Buongiorno
Selvaggio web
Il blog di Vito Troilo
lunedì 6 aprile 2020
10.01
Quanto accaduto sulle chat di Whatsapp e sui social di migliaia di biscegliesi domenica 5 aprile resterà per sempre tra i momenti più abietti e indegni di questo periodo. La città ha saputo dare, nel giro di poche ore, tutto il peggio di sé.
Far girare in privato audio di dubbia veridicità, che infatti si sono rivelati per gran parte privi di fondamento; scatenare una squinternata e demenziale caccia all'uomo, naturalmente sbagliato; ricoprire con centinaia di insulti e minacce un ignaro cittadino biscegliese; scambiarsi foto di persone che - buon per loro - non hanno nulla a che vedere col Coronavirus; accusare a turno amministrazione comunale, forze dell'ordine, Protezione Civile e chi più ne ha più ne metta di mancanza di impeto; evocare le manette e il carcere per un individuo che non c'entra niente; costringere un uomo e persino sua figlia a manifestare sui social l'intenzione di sporgere denuncia per difendersi da accuse gravissime (nella fattispecie, di un reato che prevederebbe una pena fino a 12 anni di reclusione). Bisceglie ha toccato il fondo proprio nella domenica delle palme: altro che «Distanti ma uniti»!
Gli stessi profili dai quali in mattinata erano partite stucchevoli catene di immagini preimpostate con inviti generici a volersi bene, a coltivare la pace, a "scambiarsi idealmente ramoscelli d'ulivo" hanno vomitato, a partire dal pomeriggio, le peggiori espressioni contrarie a quei sentimenti sbandierati poco prima. Come minimo qualcuno dovrebbe ritenersi incoerente. E che nessuno cerchi di autoassolversi perché «Mi sono lasciato prendere da quello che avevo letto»: non è la prima volta, dall'inizio di questa emergenza, che rimarchiamo la necessità di affidarsi esclusivamente a fonti verificate, a mass media qualificati ed equilibrati, a evitare le facilonerie con cui purtroppo taluni trattano le vite di altri esseri umani. Non ci sono scuse.
Le scuse, piuttosto, andrebbero rivolte a quei cittadini biscegliesi che hanno dovuto subìre un'inaudita carneficina verbale. Ma dubito che tra i tanti sceriffi improvvisati in questa domenica da selvaggio web qualcuno possa tirar fuori il coraggio di assumersi una qualche responsabilità. Per la verità, non so come facciano ancora a guardarsi allo specchio.
Far girare in privato audio di dubbia veridicità, che infatti si sono rivelati per gran parte privi di fondamento; scatenare una squinternata e demenziale caccia all'uomo, naturalmente sbagliato; ricoprire con centinaia di insulti e minacce un ignaro cittadino biscegliese; scambiarsi foto di persone che - buon per loro - non hanno nulla a che vedere col Coronavirus; accusare a turno amministrazione comunale, forze dell'ordine, Protezione Civile e chi più ne ha più ne metta di mancanza di impeto; evocare le manette e il carcere per un individuo che non c'entra niente; costringere un uomo e persino sua figlia a manifestare sui social l'intenzione di sporgere denuncia per difendersi da accuse gravissime (nella fattispecie, di un reato che prevederebbe una pena fino a 12 anni di reclusione). Bisceglie ha toccato il fondo proprio nella domenica delle palme: altro che «Distanti ma uniti»!
Gli stessi profili dai quali in mattinata erano partite stucchevoli catene di immagini preimpostate con inviti generici a volersi bene, a coltivare la pace, a "scambiarsi idealmente ramoscelli d'ulivo" hanno vomitato, a partire dal pomeriggio, le peggiori espressioni contrarie a quei sentimenti sbandierati poco prima. Come minimo qualcuno dovrebbe ritenersi incoerente. E che nessuno cerchi di autoassolversi perché «Mi sono lasciato prendere da quello che avevo letto»: non è la prima volta, dall'inizio di questa emergenza, che rimarchiamo la necessità di affidarsi esclusivamente a fonti verificate, a mass media qualificati ed equilibrati, a evitare le facilonerie con cui purtroppo taluni trattano le vite di altri esseri umani. Non ci sono scuse.
Le scuse, piuttosto, andrebbero rivolte a quei cittadini biscegliesi che hanno dovuto subìre un'inaudita carneficina verbale. Ma dubito che tra i tanti sceriffi improvvisati in questa domenica da selvaggio web qualcuno possa tirar fuori il coraggio di assumersi una qualche responsabilità. Per la verità, non so come facciano ancora a guardarsi allo specchio.