Buongiorno
Rotture e ostaggi
Il blog di Vito Troilo
lunedì 9 aprile 2018
10.06
Come nelle migliori soap opera: tanto prevedibile lo sviluppo della trama quanto sorprendente il suo risvolto.
Certo, nessun giornalista del territorio è stato preso in contropiede dall'annuncio, da tempo atteso, dell'endorsement di Francesco Spina per Franco Napoletano. Ha stupito quasi tutti, al contrario, il tenore inaspettato della reazione di Vittorio Fata: analisti e guru erano convinti che l'attuale sindaco facente funzioni avrebbe accettato il diktat spiniano e si sarebbe allineato all'interno della coalizione guidata dall'ex sindaco comunista.
Per la verità, nelle scorse settimane, sono emersi ragionevoli dubbi sull'effettiva tenuta della maggioranza consiliare a seguito di una più scaltra e approfondita valutazione dei flussi elettorali. L'eccezionale risultato centrato dal Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo in alcune sezioni della città (con punte del 63% in determinati quartieri) ha mosso gli interrogativi dei più esperti: nella "migliore" delle ipotesi consiglieri e assessori, pur impegnandosi per la candidatura di Spina alla Camera, non sarebbero riusciti a far presa neppure sul loro stesso elettorato; nella "peggiore" (per Spina), si sarebbero sfilati. La nostra definizione di sconfitta totale del Partito Democratico anche e soprattutto a Bisceglie, malgrado «la percentuale più alta della Puglia», è frutto di quell'analisi.
Le evoluzioni della crisi interna al gruppo che sta amministrando, al momento, la città, sono state di una gravità tale che è da escludere, ragionevolmente, una ricucitura tra Spina e Fata. Sono volati su pubblica piazza stracci, bordate e strali e i rapporti fra le due parti lasciano presagire una campagna elettorale su toni molto alti, con tanto di lavaggio dei panni sporchi sui palchi.
Quale sia la reale consistenza dei due blocchi lo si scoprirà esclusivamente il 10 maggio, una volta scoperte appresa la composizione delle liste che sosteranno i diversi candidati alla carica di sindaco. Quanto al simbolo del Partito Democratico, non è necessario possedere poteri magici per immaginare che, probabilmente, esso non sarà presente sulla scheda: Spina dovrebbe riuscire a garantirsi la maggioranza all'interno del direttivo cittadino per approvare un documento a sostegno di Franco Napoletano ma gli organi provinciali sembrano essere saldamente favorevoli a Francesco Boccia, che ha sollevato la questione della presunta incandidabilità del già deputato. Rimarco un dato di fatto: Napoletano non è un tesserato Pd, Fata sì.
Tra ricorsi e controricorsi l'impressione è che i dem finiranno per impegnarsi in svariate liste civiche. Il toto-nomi riguarda i "grandi elettori", le cui giacche sono già state abbondantemente tirate da una parte e dall'altra in queste ore: alle coalizioni Napo-Spina e Fata-Boccia potrebbero restare solo le maniche, secondo alcuni rumors che lasciano ipotizzare clamorose uscite dal campo governativo e annunci di rinunce a candidature eccellenti.
Non paiono essere da meno le intricate vicende intestine alle tante (troppe?) anime intorno al Movimento 5 Stelle: l'infortunio delle due liste divergenti inviate alla Casaleggio sarà recuperato per tempo? I meglio informati escludono categoricamente qualsiasi ipotesi di sintesi tra le due fazioni, anche al costo di irritare i vertici pentastellati. La forza uscita vincitrice anche a Bisceglie dalle elezioni politiche potrebbe addirittura saltare l'appuntamento con le amministrative, che se preparato con maggiore cura avrebbe consentito di ragionare su prospettive piuttosto ambiziose.
La lacerazione del fronte spiniano è un assist gradito a Gianni Casella, della cui coalizione non si è ancora compreso quali, oltre all'amico fidato Alfonso Russo, siano i candidati di punta e per la verità non si riescono ancora a inquadrare tutte le priorità programmatiche: la sua proposta ha bisogno di ulteriori contenuti (pur avendone già) e le prossime ore saranno foriere di novità riguardo i partners che ne sosteranno la legittima e forte candidatura.
Tonia Spina non ha dissipato i dubbi a proposito dell'intenzione di andare per conto proprio o convergere su un progetto già avviato. Trae indubbiamente vantaggio dalle intricate vicissitudini sui campi avversi Angelantonio Angarano, che ha annunciato la sua intenzione di diventare sindaco per primo in ordine cronologico e si è assicurato il supporto misurabile delle forze riconducibili all'area più moderata di centrodestra: un'operazione che potrebbe far storcere il naso ai puristi dell'ideologia ma in questo quadro rischia di apparire solo una goccia nell'oceano di cambi di assetti tattici, specie perché i biscegliesi hanno già assimilato da decenni la differenza tra il voto politico e quello per le comunali (la storia insegna).
Angarano sembra uno di quei protagonisti di "Ultimo minuto" (la trasmissione di Raitre degli anni '90) che sfugge per puro caso al crollo di una tegola sulla sua testa: immaginate cosa gli sarebbe accaduto se fosse rimasto nel Partito Democratico, di cui paradossalmente, in questa fase delicata nella quale è necessario un ampio margine di manovra, proprio Francesco Spina sembra essere ostaggio.
Certo, nessun giornalista del territorio è stato preso in contropiede dall'annuncio, da tempo atteso, dell'endorsement di Francesco Spina per Franco Napoletano. Ha stupito quasi tutti, al contrario, il tenore inaspettato della reazione di Vittorio Fata: analisti e guru erano convinti che l'attuale sindaco facente funzioni avrebbe accettato il diktat spiniano e si sarebbe allineato all'interno della coalizione guidata dall'ex sindaco comunista.
Per la verità, nelle scorse settimane, sono emersi ragionevoli dubbi sull'effettiva tenuta della maggioranza consiliare a seguito di una più scaltra e approfondita valutazione dei flussi elettorali. L'eccezionale risultato centrato dal Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo in alcune sezioni della città (con punte del 63% in determinati quartieri) ha mosso gli interrogativi dei più esperti: nella "migliore" delle ipotesi consiglieri e assessori, pur impegnandosi per la candidatura di Spina alla Camera, non sarebbero riusciti a far presa neppure sul loro stesso elettorato; nella "peggiore" (per Spina), si sarebbero sfilati. La nostra definizione di sconfitta totale del Partito Democratico anche e soprattutto a Bisceglie, malgrado «la percentuale più alta della Puglia», è frutto di quell'analisi.
Le evoluzioni della crisi interna al gruppo che sta amministrando, al momento, la città, sono state di una gravità tale che è da escludere, ragionevolmente, una ricucitura tra Spina e Fata. Sono volati su pubblica piazza stracci, bordate e strali e i rapporti fra le due parti lasciano presagire una campagna elettorale su toni molto alti, con tanto di lavaggio dei panni sporchi sui palchi.
Quale sia la reale consistenza dei due blocchi lo si scoprirà esclusivamente il 10 maggio, una volta scoperte appresa la composizione delle liste che sosteranno i diversi candidati alla carica di sindaco. Quanto al simbolo del Partito Democratico, non è necessario possedere poteri magici per immaginare che, probabilmente, esso non sarà presente sulla scheda: Spina dovrebbe riuscire a garantirsi la maggioranza all'interno del direttivo cittadino per approvare un documento a sostegno di Franco Napoletano ma gli organi provinciali sembrano essere saldamente favorevoli a Francesco Boccia, che ha sollevato la questione della presunta incandidabilità del già deputato. Rimarco un dato di fatto: Napoletano non è un tesserato Pd, Fata sì.
Tra ricorsi e controricorsi l'impressione è che i dem finiranno per impegnarsi in svariate liste civiche. Il toto-nomi riguarda i "grandi elettori", le cui giacche sono già state abbondantemente tirate da una parte e dall'altra in queste ore: alle coalizioni Napo-Spina e Fata-Boccia potrebbero restare solo le maniche, secondo alcuni rumors che lasciano ipotizzare clamorose uscite dal campo governativo e annunci di rinunce a candidature eccellenti.
Non paiono essere da meno le intricate vicende intestine alle tante (troppe?) anime intorno al Movimento 5 Stelle: l'infortunio delle due liste divergenti inviate alla Casaleggio sarà recuperato per tempo? I meglio informati escludono categoricamente qualsiasi ipotesi di sintesi tra le due fazioni, anche al costo di irritare i vertici pentastellati. La forza uscita vincitrice anche a Bisceglie dalle elezioni politiche potrebbe addirittura saltare l'appuntamento con le amministrative, che se preparato con maggiore cura avrebbe consentito di ragionare su prospettive piuttosto ambiziose.
La lacerazione del fronte spiniano è un assist gradito a Gianni Casella, della cui coalizione non si è ancora compreso quali, oltre all'amico fidato Alfonso Russo, siano i candidati di punta e per la verità non si riescono ancora a inquadrare tutte le priorità programmatiche: la sua proposta ha bisogno di ulteriori contenuti (pur avendone già) e le prossime ore saranno foriere di novità riguardo i partners che ne sosteranno la legittima e forte candidatura.
Tonia Spina non ha dissipato i dubbi a proposito dell'intenzione di andare per conto proprio o convergere su un progetto già avviato. Trae indubbiamente vantaggio dalle intricate vicissitudini sui campi avversi Angelantonio Angarano, che ha annunciato la sua intenzione di diventare sindaco per primo in ordine cronologico e si è assicurato il supporto misurabile delle forze riconducibili all'area più moderata di centrodestra: un'operazione che potrebbe far storcere il naso ai puristi dell'ideologia ma in questo quadro rischia di apparire solo una goccia nell'oceano di cambi di assetti tattici, specie perché i biscegliesi hanno già assimilato da decenni la differenza tra il voto politico e quello per le comunali (la storia insegna).
Angarano sembra uno di quei protagonisti di "Ultimo minuto" (la trasmissione di Raitre degli anni '90) che sfugge per puro caso al crollo di una tegola sulla sua testa: immaginate cosa gli sarebbe accaduto se fosse rimasto nel Partito Democratico, di cui paradossalmente, in questa fase delicata nella quale è necessario un ampio margine di manovra, proprio Francesco Spina sembra essere ostaggio.