Fuorisede
«Ricordatevi di noi»
L'appello di un biscegliese che vive e lavora al nord
lunedì 27 aprile 2020
17.36
Ricordatevi di noi. È questo il mio appello. L'appello che mi sento di fare a nome di tutti i "fuorisede" abbandonati in questo periodo di pandemia. Vivo e lavoro a Milano, ma vorrei tanto tornare nella mia Bisceglie. Qui purtroppo siamo stati dimenticati da tutti, abbandonati da chi ci governa.
Ho percepito il mio ultimo stipendio a febbraio (qui il lockdown è iniziato prima), e non sono tra quelli che dopo la "chiusura" dell'Italia intera è corso in stazione per salire sul famosissimo Intercity notte, rischiando di provocare focolai anche in Puglia
A due mesi esatti dall'inizio del lockdown, i primi problemi iniziano a venir a galla: lo stato non eroga ancora la Cassa integrazione in deroga, i proprietari di casa richiedono gli affitti e ultimo ma non in ordine d'importanza dobbiamo pur mangiare...
Non tutte le famiglie possono aiutare i propri cari che sono andati via per costruirsi un futuro migliore.
Ho anche perso mio nonno in questi giorni, ma son rimasto qui a Milano, perché non c'era alcun motivo di tornare a casa.
Dopo la conferenza stampa di domenica sera in cui il premier Conte ha annunciato la tanto attesa "Fase 2", mi è parso di capire che dal 4 maggio potrò tornare a casa, nella mia Bisceglie. Ovviamente con tutte le precauzioni di questo mondo. Voglio farlo per riabbracciare i miei cari, ma sopratutto perché a breve dovrò lasciare il mio domicilio (sì: non riesco più a pagare l'affitto).
Ma non abbiamo ancora soluzioni che ci permettano di raggiungere i nostri indirizzi di residenza, o perlomeno attraverso il trasporto pubblico.
Il mio appello lo rivolgo a tutta la classe politica della mia città, al presidente della nostra Regione e ai deputati e senatori che rappresentano il territorio: voglio, anzi vogliamo, risposte certe per tornare a casa o, se questo non fosse possibile, aiuti che ci permettano di raggiungere l'uscita di questo tunnel.
Ce la faremo? Forse...
Andrà tutto bene? Lo spero.
Ho percepito il mio ultimo stipendio a febbraio (qui il lockdown è iniziato prima), e non sono tra quelli che dopo la "chiusura" dell'Italia intera è corso in stazione per salire sul famosissimo Intercity notte, rischiando di provocare focolai anche in Puglia
A due mesi esatti dall'inizio del lockdown, i primi problemi iniziano a venir a galla: lo stato non eroga ancora la Cassa integrazione in deroga, i proprietari di casa richiedono gli affitti e ultimo ma non in ordine d'importanza dobbiamo pur mangiare...
Non tutte le famiglie possono aiutare i propri cari che sono andati via per costruirsi un futuro migliore.
Ho anche perso mio nonno in questi giorni, ma son rimasto qui a Milano, perché non c'era alcun motivo di tornare a casa.
Dopo la conferenza stampa di domenica sera in cui il premier Conte ha annunciato la tanto attesa "Fase 2", mi è parso di capire che dal 4 maggio potrò tornare a casa, nella mia Bisceglie. Ovviamente con tutte le precauzioni di questo mondo. Voglio farlo per riabbracciare i miei cari, ma sopratutto perché a breve dovrò lasciare il mio domicilio (sì: non riesco più a pagare l'affitto).
Ma non abbiamo ancora soluzioni che ci permettano di raggiungere i nostri indirizzi di residenza, o perlomeno attraverso il trasporto pubblico.
Il mio appello lo rivolgo a tutta la classe politica della mia città, al presidente della nostra Regione e ai deputati e senatori che rappresentano il territorio: voglio, anzi vogliamo, risposte certe per tornare a casa o, se questo non fosse possibile, aiuti che ci permettano di raggiungere l'uscita di questo tunnel.
Ce la faremo? Forse...
Andrà tutto bene? Lo spero.