Colloquio con l'assente
Poesia per la pace
La poesia di Liliana Salerno
martedì 5 dicembre 2023
Liliana Salerno ritorna alla sua rubrica letteraria riproponendo liriche adolescenziali con la silloge Colloquio con l'Assente, che ripercorre i versi nati agli albori della sua intensa attività letteraria. (Graziella De Cillis)
Veleggiava un Veloce Veliero
al largo dei miei sogni solitari ...
Accidentati segni attesi, invano attesi.
Sentiva
un muggito lontano. Fumo. Trombe di
Guerra,
Fumo - e di Latta - ahimè! Dissipò l'Aurora;
Infelicità Nuova, presagio di Nuvole ardenti,
- attorcente atterrito
atterraggio -
dell'Anima, oltre il coraggio, - casualità nuova -
terrore, terrore selvaggio - Mai più. Mai più.
Nulla sarà come prima. Nulla.
Atroce impostura,
menzogna,
Letteratura.
II°
Scorreranno anni,
disattese promesse, solenni, iridescenti.
AURORE dismesse Vuoto
perspicacia galattica insondabile.
Bruttura Scrittura
sovente rumorosa Iattura.
S'intreccia la macumba,
tace nell'alba sontuosa,
Vestigia Incorrotte di Nebbia.
Totale disadorno paesaggio
palustre rancura priva di sorgente
Natura sacrificale ARA
Altare di Nulla
Perduto artificio di gente.
Passato ...
Passato inammissibile
insondabile Vento remoto,
Evocato e presto Giunto:
Dissolveremo quest'alba
Fulgente
Arrossata dal Sangue di ieri.
Non ci giunga
la sua Eco infausta,
oscuro presagio di morte.
Morte Cavalcando Lontani
dodici guerrieri giungono
Rodono la strada macchinari
Macchinari infernali polverosa!
Giungono locuste, luccicanti
Armature, cotte sottese maglie,
Ferrame Violente cozzano
infrangibili Lame Cerco il verso
nella polvere il Verso che ridica
Anatomizzi, ricicli il passato
più nuovo, asettico
Lame nette di Sangue
oscuramente diacce, Bianche.
Giacciono le armature negli angoli
bui dei castelli aviti,
Giacciono inermi, atone, vuote.
Scalpiccio solitario d'un qualche
passante getta il Bimbo
il pezzetto stracciato di carta
Coriandoli del Biglietto d'Ingresso
sulla faccia dell'Armatura
più truce, e sembra gridare
al Mondo:
"Donatemi un'altra cultura!"
Veleggiava un Veloce Veliero
al largo dei miei sogni solitari ...
Accidentati segni attesi, invano attesi.
Sentiva
un muggito lontano. Fumo. Trombe di
Guerra,
Fumo - e di Latta - ahimè! Dissipò l'Aurora;
Infelicità Nuova, presagio di Nuvole ardenti,
- attorcente atterrito
atterraggio -
dell'Anima, oltre il coraggio, - casualità nuova -
terrore, terrore selvaggio - Mai più. Mai più.
Nulla sarà come prima. Nulla.
Atroce impostura,
menzogna,
Letteratura.
II°
Scorreranno anni,
disattese promesse, solenni, iridescenti.
AURORE dismesse Vuoto
perspicacia galattica insondabile.
Bruttura Scrittura
sovente rumorosa Iattura.
S'intreccia la macumba,
tace nell'alba sontuosa,
Vestigia Incorrotte di Nebbia.
Totale disadorno paesaggio
palustre rancura priva di sorgente
Natura sacrificale ARA
Altare di Nulla
Perduto artificio di gente.
Passato ...
Passato inammissibile
insondabile Vento remoto,
Evocato e presto Giunto:
Dissolveremo quest'alba
Fulgente
Arrossata dal Sangue di ieri.
Non ci giunga
la sua Eco infausta,
oscuro presagio di morte.
Morte Cavalcando Lontani
dodici guerrieri giungono
Rodono la strada macchinari
Macchinari infernali polverosa!
Giungono locuste, luccicanti
Armature, cotte sottese maglie,
Ferrame Violente cozzano
infrangibili Lame Cerco il verso
nella polvere il Verso che ridica
Anatomizzi, ricicli il passato
più nuovo, asettico
Lame nette di Sangue
oscuramente diacce, Bianche.
Giacciono le armature negli angoli
bui dei castelli aviti,
Giacciono inermi, atone, vuote.
Scalpiccio solitario d'un qualche
passante getta il Bimbo
il pezzetto stracciato di carta
Coriandoli del Biglietto d'Ingresso
sulla faccia dell'Armatura
più truce, e sembra gridare
al Mondo:
"Donatemi un'altra cultura!"