'attenzione del pubblico e della comunità. È decisamente il momento di puntualizzare alcuni aspetti di quest'emergenza epidemiologica.
A scanso di equivoci è giusto ribadire quanto dovrebbe essere sottinteso e invece qualcuno sembra non aver ancora compreso (o non voler comprendere): il dato riguardante gli "attualmente positivi" è una cifra con la quale le amministrazioni intendono specificare quante persone a loro risultino ancora essere contagiate dal virus nel momento in cui è effettuata la rilevazione. Non corrisponde in alcun modo al totale delle persone che hanno avuto a che fare col Covid dall'inizio della pandemia in un determinato territorio: quel dato, purtroppo, è ormai diventato complicatissimo da ricostruire. Non è, perciò, cumulativo: i nominativi di coloro che guariscono e si negativizzano escono semplicemente dagli elenchi.
La criticità del sistema, semmai, è racchiusa tutta nell'inspiegabile mancato conteggio dei negativizzati. Non comunicare quello specifico dato alle amministrazioni - che a loro volta non sono in grado di renderlo noto ai giornalisti perché non ce l'hanno - alimenta nei lettori l'errata sensazione che non guarisca mai nessuno. È evidente che se si potesse rende pubblico, volta per volta, quanti nuovi positivi si sono aggiunti e quante persone invece non lo sono più i cittadini comprenderebbero molto meglio l'andamento della situazione. Questo, purtroppo, non è mai accaduto e se nella prima fase della pandemia era plausibile che chi si occupa di comunicare i dati riuscisse a scartabellare fra gli elenchi con poche decine di nominativi da mettere a confronto, oggi è un'impresa titanica pensare di farlo su una base, per esempio, di 399 attualmente positivi come nel caso di Bisceglie. È ragionevole considerare che qualche fisiologica inesatezza possa verificarsi ma nell'ordine di poche unità. La sostanza di una tendenza al forte incremento dei casi in città è innegabile e bisognerà pazientare per assistere a una discesa repentina di quel dato.
Continuano intanto a giungere numerose le segnalazioni - specie in forma privata, com'è giusto che sia - di enormi difficoltà nelle comunicazioni e nei rapporti con gli enti preposti alla gestione dell'emergenza: un compito indubbiamente e onestamente arduo.
Sono molte le lamentele a proposito della crescente irreperibilità telefonica, complice un incremento del numero di chiamate ai numeri presposti; sono tanti coloro che raccontano di attendere da troppi giorni la possibilità di sottoporsi al tampone persino in presenza di sintomi oltre che in seguito al riscontro di un contatto stretto con positivi; c'è chi a distanza di oltre una settimana non conosce ancora il risultato del test effettuato; decine di persone per fortuna asintomatiche aspettano invano il tampone per la verifica dell'avvenuta negativizzazione.
Il quadro è piuttostro critico: nasconderselo non avrebbe senso, sminuirne i toni risulterebbe ipocrita tanto quanto ingigantirli. È nostro dovere mantenere la sobrietà nell'impostazione del notiziario, vagliare ciò che sottoponiamo all'attenzione di decine di migliaia di lettori, descrivere con circospezione e accuratezza i fatti rilevanti. Giusto però chiarire che il mancato aggiornamento del numero di persone che non sono più positive al Covid - circostanza che si verifica ovunque - non consente di incrementare il flusso di informazioni utili ai lettori per meglio interpretare quello che accade.
In una fase nella quale purtroppo si legge tutto e il contrario di tutto, resta inaccettabile l'ostinato negazionismo come il tentativo di minimizzazione della pandemia da parte di qualche buontempone. Non è vero che non guarisce mai nessuno come non è vero, ovviamente, che non si ammala nessuno.
I giornali - è giusto tenerne conto sempre - ricevono dati ufficiali, se ne procurano altri attraverso varie modalità, "scavano" le notizie, valutano e verificano le voci, raccolgono testimonianze, raccontano ciò che accade, sollevano interrogativi e pongono temi all'attenzione del pubblico e della comunità. È decisamente il momento di puntualizzare alcuni aspetti di quest'emergenza epidemiologica.
A scanso di equivoci è giusto ribadire quanto dovrebbe essere sottinteso e invece qualcuno sembra non aver ancora compreso (o non voler comprendere): il dato riguardante gli "attualmente positivi" è una cifra con la quale le amministrazioni intendono specificare quante persone a loro risultino ancora essere contagiate dal virus nel momento in cui è effettuata la rilevazione. Non corrisponde in alcun modo al totale delle persone che hanno avuto a che fare col Covid dall'inizio della pandemia in un determinato territorio: quel dato, purtroppo, è ormai diventato complicatissimo da ricostruire. Non è, perciò, cumulativo: i nominativi di coloro che guariscono e si negativizzano escono semplicemente dagli elenchi.
La criticità del sistema, semmai, è racchiusa tutta nell'inspiegabile mancato conteggio dei negativizzati. Non comunicare quello specifico dato alle amministrazioni - che a loro volta non sono in grado di renderlo noto ai giornalisti perché non ce l'hanno - alimenta nei lettori l'errata sensazione che non guarisca mai nessuno. È evidente che se si potesse rende pubblico, volta per volta, quanti nuovi positivi si sono aggiunti e quante persone invece non lo sono più i cittadini comprenderebbero molto meglio l'andamento della situazione. Questo, purtroppo, non è mai accaduto e se nella prima fase della pandemia era plausibile che chi si occupa di comunicare i dati riuscisse a scartabellare fra gli elenchi con poche decine di nominativi da mettere a confronto, oggi è un'impresa titanica pensare di farlo su una base, per esempio, di 399 attualmente positivi come nel caso di Bisceglie. È ragionevole considerare che qualche fisiologica inesatezza possa verificarsi ma nell'ordine di poche unità. La sostanza di una tendenza al forte incremento dei casi in città è innegabile e bisognerà pazientare per assistere a una discesa repentina di quel dato.
Continuano intanto a giungere numerose le segnalazioni - specie in forma privata, com'è giusto che sia - di enormi difficoltà nelle comunicazioni e nei rapporti con gli enti preposti alla gestione dell'emergenza: un compito indubbiamente e onestamente arduo.
Sono molte le lamentele a proposito della crescente irreperibilità telefonica, complice un incremento del numero di chiamate ai numeri presposti; sono tanti coloro che raccontano di attendere da troppi giorni la possibilità di sottoporsi al tampone persino in presenza di sintomi oltre che in seguito al riscontro di un contatto stretto con positivi; c'è chi a distanza di oltre una settimana non conosce ancora il risultato del test effettuato; decine di persone per fortuna asintomatiche aspettano invano il tampone per la verifica dell'avvenuta negativizzazione.
Il quadro è piuttostro critico: nasconderselo non avrebbe senso, sminuirne i toni risulterebbe ipocrita tanto quanto ingigantirli. È nostro dovere mantenere la sobrietà nell'impostazione del notiziario, vagliare ciò che sottoponiamo all'attenzione di decine di migliaia di lettori, descrivere con circospezione e accuratezza i fatti rilevanti. Giusto però chiarire che il mancato aggiornamento del numero di persone che non sono più positive al Covid - circostanza che si verifica ovunque - non consente di incrementare il flusso di informazioni utili ai lettori per meglio interpretare quello che accade.
In una fase nella quale purtroppo si legge tutto e il contrario di tutto, resta inaccettabile l'ostinato negazionismo come il tentativo di minimizzazione della pandemia da parte di qualche buontempone. Non è vero che non guarisce mai nessuno come non è vero, ovviamente, che non si ammala nessuno.