Buongiorno
Ventimila deleghe sotto i mari
L'amministrazione Angarano pare reggersi sulla "non sfiducia"
mercoledì 27 marzo 2019
11.43
I soliti maligni hanno evidenziato l'imminenza del consiglio comunale di venerdì 29 con all'ordine del giorno la discussione sul Documento unico di programmazione, atto che precederà il successivo passaggio vincolante dell'approvazione del bilancio di previsione. Qualcun altro ha rimarcato le levate di scudi delle allora opposizioni quando fu Francesco Spina, nel dicembre 2015, ad assumere un provvedimento simile. Non pochi hanno sorriso alla scelta di redigere un atto monocratico separato per ciascun destinatario e c'è chi ha sottolineato la presenza di Gigi Di Tullio in entrambi i "cast".
L'assegnazione delle deleghe su alcune competenze a sei consiglieri comunali di maggioranza è, comunque la si voglia vedere, il primo atto "politico" di Angelantonio Angarano successivo alla nomina dei sette assessori, che peraltro richiese tempi da molti ritenuti biblici (30 giorni dalla vittoria al ballottaggio su Casella) considerando l'esigenza di interventi concreti e sul breve periodo nella complessa gestione di una città delle dimensioni (e coi problemi) di Bisceglie.
Le fratture nella coalizione uscita vincitrice dalle elezioni amministrative del 10-24 giugno scorsi sono emerse a galla negli ultimi giorni, pur essendo in realtà latenti da settimane, se non mesi. Diversi i fattori scatenanti, su tutti la malcelata accusa al primo cittadino di non aver neppure provato a tenere le redini della parte non di centrodestra della sua maggioranza: disorganizzazione, pressapochismo, rinuncia a qualsiasi tipo di coordinamento sembrerebbero le cause di uno sfaldamento che è ormai legittimo ritenere irreparabile. I buoi sembrano scappati, ognuno tira acqua al suo mulino, i più si defilano e non hanno alcuna intenzione (né interesse) a fare la guardia a un contenitore vuoto.
L'amministrazione Angarano pare reggersi sulla "non sfiducia", come il terzo governo Andreotti (30 luglio 1976-13 marzo 1978). La faccio semplice: dato che non c'è un'alternativa chiara all'attuale consiliatura - in ragione della spaccatura dell'atomo andata in scena dal febbraio del 2013 in poi, con le vigliacche firme dal notaio per mandare a casa la giunta Spina bis - tanto vale tenersi questo sindaco, i suoi assessori (persino coloro che hanno dato già prova della loro "capacità"...) e la maggioranza uscita dalle urne 9 mesi fa. Il popolo non è forse sovrano?
L'unica possibilità di uscita da una situazione di stallo che più andreottiana non si può sarebbe il ricorso - pura fantascienza al momento - a un'amministrazione di solidarietà cittadina: un allargamento della coalizione a tutte le forze rappresentate in consiglio comunale (con l'eccezione di Francesco Spina, Franco Napoletano, Enrico Capurso e del rappresentante dei 5 Stelle Enzo Amendolagine, che mai accetterebbero una proposta del genere) nel tentativo di dare un qualche tipo di impulso e accelerata all'immobilismo clamoroso e innegabile di questa fase, destinato a proseguire, a discapito dei biscegliesi, salvo augurabili rivoluzioni.
La questione posta da Francesco Boccia al Partito Democratico, tesa a comprendere la fattibilità o meno di un'interlocuzione con la giunta, si è schiantata subito: non tanto al cospetto dei niet di Spina o dei "ma chi ce lo fa fare" di Fata, quanto di fronte al silenzio di un sindaco che ha smesso di fare politica un secondo dopo aver vinto, schiacciato dal ruolo e chiuso in un meraviglioso auto-isolamento. Mai gestione del potere fu meno opportunistica e più autolesionista di questa.
Su facebook è un continuo sfilarsi di gente che ha sostenuto Angarano in modo convinto - e non necessariamente per tornaconti o rivendicazioni personali ma perché magari ci credeva davvero - perdendone poi le tracce («E chi lo sente più?» è il ritornello). I discorsi sussurrati nei bar già da settembre nelle confidenze tra amici sono divenuti post pubblici sui social. Non una parola sulla "questione" Rossano Sasso, che è solo la prima plateale manifestazione di dissenso di una serie che si teme piuttosto lunga, una volta creato il precedente al quale seguiranno presto le varie emulazioni.
La situazione non è "fuori controllo" solo perché non è mai stata "in controllo" e l'assegnazione di queste ventimila deleghe sotto i mari ha lo stesso effetto del ghiaccio spray o della spugna bagnata dal secchio quando prendi un pestone o una ginocchiata: non serve a niente ma ti dà la possibilità di perdere un altro po' di tempo.
© Riproduzione riservata
L'assegnazione delle deleghe su alcune competenze a sei consiglieri comunali di maggioranza è, comunque la si voglia vedere, il primo atto "politico" di Angelantonio Angarano successivo alla nomina dei sette assessori, che peraltro richiese tempi da molti ritenuti biblici (30 giorni dalla vittoria al ballottaggio su Casella) considerando l'esigenza di interventi concreti e sul breve periodo nella complessa gestione di una città delle dimensioni (e coi problemi) di Bisceglie.
Le fratture nella coalizione uscita vincitrice dalle elezioni amministrative del 10-24 giugno scorsi sono emerse a galla negli ultimi giorni, pur essendo in realtà latenti da settimane, se non mesi. Diversi i fattori scatenanti, su tutti la malcelata accusa al primo cittadino di non aver neppure provato a tenere le redini della parte non di centrodestra della sua maggioranza: disorganizzazione, pressapochismo, rinuncia a qualsiasi tipo di coordinamento sembrerebbero le cause di uno sfaldamento che è ormai legittimo ritenere irreparabile. I buoi sembrano scappati, ognuno tira acqua al suo mulino, i più si defilano e non hanno alcuna intenzione (né interesse) a fare la guardia a un contenitore vuoto.
L'amministrazione Angarano pare reggersi sulla "non sfiducia", come il terzo governo Andreotti (30 luglio 1976-13 marzo 1978). La faccio semplice: dato che non c'è un'alternativa chiara all'attuale consiliatura - in ragione della spaccatura dell'atomo andata in scena dal febbraio del 2013 in poi, con le vigliacche firme dal notaio per mandare a casa la giunta Spina bis - tanto vale tenersi questo sindaco, i suoi assessori (persino coloro che hanno dato già prova della loro "capacità"...) e la maggioranza uscita dalle urne 9 mesi fa. Il popolo non è forse sovrano?
L'unica possibilità di uscita da una situazione di stallo che più andreottiana non si può sarebbe il ricorso - pura fantascienza al momento - a un'amministrazione di solidarietà cittadina: un allargamento della coalizione a tutte le forze rappresentate in consiglio comunale (con l'eccezione di Francesco Spina, Franco Napoletano, Enrico Capurso e del rappresentante dei 5 Stelle Enzo Amendolagine, che mai accetterebbero una proposta del genere) nel tentativo di dare un qualche tipo di impulso e accelerata all'immobilismo clamoroso e innegabile di questa fase, destinato a proseguire, a discapito dei biscegliesi, salvo augurabili rivoluzioni.
La questione posta da Francesco Boccia al Partito Democratico, tesa a comprendere la fattibilità o meno di un'interlocuzione con la giunta, si è schiantata subito: non tanto al cospetto dei niet di Spina o dei "ma chi ce lo fa fare" di Fata, quanto di fronte al silenzio di un sindaco che ha smesso di fare politica un secondo dopo aver vinto, schiacciato dal ruolo e chiuso in un meraviglioso auto-isolamento. Mai gestione del potere fu meno opportunistica e più autolesionista di questa.
Su facebook è un continuo sfilarsi di gente che ha sostenuto Angarano in modo convinto - e non necessariamente per tornaconti o rivendicazioni personali ma perché magari ci credeva davvero - perdendone poi le tracce («E chi lo sente più?» è il ritornello). I discorsi sussurrati nei bar già da settembre nelle confidenze tra amici sono divenuti post pubblici sui social. Non una parola sulla "questione" Rossano Sasso, che è solo la prima plateale manifestazione di dissenso di una serie che si teme piuttosto lunga, una volta creato il precedente al quale seguiranno presto le varie emulazioni.
La situazione non è "fuori controllo" solo perché non è mai stata "in controllo" e l'assegnazione di queste ventimila deleghe sotto i mari ha lo stesso effetto del ghiaccio spray o della spugna bagnata dal secchio quando prendi un pestone o una ginocchiata: non serve a niente ma ti dà la possibilità di perdere un altro po' di tempo.
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