Buongiorno
Provinciali Bat specchio dell'anima di una politica sgangherata
Il blog di Vito Troilo
domenica 21 ottobre 2018
13.33
Eravamo stati facili profeti, lo scorso 8 ottobre, nel definire solo "apparente" l'indifferenza a proposito delle elezioni provinciali. I fatti ci hanno dato ragione a distanza di pochissimi giorni, peraltro con sviluppi tragicomici della situazione politica sul territorio.
La consultazione di secondo livello di mercoledì 31 ottobre è stata presa a pretesto per tentare un regolamento di conti interno a coalizioni, sottobicchieri e centrotavola di una provincia diversamente normale.
Il Movimento 5 Stelle ha mostrato coerenza evitando di partecipare a elezioni per il rinnovo di un ente, il consiglio provinciale, definito sempre inutile. Meglio concentrarsi sull'azione di governo centrale e, nel caso di Canosa di Puglia, sull'amministrazione della città, confidando che il livello tecnico dell'opposizione in corso negli altri comuni possa salire ulteriormente.
L'aspetto politico sfuggito ai più, in questa fase occupata soprattutto da vicende burocratiche, è la mancata partecipazione della Lega alla coalizione di centrodestra "Insieme per la Bat". Quali strategie abbia in mente il suo segretario provinciale Antonio Campana non è dato di sapere (saremmo curiosi di chiederglielo) e comunque fa riflettere che la forza accreditata al momento del primo posto in tutti i sondaggi, a pochi mesi da un appuntamento elettorale col proporzionale puro (le europee), non abbia ancora una struttura e dei riferimenti politici chiari sul territorio.
Come possa essere riuscito il centrodestra a litigare anche sulla composizione di una lista che avrebbe vinto a mani basse è un altro interrogativo cui dovrebbero dare risposta Nicola Giorgino e Nino Marmo, omologhi dei democratici barlettani Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea (con questo paragone non sappiamo a chi dovremmo chiedere scusa per primi). L'evitabile dualismo tra il sindaco di Andria e il consigliere regionale forzista sono l'origine della querelle riguardante la presunta irregolarità nella presentazione dell'elenco dei dodici candidati al consiglio di "Insieme per la Bat": tre esponenti vicini a Giorgino hanno sollevato la questione del depennamento di Andrea Barchetta (altro fido scudiero del primo cittadino federiciano), sostituito con Micaela D'Avanzo (che potrebbe essere ritenuta "marmiana"). E siccome c'è un pizzico di biscegliesità ovunque, nel calderone è finita suo malgrado anche Angela Di Gregorio, esponente della maggioranza che sostiene il sindaco Angelantonio Angarano, eletta in "Punto d'incontro": la presenza della sua firma tra quelle a sottoscrizione di una lista nella quale è anche candidata potrebbe causare problemi.
Fuori dai giochi "Fronte democratico", ennesima variante della politica spiniana dei due, tre, quattro, ottantasei forni sul territorio. Il già primo cittadino di Bisceglie, che della provincia è stato anche presidente dal 2014 al 2016, ha dovuto assistere all'esclusione dall'appassionante (!) competizione della sua nuova creatura. Nelle fila delle quali ha integrato, con tempismo perfetto, l'ex presidente del consiglio comunale di Andria Laura Di Pilato, uscita polemicamente dall'area di centrodestra, forse con la prospettiva di giocarsi una candidatura per le regionali del 2020 in una delle liste civiche centriste di Michele Emiliano: e sapete come si chiama il coordinatore provinciale Bat di quei movimenti? Bravissimi, avete indovinato tutti: Francesco Spina.
E mentre pende, meno pericolosamente della pazienza dei cittadini della provincia, un ricorso presentato al Tar contro la decisione di estromettere "Fronte democratico" dalle elezioni, la possibilità tutt'altro che peregrina di un "niet" anche nei confronti di "Insieme per la Bat" spalancherebbe le porte alla vittoria in solitaria nientemeno che del Partito Democratico, la cui lista ha superato le forche caudine dei controlli pur se all'atto della presentazione erano risultati errati la data di nascita di un candidato e il luogo di nascita di un'altra. Qualche buontempone potrebbe sostenere che quelli del Pd non conoscono neppure i propri connotati. Di sicuro, se è stato ordito un benevolo complotto per far vincere, una volta tanto, anche i dem, lo scopriremo presto. Nell'attesa ci potremmo accontentare di sapere se Gianni Casella e Franco Napoletano sono stati avvisati del fatto che mercoledì 31 ottobre si vota per le provinciali. Qualcuno si assuma la responsabilità di fare il giro delle telefonate, come quando c'è bisogno di arrivare a dieci per il calcetto.
La consultazione di secondo livello di mercoledì 31 ottobre è stata presa a pretesto per tentare un regolamento di conti interno a coalizioni, sottobicchieri e centrotavola di una provincia diversamente normale.
Il Movimento 5 Stelle ha mostrato coerenza evitando di partecipare a elezioni per il rinnovo di un ente, il consiglio provinciale, definito sempre inutile. Meglio concentrarsi sull'azione di governo centrale e, nel caso di Canosa di Puglia, sull'amministrazione della città, confidando che il livello tecnico dell'opposizione in corso negli altri comuni possa salire ulteriormente.
L'aspetto politico sfuggito ai più, in questa fase occupata soprattutto da vicende burocratiche, è la mancata partecipazione della Lega alla coalizione di centrodestra "Insieme per la Bat". Quali strategie abbia in mente il suo segretario provinciale Antonio Campana non è dato di sapere (saremmo curiosi di chiederglielo) e comunque fa riflettere che la forza accreditata al momento del primo posto in tutti i sondaggi, a pochi mesi da un appuntamento elettorale col proporzionale puro (le europee), non abbia ancora una struttura e dei riferimenti politici chiari sul territorio.
Come possa essere riuscito il centrodestra a litigare anche sulla composizione di una lista che avrebbe vinto a mani basse è un altro interrogativo cui dovrebbero dare risposta Nicola Giorgino e Nino Marmo, omologhi dei democratici barlettani Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea (con questo paragone non sappiamo a chi dovremmo chiedere scusa per primi). L'evitabile dualismo tra il sindaco di Andria e il consigliere regionale forzista sono l'origine della querelle riguardante la presunta irregolarità nella presentazione dell'elenco dei dodici candidati al consiglio di "Insieme per la Bat": tre esponenti vicini a Giorgino hanno sollevato la questione del depennamento di Andrea Barchetta (altro fido scudiero del primo cittadino federiciano), sostituito con Micaela D'Avanzo (che potrebbe essere ritenuta "marmiana"). E siccome c'è un pizzico di biscegliesità ovunque, nel calderone è finita suo malgrado anche Angela Di Gregorio, esponente della maggioranza che sostiene il sindaco Angelantonio Angarano, eletta in "Punto d'incontro": la presenza della sua firma tra quelle a sottoscrizione di una lista nella quale è anche candidata potrebbe causare problemi.
Fuori dai giochi "Fronte democratico", ennesima variante della politica spiniana dei due, tre, quattro, ottantasei forni sul territorio. Il già primo cittadino di Bisceglie, che della provincia è stato anche presidente dal 2014 al 2016, ha dovuto assistere all'esclusione dall'appassionante (!) competizione della sua nuova creatura. Nelle fila delle quali ha integrato, con tempismo perfetto, l'ex presidente del consiglio comunale di Andria Laura Di Pilato, uscita polemicamente dall'area di centrodestra, forse con la prospettiva di giocarsi una candidatura per le regionali del 2020 in una delle liste civiche centriste di Michele Emiliano: e sapete come si chiama il coordinatore provinciale Bat di quei movimenti? Bravissimi, avete indovinato tutti: Francesco Spina.
E mentre pende, meno pericolosamente della pazienza dei cittadini della provincia, un ricorso presentato al Tar contro la decisione di estromettere "Fronte democratico" dalle elezioni, la possibilità tutt'altro che peregrina di un "niet" anche nei confronti di "Insieme per la Bat" spalancherebbe le porte alla vittoria in solitaria nientemeno che del Partito Democratico, la cui lista ha superato le forche caudine dei controlli pur se all'atto della presentazione erano risultati errati la data di nascita di un candidato e il luogo di nascita di un'altra. Qualche buontempone potrebbe sostenere che quelli del Pd non conoscono neppure i propri connotati. Di sicuro, se è stato ordito un benevolo complotto per far vincere, una volta tanto, anche i dem, lo scopriremo presto. Nell'attesa ci potremmo accontentare di sapere se Gianni Casella e Franco Napoletano sono stati avvisati del fatto che mercoledì 31 ottobre si vota per le provinciali. Qualcuno si assuma la responsabilità di fare il giro delle telefonate, come quando c'è bisogno di arrivare a dieci per il calcetto.