Buongiorno
Vorremmo capire anche noi
Domande legittime sull'organizzazione della stagione teatrale del Garibaldi. O forse no
mercoledì 23 gennaio 2019
10.34
Sento salire - e non nascondo di essere piacevolmente sorpreso - l'interesse nei confronti delle dinamiche e dei possibili futuri sviluppi di vicende che riguardano la cultura e gli spettacoli a Bisceglie.
Ho l'impressione che, al netto delle antipatie personali che immagino facciano parte, inevitabilmente, del corredo alle polemiche sotterranee, la questione centrale dell'utilizzo e della gestione degli spazi pubblici in questa città sia finalmente emersa.
La notizia della concessione, da parte del comune di Bisceglie, di un contributo di 160 mila euro al Teatro pubblico pugliese per l'organizzazione della stagione teatrale 2018-2019 del Garibaldi ha suscitato - incredibile ma vero - reazioni tese a cercare di definire la congruità della cifra "investita" rispetto alla qualità e alla qualità dell'offerta culturale.
Non possedendo le competenze necessarie per fare valutazioni di questo tipo e non disponendo dell'opportunità di confrontare il calendario di quest'annata con quelli precedenti, mi limito a chiedere: è "normale" che molti operatori culturali biscegliesi (c'è chi ritiene quasi tutti!) siano esclusi da qualsiasi tipo di coinvolgimento nella programmazione del cartellone? Perché i loro spettacoli, le loro proposte, le loro esperienze, le loro capacità, le loro idee non sono tenuti in considerazione? È davvero possibile che siano tutti scarsi?
Vorremmo capire anche noi, giornalisti non allineati al mainstream, estranei al cerchio magico degli amici. Sempre che ci sia concesso ancora il diritto di fare domande e riservato l'onore di ricevere risposte. Sappiamo parlare italiano e abbiamo una sensibilità anche noi. Con buona pace di chi ci ignora, non ci risponde e non ci ritiene alla sua "altezza" soltanto perché non siamo radical chic.
Ho l'impressione che, al netto delle antipatie personali che immagino facciano parte, inevitabilmente, del corredo alle polemiche sotterranee, la questione centrale dell'utilizzo e della gestione degli spazi pubblici in questa città sia finalmente emersa.
La notizia della concessione, da parte del comune di Bisceglie, di un contributo di 160 mila euro al Teatro pubblico pugliese per l'organizzazione della stagione teatrale 2018-2019 del Garibaldi ha suscitato - incredibile ma vero - reazioni tese a cercare di definire la congruità della cifra "investita" rispetto alla qualità e alla qualità dell'offerta culturale.
Non possedendo le competenze necessarie per fare valutazioni di questo tipo e non disponendo dell'opportunità di confrontare il calendario di quest'annata con quelli precedenti, mi limito a chiedere: è "normale" che molti operatori culturali biscegliesi (c'è chi ritiene quasi tutti!) siano esclusi da qualsiasi tipo di coinvolgimento nella programmazione del cartellone? Perché i loro spettacoli, le loro proposte, le loro esperienze, le loro capacità, le loro idee non sono tenuti in considerazione? È davvero possibile che siano tutti scarsi?
Vorremmo capire anche noi, giornalisti non allineati al mainstream, estranei al cerchio magico degli amici. Sempre che ci sia concesso ancora il diritto di fare domande e riservato l'onore di ricevere risposte. Sappiamo parlare italiano e abbiamo una sensibilità anche noi. Con buona pace di chi ci ignora, non ci risponde e non ci ritiene alla sua "altezza" soltanto perché non siamo radical chic.