Il pizzicotto
Il turismo, la Pro Loco, lo Iat e la disinformazione
De Feudis ha ragione. Non confondiamo, informiamoci, «altrimenti si spara nel mucchio disinformando»
sabato 12 agosto 2017
13.59
Il direttore della Pro Loco Bisceglie, l'amico Vincenzo De Feudis, ci invia una nota di disappunto in merito all'articolo: "Ma dove vai se lo sportello non ce l'hai?" apparso su BisceglieViva il 3 agosto.
Nel pezzo la sottoscritta esprimeva disappunto sulla chiusura dello sportello Iat del comune di Bisceglie dall'inizio del 2017, nonostante i fondi che la Regione Puglia avrebbe disposto in favore del potenziamento dell'attività degli uffici di informazione turistica.
«Leggo con stupore, anzi, con incredulità su alcuni organi di informazione locale – dice De Feudis - che a Bisceglie, durante il periodo estivo, non vi sarebbe alcuno sportello turistico attivo. Bene, la sede della Pro Loco di Bisceglie, in via Giulio Frisari n.5 per quei pochi giornalisti che ancora non lo sapessero, è rimasta aperta, e lo è tuttora, ogni mattina e ogni pomeriggio, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21, dal lunedì al sabato, ricevendo numerosi visitatori e turisti provenienti da tutte le parti d'Italia e del mondo (Francia, Germania, Regno Unito, Belgio e persino Stati Uniti e alcuni stati del Sud America».
Parole sacrosante, che non spostano di una virgola il senso del discorso di quel blog, già superato, per altro (e per fortuna), dal succedersi degli eventi: negli scorsi giorni, il comune ha chiesto di accedere ai finanziamenti regionali, per poter riaprire lo sportello Iat in autunno.
Veniamo ai fatti, che spiegano il contenuto del blog ma non l'indignazione di De Feudis.
La Pro Loco è un'associazione (privata) di volontariato che si occupa di promozione turistica, lo Iat è un ufficio comunale. A prescindere dal fatto che in molte città, per comodità, lo sportello di informazione turistica dell'ente comune sia affidato alle Pro Loco – cosa che non è mai avvenuta a Bisceglie – si tratta di due entità diverse, non accomunabili. E, non avendo nessuna intenzione di farlo, né di confondere le idee ai lettori già confusi, noi non le avevamo accomunate.
Il dato è lampante: nonostante il pregevole impegno della Pro Loco, riconosciuto anche dal fatto che lo sportello è sede della delegazione Peucetia Nord (che racchiude ben 15 Pro Loco del nord barese), a Bisceglie l'unica cosa di comunale che la Pro Loco gestisce è la stanzetta in cui ha sede, nel complesso di Santa Croce. Con lo Iat (che ha sede sulla stessa strada, ma altrove) e con il comune non ha davvero nulla che fare.
Lo dice, contraddicendosi, anche De Feudis: «La nostra Pro Loco, seppur operativa, dinamica e propositiva da anni non riceve fondi da nessun ente pubblico. Ciononostante continua a garantire l'apertura dello sportello (leggi SEDE, ndr) concessole gratuitamente dal comune di Bisceglie».
Potrebbe la Pro Loco avere di più? Oltre al fatto che non sta noi deciderlo, si tratta di altro argomento di discussione.
Con il presidente De Feudis, cui auguro una sede più giusta, risorse adeguate alla gestione e – se è quello a cui ambisce - una futura conduzione dello Iat, mi sento di condividere la conclusione: «Quando un giornalista si occupa di qualsiasi materia deve assolutamente informarsi ed avere piena cognizione di causa dell'argomento, altrimenti si spara nel mucchio disinformando».
Noi, come non molti altri in questa città, siamo qui per questo e per questo qui resteremo.
Nel pezzo la sottoscritta esprimeva disappunto sulla chiusura dello sportello Iat del comune di Bisceglie dall'inizio del 2017, nonostante i fondi che la Regione Puglia avrebbe disposto in favore del potenziamento dell'attività degli uffici di informazione turistica.
«Leggo con stupore, anzi, con incredulità su alcuni organi di informazione locale – dice De Feudis - che a Bisceglie, durante il periodo estivo, non vi sarebbe alcuno sportello turistico attivo. Bene, la sede della Pro Loco di Bisceglie, in via Giulio Frisari n.5 per quei pochi giornalisti che ancora non lo sapessero, è rimasta aperta, e lo è tuttora, ogni mattina e ogni pomeriggio, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21, dal lunedì al sabato, ricevendo numerosi visitatori e turisti provenienti da tutte le parti d'Italia e del mondo (Francia, Germania, Regno Unito, Belgio e persino Stati Uniti e alcuni stati del Sud America».
Parole sacrosante, che non spostano di una virgola il senso del discorso di quel blog, già superato, per altro (e per fortuna), dal succedersi degli eventi: negli scorsi giorni, il comune ha chiesto di accedere ai finanziamenti regionali, per poter riaprire lo sportello Iat in autunno.
Veniamo ai fatti, che spiegano il contenuto del blog ma non l'indignazione di De Feudis.
La Pro Loco è un'associazione (privata) di volontariato che si occupa di promozione turistica, lo Iat è un ufficio comunale. A prescindere dal fatto che in molte città, per comodità, lo sportello di informazione turistica dell'ente comune sia affidato alle Pro Loco – cosa che non è mai avvenuta a Bisceglie – si tratta di due entità diverse, non accomunabili. E, non avendo nessuna intenzione di farlo, né di confondere le idee ai lettori già confusi, noi non le avevamo accomunate.
Il dato è lampante: nonostante il pregevole impegno della Pro Loco, riconosciuto anche dal fatto che lo sportello è sede della delegazione Peucetia Nord (che racchiude ben 15 Pro Loco del nord barese), a Bisceglie l'unica cosa di comunale che la Pro Loco gestisce è la stanzetta in cui ha sede, nel complesso di Santa Croce. Con lo Iat (che ha sede sulla stessa strada, ma altrove) e con il comune non ha davvero nulla che fare.
Lo dice, contraddicendosi, anche De Feudis: «La nostra Pro Loco, seppur operativa, dinamica e propositiva da anni non riceve fondi da nessun ente pubblico. Ciononostante continua a garantire l'apertura dello sportello (leggi SEDE, ndr) concessole gratuitamente dal comune di Bisceglie».
Potrebbe la Pro Loco avere di più? Oltre al fatto che non sta noi deciderlo, si tratta di altro argomento di discussione.
Con il presidente De Feudis, cui auguro una sede più giusta, risorse adeguate alla gestione e – se è quello a cui ambisce - una futura conduzione dello Iat, mi sento di condividere la conclusione: «Quando un giornalista si occupa di qualsiasi materia deve assolutamente informarsi ed avere piena cognizione di causa dell'argomento, altrimenti si spara nel mucchio disinformando».
Noi, come non molti altri in questa città, siamo qui per questo e per questo qui resteremo.