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Tonia Spina, un gol in contropiede?
Il blog di Vito Troilo
lunedì 23 dicembre 2019
17.15
Il comunicato attraverso cui Tonia Spina ha rassegnato le dimissioni dall'incarico di assessore alla cultura e turismo, ai rapporti con le associazioni, al marketing territoriale e alla pianificazione strategica del comune di Bisceglie è uno spaccato chiarissimo della situazione nella quale l'amministrazione versa.
C'è un aspetto, che è subito balzato agli occhi degli osservatori più attenti, nelle parole utilizzate dalla nuova segretaria cittadina di Fratelli d'Italia per congedarsi dalla sua appartenenza alla giunta: l'assenza di un qualsiasi ringraziamento al sindaco Angelantonio Angarano per l'incarico affidatole nell'agosto del 2018 e il mancato riconoscimento del lavoro svolto. Nessun cenno nei riguardi dei consiglieri comunali di maggioranza, neppure un riferimento agli altri assessori: la portata politica di queste volute omissioni è pesantissima.
Risparmiando ai biscegliesi convenevoli falsi, ipocriti e stucchevoli, Tonia Spina ha marcato, inevitabilmente, una differenza enorme rispetto allo stesso primo cittadino, la cui presa d'atto ufficiale delle dimissioni è di una democristianità agghiacciante e ne contribuisce a definire meglio l'incredibile distanza rispetto alla realtà e al semplice sentire dell'uomo della strada. Angarano avrebbe potuto affidarsi a ipocrite, semplici e doverose parole di circostanza: invece ha esagerato, parlando di una «sinergia con gli assessori e i consiglieri comunali» di Tonia Spina della quale probabilmente è l'unico a essersi accorto.
Che l'ex titolare delle deleghe a cultura e turismo fosse rimasta pesce fuor d'acqua e corpo estraneo rispetto alla coalizione uscita vincitrice dalle urne è stato subito evidente: considerazioni riguardo l'opportunità politica hanno caratterizzato i giorni precedenti e quelli seguenti la sua nomina (non a caso, l'ultima fatta in ordine di tempo), osteggiata apertamente da diversi settori della maggioranza. E non certo per questioni personali: Tonia Spina non si discute, è una degnissima rappresentante della classe dirigente biscegliese e soprattutto è una persona preparata e competente. Considerato lo scarso impegno profuso, almeno a giudizio di moltissimi addetti ai lavori, sarebbe lecito chiedersi quali ragioni l'abbiano provocato.
Il punto è che quel posto in giunta, attribuito sulla base di un accordo elettorale e non programmatico, ha scontentato chi non se l'è visto assegnare (l'elenco è lunghissimo) nonostante avesse raccolto voti per la coalizione e per il candidato sindaco risultato poi eletto. Sotto il profilo del metodo e in termini di spoils system, il "peccato originale" di Angarano è proprio quello. Sul piano politico, poi, dare un assessorato alla persona più vicina a Raffaele Fitto in una giunta della quale fanno parte due esponenti che fanno riferimento a Sergio Silvestris è la più clamorosa delle contraddizioni possibili.
Giusto, perciò, apprezzare Tonia Spina per la sincerità con cui ha evitato di prodursi in qualche inutile (e ridicolo) esercizio di finta gratitudine nel comunicare la sua intenzione di andarsene. «Chi me l'ha fatto fare?» lo si è letto ben presto nei suoi occhi, al netto delle ragioni economiche che costituiscono per tutti - perché negarlo? - un valido elemento di dissuasione.
Angarano dovrà adesso ricorrere alla nomina di una terza donna per riequilibrare la sua giunta secondo quanto disposto dalla legge n° 56/2014: «Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico» recita la normativa.
Lo confesso: ho accolto la notizia delle dimissioni di Tonia Spina con un pizzico di malignità, facendo 2+2 tra la tempistica di questa scelta e le note difficoltà amministrative, cui ora si aggiunge l'impossibilità, per il sindaco, di convocare una riunione giunta e deliberare, in assenza di quel requisito richiamato dalla legge.
Ora Angarano dovrà agire conseguenzialmente alla ricostruzione dei fatti emersa dal suo ultimo comunicato: «Al contrario di illazioni e strumentalizzazioni che ormai non fanno neanche più notizia, alla decisione delle dimissioni si è arrivati nel massimo rispetto delle reciproche posizioni». Il primo cittadino ha dichiarato, in parole povere, di aver gestito la situazione, "concordando" i termini dell'uscita di scena di Tonia Spina.
Ne consegue che abbia le idee chiarissime a proposito dell'assetto della sua amministrazione: lo dimostrerà, quindi, riportando a sette elementi la composizione della giunta nel giro di poche ore o al massimo tra Natale e Capodanno. Perché poi non avrebbe senso lamentarsi se "illazioni e strumentalizzazioni" dovessero far notizia e qualcuno finisse per convincersi che, in realtà, Tonia Spina, dimettendosi, ha preso il sindaco in contropiede.
C'è un aspetto, che è subito balzato agli occhi degli osservatori più attenti, nelle parole utilizzate dalla nuova segretaria cittadina di Fratelli d'Italia per congedarsi dalla sua appartenenza alla giunta: l'assenza di un qualsiasi ringraziamento al sindaco Angelantonio Angarano per l'incarico affidatole nell'agosto del 2018 e il mancato riconoscimento del lavoro svolto. Nessun cenno nei riguardi dei consiglieri comunali di maggioranza, neppure un riferimento agli altri assessori: la portata politica di queste volute omissioni è pesantissima.
Risparmiando ai biscegliesi convenevoli falsi, ipocriti e stucchevoli, Tonia Spina ha marcato, inevitabilmente, una differenza enorme rispetto allo stesso primo cittadino, la cui presa d'atto ufficiale delle dimissioni è di una democristianità agghiacciante e ne contribuisce a definire meglio l'incredibile distanza rispetto alla realtà e al semplice sentire dell'uomo della strada. Angarano avrebbe potuto affidarsi a ipocrite, semplici e doverose parole di circostanza: invece ha esagerato, parlando di una «sinergia con gli assessori e i consiglieri comunali» di Tonia Spina della quale probabilmente è l'unico a essersi accorto.
Che l'ex titolare delle deleghe a cultura e turismo fosse rimasta pesce fuor d'acqua e corpo estraneo rispetto alla coalizione uscita vincitrice dalle urne è stato subito evidente: considerazioni riguardo l'opportunità politica hanno caratterizzato i giorni precedenti e quelli seguenti la sua nomina (non a caso, l'ultima fatta in ordine di tempo), osteggiata apertamente da diversi settori della maggioranza. E non certo per questioni personali: Tonia Spina non si discute, è una degnissima rappresentante della classe dirigente biscegliese e soprattutto è una persona preparata e competente. Considerato lo scarso impegno profuso, almeno a giudizio di moltissimi addetti ai lavori, sarebbe lecito chiedersi quali ragioni l'abbiano provocato.
Il punto è che quel posto in giunta, attribuito sulla base di un accordo elettorale e non programmatico, ha scontentato chi non se l'è visto assegnare (l'elenco è lunghissimo) nonostante avesse raccolto voti per la coalizione e per il candidato sindaco risultato poi eletto. Sotto il profilo del metodo e in termini di spoils system, il "peccato originale" di Angarano è proprio quello. Sul piano politico, poi, dare un assessorato alla persona più vicina a Raffaele Fitto in una giunta della quale fanno parte due esponenti che fanno riferimento a Sergio Silvestris è la più clamorosa delle contraddizioni possibili.
Giusto, perciò, apprezzare Tonia Spina per la sincerità con cui ha evitato di prodursi in qualche inutile (e ridicolo) esercizio di finta gratitudine nel comunicare la sua intenzione di andarsene. «Chi me l'ha fatto fare?» lo si è letto ben presto nei suoi occhi, al netto delle ragioni economiche che costituiscono per tutti - perché negarlo? - un valido elemento di dissuasione.
Angarano dovrà adesso ricorrere alla nomina di una terza donna per riequilibrare la sua giunta secondo quanto disposto dalla legge n° 56/2014: «Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico» recita la normativa.
Lo confesso: ho accolto la notizia delle dimissioni di Tonia Spina con un pizzico di malignità, facendo 2+2 tra la tempistica di questa scelta e le note difficoltà amministrative, cui ora si aggiunge l'impossibilità, per il sindaco, di convocare una riunione giunta e deliberare, in assenza di quel requisito richiamato dalla legge.
Ora Angarano dovrà agire conseguenzialmente alla ricostruzione dei fatti emersa dal suo ultimo comunicato: «Al contrario di illazioni e strumentalizzazioni che ormai non fanno neanche più notizia, alla decisione delle dimissioni si è arrivati nel massimo rispetto delle reciproche posizioni». Il primo cittadino ha dichiarato, in parole povere, di aver gestito la situazione, "concordando" i termini dell'uscita di scena di Tonia Spina.
Ne consegue che abbia le idee chiarissime a proposito dell'assetto della sua amministrazione: lo dimostrerà, quindi, riportando a sette elementi la composizione della giunta nel giro di poche ore o al massimo tra Natale e Capodanno. Perché poi non avrebbe senso lamentarsi se "illazioni e strumentalizzazioni" dovessero far notizia e qualcuno finisse per convincersi che, in realtà, Tonia Spina, dimettendosi, ha preso il sindaco in contropiede.