Buongiorno
Supersindaco? No, grazie
Il blog di Vito Troilo
lunedì 25 settembre 2017
8.34
Questa città, dal 1996 in poi, ha conosciuto solo due sindaci: Franco Napoletano e Francesco Spina. Entrambi hanno amministrato Bisceglie per un decennio e in forza di tre mandati elettorali consecutivi, ragione per cui le comunali del 2018 potrebbero rivestire, a lungo termine, un'importanza strategica.
I biscegliesi si sono sempre dimostrati disponibili e sensibili all'idea di continuità confermando complessivamente per quattro volte i primi cittadini uscenti, pur se con assetti di volta in volta differenti: il tratto caratterizzante delle esperienze di Napoletano e Spina a Palazzo San Domenico è stato semmai il graduale logoramento politico, certificato dal decadimento, in termini qualitativi, delle giunte e delle maggioranze in consiglio comunale.
Ritenere di poter gestire le sorti di un comune della grandezza, della complessità e dalle innumerevoli problematiche irrisolte com'è accaduto per gran parte degli ultimi 21 anni è anacronistico: Bisceglie non ha bisogno di un supersindaco ma di un preparato garante dell'applicazione di un programma amministrativo condiviso.
Francesco Spina si è lasciato sfuggire, nel congedarsi dalla lunga esperienza alla guida della città, una frase che se dal suo rispettabile e legittimo punto di vista può assumere un significato positivo, al contrario sarebbe da considerare sconfortante per la sua portata: «In oltre undici anni non ho fatto un giorno di ferie». Poche e semplici parole che involontariamente costituiscono l'atto di accusa più pesante nei confronti di chi avrebbe dovuto supportarlo nel concreto.
Bisceglie necessita di una squadra di amministratori, non di assessori fantasma (in questi cinque anni qualcuno ha visto all'opera altri all'infuori di Vittoria Sasso fin quando le è stato permesso e Paolo Ruggieri?) e consiglieri comunali troppo spesso incapaci di rispondere alle più semplici domande dei giornalisti: di quale attività renderanno conto queste persone nel corso della prossima campagna elettorale? Qual è stato il loro contributo per la città in termini di interventi in aula e sui media? Sulla base di quale impegno i biscegliesi dovrebbero esprimere nuovamente una preferenza nei confronti di chi al massimo ha fatto parlare di sé per frasi scomposte e attacchi nei confronti di altri esponenti politici?
Maggio non è poi così lontano: tutti gli aspiranti candidati alla carica di primo cittadino sono al lavoro da due settimane per la costruzione di liste civiche (è il trend del momento). Si susseguono gli incontri: il quadro sarà più chiaro entro metà ottobre. Per il bene di Bisceglie, ci si affretti a presentare squadre credibili, con futuri assessori e consiglieri di maggioranza parlanti, di modo che il prossimo sindaco si possa permettere anche qualche giorno di ferie. Buonanotte.
I biscegliesi si sono sempre dimostrati disponibili e sensibili all'idea di continuità confermando complessivamente per quattro volte i primi cittadini uscenti, pur se con assetti di volta in volta differenti: il tratto caratterizzante delle esperienze di Napoletano e Spina a Palazzo San Domenico è stato semmai il graduale logoramento politico, certificato dal decadimento, in termini qualitativi, delle giunte e delle maggioranze in consiglio comunale.
Ritenere di poter gestire le sorti di un comune della grandezza, della complessità e dalle innumerevoli problematiche irrisolte com'è accaduto per gran parte degli ultimi 21 anni è anacronistico: Bisceglie non ha bisogno di un supersindaco ma di un preparato garante dell'applicazione di un programma amministrativo condiviso.
Francesco Spina si è lasciato sfuggire, nel congedarsi dalla lunga esperienza alla guida della città, una frase che se dal suo rispettabile e legittimo punto di vista può assumere un significato positivo, al contrario sarebbe da considerare sconfortante per la sua portata: «In oltre undici anni non ho fatto un giorno di ferie». Poche e semplici parole che involontariamente costituiscono l'atto di accusa più pesante nei confronti di chi avrebbe dovuto supportarlo nel concreto.
Bisceglie necessita di una squadra di amministratori, non di assessori fantasma (in questi cinque anni qualcuno ha visto all'opera altri all'infuori di Vittoria Sasso fin quando le è stato permesso e Paolo Ruggieri?) e consiglieri comunali troppo spesso incapaci di rispondere alle più semplici domande dei giornalisti: di quale attività renderanno conto queste persone nel corso della prossima campagna elettorale? Qual è stato il loro contributo per la città in termini di interventi in aula e sui media? Sulla base di quale impegno i biscegliesi dovrebbero esprimere nuovamente una preferenza nei confronti di chi al massimo ha fatto parlare di sé per frasi scomposte e attacchi nei confronti di altri esponenti politici?
Maggio non è poi così lontano: tutti gli aspiranti candidati alla carica di primo cittadino sono al lavoro da due settimane per la costruzione di liste civiche (è il trend del momento). Si susseguono gli incontri: il quadro sarà più chiaro entro metà ottobre. Per il bene di Bisceglie, ci si affretti a presentare squadre credibili, con futuri assessori e consiglieri di maggioranza parlanti, di modo che il prossimo sindaco si possa permettere anche qualche giorno di ferie. Buonanotte.