Il pizzicotto
L'angelo rosso di via Giovanni Bovio
Il blog di Serena Ferrara
lunedì 25 dicembre 2017
10.39
Non so che tipo di annunciazione possa rappresentare un angelo incastrato in un semaforo.
Sta di fatto che incanta.
Messo lì, per caso, in quella calotta rossa, a segnalarti che è il momento di fermarti ed aspettare.
Brilla i secondi che servono alle auto provenienti da via Giovanni Bovio e dirette su va Imbriani e viceversa, a sfilarsi accanto, ad incrociarsi un attimo per raggiungere altre mete. E mi lascia a bocca aperta.
Ho scoperto la curiosa, casuale, deformazione alla lanterna pedonale del semaforo più prossimo a piazza Margherita di Savoia il 24 dicembre.
E l'ho trovata talmente suggestiva da voler condividere la scoperta con chi ha la mia stessa idea del Natale.
Il Natale. Questa grande macchina scollata da tempo dal suo significato intimo di rievocazione religiosa, conserva una forza taumaturgica straordinaria: mette attorno ad un tavolo milioni di famiglie, rende caritatevoli i meno portati all'altruismo, rasserena gli animi di chi sembra non riuscire a riappacificarsi con se stesso e il mondo attorno.
Porta una cosa preziosissima in tutti i luoghi di sofferenza nel resto dell'anno ignorati dai più: l'allegria.
Trovo il Natale un lenitivo efficacissimo, un ricostituente senza pari, una calamita genetica che, tra parenti e consanguinei, funziona più del potente magnete mai generato dall'uomo o dalla natura.
Eppure non è altro che una convenzione, come milioni di altre. Come il linguaggio, il calendario, i simboli della matematica e quelli delle carte da gioco, come i camici di medici e infermieri, come le feste di compleanno e i segnali stradali.
Il fatto è che, a differenza delle altre consuetudini, il Natale ti nasce dentro.
Non c'è luce, dono, panettone che tenga, senza un'esatta predisposizione alla gioia, che è quella cosa che o hai dentro o ti conquisti nel quotidiano. Qualcuno la chiama Fede, ma è anche questa una convenzione.
Come gli auguri, che porgo a chi è in grado di vedere angeli che lampeggiano incastrati nei semafori e a chi si meraviglia ancora del Natale.
A tutti gli altri, auguri affinché ad un prossimo Natale ci si possa meravigliare tutti insieme.
Sta di fatto che incanta.
Messo lì, per caso, in quella calotta rossa, a segnalarti che è il momento di fermarti ed aspettare.
Brilla i secondi che servono alle auto provenienti da via Giovanni Bovio e dirette su va Imbriani e viceversa, a sfilarsi accanto, ad incrociarsi un attimo per raggiungere altre mete. E mi lascia a bocca aperta.
Ho scoperto la curiosa, casuale, deformazione alla lanterna pedonale del semaforo più prossimo a piazza Margherita di Savoia il 24 dicembre.
E l'ho trovata talmente suggestiva da voler condividere la scoperta con chi ha la mia stessa idea del Natale.
Il Natale. Questa grande macchina scollata da tempo dal suo significato intimo di rievocazione religiosa, conserva una forza taumaturgica straordinaria: mette attorno ad un tavolo milioni di famiglie, rende caritatevoli i meno portati all'altruismo, rasserena gli animi di chi sembra non riuscire a riappacificarsi con se stesso e il mondo attorno.
Porta una cosa preziosissima in tutti i luoghi di sofferenza nel resto dell'anno ignorati dai più: l'allegria.
Trovo il Natale un lenitivo efficacissimo, un ricostituente senza pari, una calamita genetica che, tra parenti e consanguinei, funziona più del potente magnete mai generato dall'uomo o dalla natura.
Eppure non è altro che una convenzione, come milioni di altre. Come il linguaggio, il calendario, i simboli della matematica e quelli delle carte da gioco, come i camici di medici e infermieri, come le feste di compleanno e i segnali stradali.
Il fatto è che, a differenza delle altre consuetudini, il Natale ti nasce dentro.
Non c'è luce, dono, panettone che tenga, senza un'esatta predisposizione alla gioia, che è quella cosa che o hai dentro o ti conquisti nel quotidiano. Qualcuno la chiama Fede, ma è anche questa una convenzione.
Come gli auguri, che porgo a chi è in grado di vedere angeli che lampeggiano incastrati nei semafori e a chi si meraviglia ancora del Natale.
A tutti gli altri, auguri affinché ad un prossimo Natale ci si possa meravigliare tutti insieme.