Fashion & Trends
Non è la lunghezza di una gonna a trasformare l'uomo in bestia
Il problema principale è la mancanza di norme nell'industria della moda
lunedì 23 ottobre 2017
15.40
Quando Asia Argento ha denunciato il produttore della Miramax Harvey Weinstein di Sexual harassment, quattro teste di cavolo le hanno vomitato addosso tutto il disprezzo possibile credendo fosse logico definirla una prostituta, quindi consenziente.
Invece di ricevere quelle due parole di conforto che alleggeriscono il peso di aver nascosto per anni i segni di una violenza, per molti la sua denuncia è stata "un lamento tardivo", una lagnanza un po' squallida.
Facciamo un passo indietro.
Le donne che hanno denunciato il produttore cinematografico (Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Mira Sorvino, Lucia Evans, Rosanna Arquette, Katherine Kendall, Ashley Judd, Léa Seydoux, Cara Delevingne…) raccontando il suo modus operandi hanno tutte una cosa in comune. Quando, col pretesto di un meeting, un orco ti sbottona i jeans e ficca le zozze mani sotto la camicetta, puoi scappare via o restare lì, pietrificata, sperando che lui faccia in fretta e ti lasci andare.
Le attrici che hanno lasciato fare Weinstein hanno taciuto per non essere considerate, dall'opinione pubblica, delle arriviste bugiarde mentre quelle che sono scappate non hanno più fatto cinema.
Tra tutti i commenti in rete i peggiori sono le offese di donne succubi dei loro mariti grassi e di figli ingrati, che hanno espresso la loro da buone madri di famiglia accusando le vittime di aver parlato troppo tardi. Quando è "troppo tardi"?
Quando la storia dopo 10 anni cade in prescrizione perché non frega più a nessuno parlarne?
Chi difende questo scempio cercando di dargli un senso sia consapevole che non c'è logica, solo una ripetizione in serie di azioni metodiche, che iniziano con la richiesta di un massaggio in qualche suite insonorizzata.
Il problema di Weinstein è nella sua testa.
I narcisisti seriali sono sociopatici anaffettivi con forti disturbi di personalità borderline. Non sono speciali, sono solo fuori come i balconi.
Andare in terapia, parlare con uno psichiatra è l'unico modo per placare gli istinti irrazionali ma se non c'è rimorso non vi è nessuna possibilità di guarigione perché è l'incapacità di riconoscere un problema, il problema stesso.
Le turbe di Weinstein forse hanno radici profonde o magari guardarsi allo specchio e constatare che il suo "attrezzo" non sarebbe cresciuto proporzionalmente alla sua fama lo ha destabilizzato ma ora mi rendo conto che ragionare in questi termini sarebbe riduttivo, perchè il problema reale è una mente malfunzionante, non un corpo esteticamente spiacevole.
Sarebbe meraviglioso essere capace di riconoscere un pervertito per poterlo evitare (o nel caso siate più coraggiose di me, potreste mozzargli l'affare e appuntarvelo al petto come una spilla da suffragette) ma la psicopatia latente non ha un volto.
Il mondo dello spettacolo nasconde i suoi segreti così gelosamente che raccogliere delle prove è pressochè impossibile. Tutta questa storia non sarebbe venuta a galla se non fossero arrivate tonnellate di denunce alla Miramax.
La mancanza di norme nell'industria della moda è il problema principale.
Non c'è nessun ente regolatore che vigili sulle agenzie che procacciano i diversi contratti ad attrici e modelle.
In sostanza sono ibere professioniste ma una parte del loro stipendio viene trattenuto dai manager e la libertà di poter lavorare in proprio è solo un vago ricordo adolescenziale.
Le modelle, le attrici e tutte quelle che fanno parte dello showbiz non possono nemmeno denunciare i datori di lavoro per molestie sessuali, perché tecnicamente non sono delle dipendenti.
Ora la domanda sorge spontanea.
È così facile per voi, davanti alla tastiera del vostro pc, esprimere un'opinione negativa su queste donne solo perché con i loro tacchi a spillo e i monokini appaiano ai vostri occhi come un branco di pornostar?
Il problema delle molestie sessuali è reale.
Nel mondo della moda, dello spettacolo, in fila alla posta, nella vostra palestra, nel palazzo in cui abitate.
Questa storia dello scandalo alla Miramax non sconvolge più di tanto.
Harvey Weinstein non è certo il primo ad aver forse abusato del suo potere ma la cosa più triste è che ci sono centinaia di psicopatici peggiori.
Apri gli occhi, apri le orecchie e se la situazione non ti ispira inizia a correre. Ovviamente la mia ansia e la propensione naturale al melodramma non devono costringerti a girare con una stilografica acuminata e accoltellare tutti i tipi che ti fermano nei club, o i signori che gentilmente si complimentano della tua piega fresca di parrucchiere.
La prossima volta però, quando ascolteremo o leggeremo orribili notizie di stupri e violenze di genere non saltiamo alla conclusione che sia stata la lunghezza di una gonna a trasformare l'uomo in bestia.
Invece di ricevere quelle due parole di conforto che alleggeriscono il peso di aver nascosto per anni i segni di una violenza, per molti la sua denuncia è stata "un lamento tardivo", una lagnanza un po' squallida.
Facciamo un passo indietro.
Le donne che hanno denunciato il produttore cinematografico (Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Mira Sorvino, Lucia Evans, Rosanna Arquette, Katherine Kendall, Ashley Judd, Léa Seydoux, Cara Delevingne…) raccontando il suo modus operandi hanno tutte una cosa in comune. Quando, col pretesto di un meeting, un orco ti sbottona i jeans e ficca le zozze mani sotto la camicetta, puoi scappare via o restare lì, pietrificata, sperando che lui faccia in fretta e ti lasci andare.
Le attrici che hanno lasciato fare Weinstein hanno taciuto per non essere considerate, dall'opinione pubblica, delle arriviste bugiarde mentre quelle che sono scappate non hanno più fatto cinema.
Tra tutti i commenti in rete i peggiori sono le offese di donne succubi dei loro mariti grassi e di figli ingrati, che hanno espresso la loro da buone madri di famiglia accusando le vittime di aver parlato troppo tardi. Quando è "troppo tardi"?
Quando la storia dopo 10 anni cade in prescrizione perché non frega più a nessuno parlarne?
Chi difende questo scempio cercando di dargli un senso sia consapevole che non c'è logica, solo una ripetizione in serie di azioni metodiche, che iniziano con la richiesta di un massaggio in qualche suite insonorizzata.
Il problema di Weinstein è nella sua testa.
I narcisisti seriali sono sociopatici anaffettivi con forti disturbi di personalità borderline. Non sono speciali, sono solo fuori come i balconi.
Andare in terapia, parlare con uno psichiatra è l'unico modo per placare gli istinti irrazionali ma se non c'è rimorso non vi è nessuna possibilità di guarigione perché è l'incapacità di riconoscere un problema, il problema stesso.
Le turbe di Weinstein forse hanno radici profonde o magari guardarsi allo specchio e constatare che il suo "attrezzo" non sarebbe cresciuto proporzionalmente alla sua fama lo ha destabilizzato ma ora mi rendo conto che ragionare in questi termini sarebbe riduttivo, perchè il problema reale è una mente malfunzionante, non un corpo esteticamente spiacevole.
Sarebbe meraviglioso essere capace di riconoscere un pervertito per poterlo evitare (o nel caso siate più coraggiose di me, potreste mozzargli l'affare e appuntarvelo al petto come una spilla da suffragette) ma la psicopatia latente non ha un volto.
Il mondo dello spettacolo nasconde i suoi segreti così gelosamente che raccogliere delle prove è pressochè impossibile. Tutta questa storia non sarebbe venuta a galla se non fossero arrivate tonnellate di denunce alla Miramax.
La mancanza di norme nell'industria della moda è il problema principale.
Non c'è nessun ente regolatore che vigili sulle agenzie che procacciano i diversi contratti ad attrici e modelle.
In sostanza sono ibere professioniste ma una parte del loro stipendio viene trattenuto dai manager e la libertà di poter lavorare in proprio è solo un vago ricordo adolescenziale.
Le modelle, le attrici e tutte quelle che fanno parte dello showbiz non possono nemmeno denunciare i datori di lavoro per molestie sessuali, perché tecnicamente non sono delle dipendenti.
Ora la domanda sorge spontanea.
È così facile per voi, davanti alla tastiera del vostro pc, esprimere un'opinione negativa su queste donne solo perché con i loro tacchi a spillo e i monokini appaiano ai vostri occhi come un branco di pornostar?
Il problema delle molestie sessuali è reale.
Nel mondo della moda, dello spettacolo, in fila alla posta, nella vostra palestra, nel palazzo in cui abitate.
Questa storia dello scandalo alla Miramax non sconvolge più di tanto.
Harvey Weinstein non è certo il primo ad aver forse abusato del suo potere ma la cosa più triste è che ci sono centinaia di psicopatici peggiori.
Apri gli occhi, apri le orecchie e se la situazione non ti ispira inizia a correre. Ovviamente la mia ansia e la propensione naturale al melodramma non devono costringerti a girare con una stilografica acuminata e accoltellare tutti i tipi che ti fermano nei club, o i signori che gentilmente si complimentano della tua piega fresca di parrucchiere.
La prossima volta però, quando ascolteremo o leggeremo orribili notizie di stupri e violenze di genere non saltiamo alla conclusione che sia stata la lunghezza di una gonna a trasformare l'uomo in bestia.