Che bella la settimana della moda... O forse no
Che bella la settimana della moda... O forse no
Fashion & Trends

Che bella la settimana della moda... O forse no

Tratto da una storia vera: la mia

Facciamo un po' di chiarezza…
Le fashion week non sono solo un crogiolo di blogger, VIP e gente stramba che nella speranza di essere fotografata dal Bill Cunnigham di turno fa file interminabili e rosica quando anziché il loro sgargiantissimo look handmade è fotografata l'elegante signora bionda con la Kelly sottobraccio.

La fashion week è l'evento mondano più importante dell'anno in cui non sono solo le sfilate a richiamare una gigantesca attenzione di massa ma la quantità di eventi, mostre fotografiche, videoproiezioni e party più o meno esclusivi ai quali la maggior parte di voi (me compresa) vorrebbe partecipare.

Le città che ospitano le fashion week più prestigiose sono Milano, Parigi, Londra e New York e ogni anno vengono dedicate quattro settimane al prêt à porter: due per la moda femminile e due per la moda maschile.

Le sfilate per l'uomo si tengono in gennaio e a giugno, quelle per la donna a febbraio e in settembre e in tutti i casi le fashion week iniziano con New York, poi Londra, Milano e infine Parigi.
In ogni settimana della moda vengono presentate le collezioni che saranno in vendita l'anno successivo.
A settembre, ad esempio, sfilano i capi per la primavera/estate che saranno nei negozi circa sei mesi dopo.

Produrre dei vestiti non è semplice perché è necessario muoversi con largo anticipo, organizzare una campagna vendite, pubblicizzare la collezione, cercare un ufficio stampa che si occupi di divulgare un press kit completo ai giornalisti... Insomma è un gran lavoro, che oltretutto fattura anche un bel po', ed è necessario farlo per bene.

In teoria io so tutto delle fashion week, come sono nate, chi le organizza e altre noiosissime storie che potete leggere altrove ma che in questo momento non approfondirò.
In pratica però non ho avuto grande esperienza sul campo perché nonostante io frequenti una scuola di moda l'unica cosa che il suddetto istituto mi offre è una educazione e una shopping bag a inizio anno.
Nessun invito, nessun posto in prima fila e l'unica possibilità di poter accedere a una sfilata è accettare di fare la vestiarista.
Che fortuna direte!
Tutti quei modelli in mutande, e l'open bar nel backstage!!! NO.

Mi è capitato un anno fa di dover vestire un cinese di 2 metri e dovergli mettere al collo un'elaborata sciarpa…
Io sono alta circa 1.58 e quel genio di ragazzo non accennava a chinare la testa nonostante fosse ovvio che la differenza di altezza fosse un problema.
Ho iniziato a saltare e a lanciare la sciarpa neanche dovessi prendere la sua testa al lazo e finalmente dopo qualche tentativo ci sono riuscita.

Però ho sbagliato a mettergli le scarpe e lo stilista mi ha fulminata con lo sguardo e lì ho capito che se per partecipare alla settimana della moda avessi necessariamente dovuto vestire della gente troppo più alta di me, sarei volentieri rimasta a casa, in pigiama, a mangiare la Nutella col cucchiaio.

Però anche io, ho avuto il mio attimo di celebrità riuscendo ad assistere alla sfilata di Moschino dell'anno scorso grazie alla maestria di un amico che ha letteralmente rubato due inviti dalla gigantesca pila riservata al suo Boss.
Peccato che sugli inviti ci fosse scritto "aiuto fotografo" e il buttafuori quando ci ha visti arrivare, splendide ma sprovviste di macchina fotografica ha lasciato vi accedessimo solo per pietà lanciandoci orribili sguardi di disappunto.

Però sti cavoli: è stato bellissimo, mi sono sentita una super figa e ho anche visto dal vivo Paris Hilton.
Non l'ho potuta toccare (probabilmente mi avrebbero arrestata) ma sono convinta fosse fatta di silicone… e non solo.
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