Il pizzicotto
Questa estate (biscegliese) me la godo
Perché se fossi nei panni del primo cittadino eviterei di patrocinare altro...
sabato 17 giugno 2017
10.28
So già che le parole che scriverò al termine di questa frase scateneranno una polemica violenta tra fautori dell'"estate delle sagre", sostenitori dell'"estate dell'elites" e "viadimezzisti", moderati che guardano più ai numeri che ai contenuti.
Lo so e so anche che non c'è una visione più giusta delle altre, ma punti di vista tutti da dimostrare, ma siccome questo spazio è fatto per esprimere opinioni e scatenare dibattiti, lo dico volentieri: questa estate biscegliese che spunta fuori a bocconi (anche parecchio prelibati) già da giugno, mi piace.
Avrei voluto esprimere questa soddisfazione da anni, ma a certe proposte, che ottenevano allegramente il patrocinio del comune di Bisceglie ho dovuto rinunciare. Giusto per ricordarlo: il patrocinio è una forma simbolica di adesione e apprezzamento da concedersi una tantum in caso di iniziative meritevoli per finalità culturali, solidali o di prestigio. Se inflazionato, non ha più valore.
Questa volta, però, dal mio modesto punto di vista, si è partiti con il piede giusto.
Sebbene il cartellone eventi, nella sua interezza, non sia stato ancora presentato, le premesse all'estate biscegliese 2017 mi mettono il buon umore.
In calendario, di nuovo, c'è già quanto basterebbe ad animare l'estate intera: c'è il variegato e popolare "Luce Music Festival" (Biondi, Ranieri, Rimbamband, Peter Hook, dj Luciano), un corposo e non troppo di nicchia "Bisceglie Jazz festival" (Israel Varela, Stanley Jordan, Mario Rosini, Fabrizio Bosso, Nico Morelli, Carolina Bubbico, Mirko Signorile), una Notte Bianca che promette bagni di folla "ggiovane" già dal 17 giugno e un "Bisceglie Street Food Festival" stuzzicante in tutti i sensi. Il LowX, la conferenza itinerante di cervelloni della fisica che ha scelto Bisceglie tra tutte le location del mondo per il 2017, ha poi già dato dimostrazione di quello che il turismo congressuale può portare, senza grandi scombussolamenti, a medie realtà come Bisceglie. Venerdì 16 giugno, tra l'altro, ci ha dato la soddisfazione - a lungo attesa - di riscoprire due talenti locali di assoluto spessore: Carlo Monopoli e Raffaella Montini, coppia nella vita e sul palcoscenico, che la città dovrebbe portare su un palmo di mano.
Questo accade perché sono stati risparmiati i fondi che fino al 2016 venivano destinati a Battiti Live, il grande evento a marchio Radionorba che riempiva le piazze, ma svuotava le casse e l'identità della città.
Per una sera, una grande sera di astri e meteore del pop più amato dalla generazione teen, Bisceglie perdeva ogni connotazione. E, visto che il pubblico (non pagante) non aveva, per motivi anagrafici, grosse capacità di spesa, né gli alberghi registravano picchi di presenze, né esercizi commerciali guadagnavano granché di più. Tabula rasa.
Per preparare la città all'evento servivano invece mobilitazioni straordinarie di forze dell'ordine, volontari, reclute a tempo per il potenziamento del servizio igiene, servizi eccezionali di potatura alberi (utili a permettere alle telecamere dell'organizzazione di fare buone riprese), bus navetta gratuiti per il trasporto dei minorenni.
In compenso – e qui si esauriva la gloria - si parlava di Bisceglie per qualche giorno un po' in tutta la Puglia.
Oltre allo specchietto per le allodole - ma questo è un personalissimo parere - non si andava.
In questa estate biscegliese vedo invee bei germogli genuini, destinati a diventare fiori e frutti più o meno a km0 se la futura amministrazione comunale vorrà prendersene cura, se vorrà promuoverli e coltivarli, farli propri mettendoci oltre che i fondi le braccia e il cuore. Un po' come accadeva per il Festival dei Popoli Mediterranei e come accade per iniziative come Digithon e Libri nel Borgo Antico, da anni capisaldi della stagione estiva.
Fosse per me, questa estate - al netto di qualche notte di mercato straordinario che non fa mai male - la fermerei qui, anche per evitare il rischio di patrocinare l'impatrocinabile e fare finta di non provarne imbarazzo.
Lo so e so anche che non c'è una visione più giusta delle altre, ma punti di vista tutti da dimostrare, ma siccome questo spazio è fatto per esprimere opinioni e scatenare dibattiti, lo dico volentieri: questa estate biscegliese che spunta fuori a bocconi (anche parecchio prelibati) già da giugno, mi piace.
Avrei voluto esprimere questa soddisfazione da anni, ma a certe proposte, che ottenevano allegramente il patrocinio del comune di Bisceglie ho dovuto rinunciare. Giusto per ricordarlo: il patrocinio è una forma simbolica di adesione e apprezzamento da concedersi una tantum in caso di iniziative meritevoli per finalità culturali, solidali o di prestigio. Se inflazionato, non ha più valore.
Questa volta, però, dal mio modesto punto di vista, si è partiti con il piede giusto.
Sebbene il cartellone eventi, nella sua interezza, non sia stato ancora presentato, le premesse all'estate biscegliese 2017 mi mettono il buon umore.
In calendario, di nuovo, c'è già quanto basterebbe ad animare l'estate intera: c'è il variegato e popolare "Luce Music Festival" (Biondi, Ranieri, Rimbamband, Peter Hook, dj Luciano), un corposo e non troppo di nicchia "Bisceglie Jazz festival" (Israel Varela, Stanley Jordan, Mario Rosini, Fabrizio Bosso, Nico Morelli, Carolina Bubbico, Mirko Signorile), una Notte Bianca che promette bagni di folla "ggiovane" già dal 17 giugno e un "Bisceglie Street Food Festival" stuzzicante in tutti i sensi. Il LowX, la conferenza itinerante di cervelloni della fisica che ha scelto Bisceglie tra tutte le location del mondo per il 2017, ha poi già dato dimostrazione di quello che il turismo congressuale può portare, senza grandi scombussolamenti, a medie realtà come Bisceglie. Venerdì 16 giugno, tra l'altro, ci ha dato la soddisfazione - a lungo attesa - di riscoprire due talenti locali di assoluto spessore: Carlo Monopoli e Raffaella Montini, coppia nella vita e sul palcoscenico, che la città dovrebbe portare su un palmo di mano.
Questo accade perché sono stati risparmiati i fondi che fino al 2016 venivano destinati a Battiti Live, il grande evento a marchio Radionorba che riempiva le piazze, ma svuotava le casse e l'identità della città.
Per una sera, una grande sera di astri e meteore del pop più amato dalla generazione teen, Bisceglie perdeva ogni connotazione. E, visto che il pubblico (non pagante) non aveva, per motivi anagrafici, grosse capacità di spesa, né gli alberghi registravano picchi di presenze, né esercizi commerciali guadagnavano granché di più. Tabula rasa.
Per preparare la città all'evento servivano invece mobilitazioni straordinarie di forze dell'ordine, volontari, reclute a tempo per il potenziamento del servizio igiene, servizi eccezionali di potatura alberi (utili a permettere alle telecamere dell'organizzazione di fare buone riprese), bus navetta gratuiti per il trasporto dei minorenni.
In compenso – e qui si esauriva la gloria - si parlava di Bisceglie per qualche giorno un po' in tutta la Puglia.
Oltre allo specchietto per le allodole - ma questo è un personalissimo parere - non si andava.
In questa estate biscegliese vedo invee bei germogli genuini, destinati a diventare fiori e frutti più o meno a km0 se la futura amministrazione comunale vorrà prendersene cura, se vorrà promuoverli e coltivarli, farli propri mettendoci oltre che i fondi le braccia e il cuore. Un po' come accadeva per il Festival dei Popoli Mediterranei e come accade per iniziative come Digithon e Libri nel Borgo Antico, da anni capisaldi della stagione estiva.
Fosse per me, questa estate - al netto di qualche notte di mercato straordinario che non fa mai male - la fermerei qui, anche per evitare il rischio di patrocinare l'impatrocinabile e fare finta di non provarne imbarazzo.