Ci vuole orecchio
Leonardo Lamacchia
L'artista barese presenta il suo nuovo singolo intitolato "Le chiavi del mio mondo"
mercoledì 7 giugno 2017
13.36
Nato a Bari nel 1994, ha 22 anni e ama la musica fin da quando era piccolo.
Conosciuto con lo pseudonimo di Leo Stalin, si è esibito al teatro Petruzzelli della sua città e ha provato a partecipare sia ad Amici di Maria De Filippi che ad XFactor, ma non è stato selezionato per nessuno dei due talent show. Lo scorso anno, però, è stato scelto come una delle Nuove Proposte di Sanremo 2017, al quale partecipa portando sul palco del teatro il brano Ciò che resta.
Cosa ha significato per te partecipare all'ultima edizione del Festival di Sanremo?
Credo che sia stata la realizzazione di un sogno fatto di condivisione e duro lavoro che ci ha permesso di centrare l'obiettivo.
Quali sono state le tue influenze musicali che hanno costituito il tuo attuale background musicale e artistico?
Momentaneamente ascolto tutta la musica cantautorale italiana che contribuisce notevolmente alla formazione della mia personalità artistica e umana.
Il tuo brano intitolato "Cio che resta" racconta la fine di una storia d'amore vissuta intensamente e senza rimpianto da entrambi i partner….
Questa canzone parla della fine di un percorso sentimentale che trova forza nel sentimento vissuto senza nessun rimpianto. Bisogna andare avanti e portare con se ciò che di bello c'è stato tralasciando tutto il resto.
Il tuo primo ep vanta numerose collaborazioni di importanti autori tra cui: Gianni Pollex, Mauro Lusini e Ermal Meta. Che tipo di contributi hanno apportato al tuo progetto discografico?
Abbiamo cercato di mettere in campo tutte le emozioni possibili e immaginabili non tralasciando nessun particolare. È stato bellissimo prendere da ognuno di loro un trucco del mestiere che ti fa capire che la musica deve essere fatta di professionalità.
Quali sono le tematiche che affronti all'interno del tuo lavoro?
Il progetto discografico parla di visioni della vita e dell'amore diverse tra di loro. Questo lavoro va ascoltato come un libro da sfogliare perché ogni canzone è propedeutica alla successiva.
Perché nasce l'esigenza di scrivere?
È una cosa che viene spontanea e senza pensarci. Credo che sia più un bisogno che una scelta.
Qual è stato il brano che ti ha colpito di più tra quelli dei tuoi colleghi che hanno partecipato nella sezione giovani?
Reputo Maldestro uno dei migliori autori della nuova scuola cantautorale italiana.
Gli artisti riportano nelle canzoni quello che gli manca nella propria vita?
Gli artisti parlano di qualsiasi argomento in relazione a ciò che già esiste. Risulta difficile parlare di qualcosa che non ci appartiene.
Cosa sognavi da bambino oltre la musica?
Ho sempre sognato di esibirmi sul palco di Sanremo portando un brano scritto e composto da me. Non rimpiango nulla e rifarei tutto quello che ho fatto fino ad ora.
Conosciuto con lo pseudonimo di Leo Stalin, si è esibito al teatro Petruzzelli della sua città e ha provato a partecipare sia ad Amici di Maria De Filippi che ad XFactor, ma non è stato selezionato per nessuno dei due talent show. Lo scorso anno, però, è stato scelto come una delle Nuove Proposte di Sanremo 2017, al quale partecipa portando sul palco del teatro il brano Ciò che resta.
Cosa ha significato per te partecipare all'ultima edizione del Festival di Sanremo?
Credo che sia stata la realizzazione di un sogno fatto di condivisione e duro lavoro che ci ha permesso di centrare l'obiettivo.
Quali sono state le tue influenze musicali che hanno costituito il tuo attuale background musicale e artistico?
Momentaneamente ascolto tutta la musica cantautorale italiana che contribuisce notevolmente alla formazione della mia personalità artistica e umana.
Il tuo brano intitolato "Cio che resta" racconta la fine di una storia d'amore vissuta intensamente e senza rimpianto da entrambi i partner….
Questa canzone parla della fine di un percorso sentimentale che trova forza nel sentimento vissuto senza nessun rimpianto. Bisogna andare avanti e portare con se ciò che di bello c'è stato tralasciando tutto il resto.
Il tuo primo ep vanta numerose collaborazioni di importanti autori tra cui: Gianni Pollex, Mauro Lusini e Ermal Meta. Che tipo di contributi hanno apportato al tuo progetto discografico?
Abbiamo cercato di mettere in campo tutte le emozioni possibili e immaginabili non tralasciando nessun particolare. È stato bellissimo prendere da ognuno di loro un trucco del mestiere che ti fa capire che la musica deve essere fatta di professionalità.
Quali sono le tematiche che affronti all'interno del tuo lavoro?
Il progetto discografico parla di visioni della vita e dell'amore diverse tra di loro. Questo lavoro va ascoltato come un libro da sfogliare perché ogni canzone è propedeutica alla successiva.
Perché nasce l'esigenza di scrivere?
È una cosa che viene spontanea e senza pensarci. Credo che sia più un bisogno che una scelta.
Qual è stato il brano che ti ha colpito di più tra quelli dei tuoi colleghi che hanno partecipato nella sezione giovani?
Reputo Maldestro uno dei migliori autori della nuova scuola cantautorale italiana.
Gli artisti riportano nelle canzoni quello che gli manca nella propria vita?
Gli artisti parlano di qualsiasi argomento in relazione a ciò che già esiste. Risulta difficile parlare di qualcosa che non ci appartiene.
Cosa sognavi da bambino oltre la musica?
Ho sempre sognato di esibirmi sul palco di Sanremo portando un brano scritto e composto da me. Non rimpiango nulla e rifarei tutto quello che ho fatto fino ad ora.