Buongiorno
La partita delle comunali e l'elemento di novità
Il blog di Vito Troilo
domenica 11 marzo 2018
9.30
Sono trascorsi appena sette giorni dal voto politico in Italia. Le approfondite e accurate analisi degli esiti e delle possibili ripercussioni sul territorio e in particolare a Bisceglie hanno tenuto decisamente banco, in considerazione della sempre più imminente (qualcuno oserebbe definirla "incombente") scadenza elettorale amministrativa.
Gli esperti, a vario titolo, si sono espressi sulle potenziali ricadute dei risultati ottenuti in città dal Movimento 5 Stelle, dalla coalizione di centrodestra e dall'aggregazione parziale di centrosinistra a guida Pd sulle comunali di maggio (o giugno, la data del primo turno non è stata ancora stabilita). Il rovinoso dato di Francesco Spina, che ha raccolto poco meno di due punti percentuali di consenso per ciascuno dei dodici anni in cui ha indossato la fascia da sindaco, ha incoraggiato l'azione di coloro che si sono caratterizzati per avergli fatto opposizione: chi da sempre, come Angelantonio Angarano, che forse non a caso ha annunciato per primo la sua candidatura, chi in tempi più recenti.
È il caso di Gianni Casella, già vicesindaco di Spina nel periodo compreso tra giugno 2011 e febbraio 2013 : un'altra epoca. Schierato dal centrodestra e sconfitto al ballottaggio cinque anni fa, ha interpretato nel migliore dei modi il suo ruolo di esponente delle minoranze e ora rivendica, legittimamente, l'aspirazione a rappresentare una fetta consistente dell'elettorato biscegliese. Quello che Casella annuncerà in mattinata sarà lo scatto dai blocchi di una corsa solitaria, il segnale di disponibilità a un confronto programmatico con altri soggetti civici o entrambe le cose?
La partita è già cominciata ma l'impressione è che non tutti i giocatori siano ancora seduti al tavolo, anche perché un effetto innegabile di quanto accaduto il 4 marzo a Bisceglie è il cambio del mazziere. Le carte, per questo giro, non le distribuisce Spina. Tocca ai 5 Stelle, paradossalmente in difficoltà per il clamoroso successo ottenuto e l'inaspettata elezione alla Camera di Davide Galantino, esponente di un gruppo di attivisti diverso da quelli che hanno siglato di recente un armistizio per fare sintesi (e presentare una lista certificabile).
L'elemento di novità, in ogni caso, è il "terrore" (mi si passi il termine per il significato figurativo) di un'affermazione pentastellata sull'onda dell'entusiasmo tale da spingere un buon candidato sindaco al ballottaggio che, conoscendo le capacità autodistruttive degli altri contendenti, il Movimento avrebbe molte chances di vincere. Tenere conto di questa eventualità sarà indispensabile per valutare le mosse degli altri protagonisti sul campo, che in pubblico smentiranno evocando il voto di preferenza e la totale differenza fra le politiche e le comunali. Eppure l'ostinazione con cui quasi il 50% dei biscegliesi andati alle urne ha scelto un simbolo a prescindere dai nomi dei candidati dovrebbe far riflettere. Buongiorno.
Gli esperti, a vario titolo, si sono espressi sulle potenziali ricadute dei risultati ottenuti in città dal Movimento 5 Stelle, dalla coalizione di centrodestra e dall'aggregazione parziale di centrosinistra a guida Pd sulle comunali di maggio (o giugno, la data del primo turno non è stata ancora stabilita). Il rovinoso dato di Francesco Spina, che ha raccolto poco meno di due punti percentuali di consenso per ciascuno dei dodici anni in cui ha indossato la fascia da sindaco, ha incoraggiato l'azione di coloro che si sono caratterizzati per avergli fatto opposizione: chi da sempre, come Angelantonio Angarano, che forse non a caso ha annunciato per primo la sua candidatura, chi in tempi più recenti.
È il caso di Gianni Casella, già vicesindaco di Spina nel periodo compreso tra giugno 2011 e febbraio 2013 : un'altra epoca. Schierato dal centrodestra e sconfitto al ballottaggio cinque anni fa, ha interpretato nel migliore dei modi il suo ruolo di esponente delle minoranze e ora rivendica, legittimamente, l'aspirazione a rappresentare una fetta consistente dell'elettorato biscegliese. Quello che Casella annuncerà in mattinata sarà lo scatto dai blocchi di una corsa solitaria, il segnale di disponibilità a un confronto programmatico con altri soggetti civici o entrambe le cose?
La partita è già cominciata ma l'impressione è che non tutti i giocatori siano ancora seduti al tavolo, anche perché un effetto innegabile di quanto accaduto il 4 marzo a Bisceglie è il cambio del mazziere. Le carte, per questo giro, non le distribuisce Spina. Tocca ai 5 Stelle, paradossalmente in difficoltà per il clamoroso successo ottenuto e l'inaspettata elezione alla Camera di Davide Galantino, esponente di un gruppo di attivisti diverso da quelli che hanno siglato di recente un armistizio per fare sintesi (e presentare una lista certificabile).
L'elemento di novità, in ogni caso, è il "terrore" (mi si passi il termine per il significato figurativo) di un'affermazione pentastellata sull'onda dell'entusiasmo tale da spingere un buon candidato sindaco al ballottaggio che, conoscendo le capacità autodistruttive degli altri contendenti, il Movimento avrebbe molte chances di vincere. Tenere conto di questa eventualità sarà indispensabile per valutare le mosse degli altri protagonisti sul campo, che in pubblico smentiranno evocando il voto di preferenza e la totale differenza fra le politiche e le comunali. Eppure l'ostinazione con cui quasi il 50% dei biscegliesi andati alle urne ha scelto un simbolo a prescindere dai nomi dei candidati dovrebbe far riflettere. Buongiorno.