Il pizzicotto
Se lo dici non si avvera. Il desiderio di un congresso unitario e la sorpresa delle 24 ore prima
Francesco Boccia chiarisce: «Tutti quelli che avevano ipotizzato un accordo tra me e Spina, sappiano, e i fatti lo dimostrano, che quest’accordo non è saltato: semplicemente non esiste».
lunedì 23 ottobre 2017
0.12
Se lo dici non si avvera.
Come accade per tutti i desideri, anche quello di un congresso unitario del Partito Democratico, spifferato a troppi elettori non ha funzionato.
Anche se la scaramanzia, in questo caso, c'entra davvero poco col fatto che la tregua tra le varie anime del Partito Democratico si sia interrotta. A 24 ore da quella che era una resa dei conti.
Basata su presupposti troppo fragili, è durata il tempo di un miraggio.
«Tutti quelli che avevano ipotizzato un accordo tra me e Spina, sappiano, e i fatti lo dimostrano, che quest'accordo non è saltato: semplicemente non esiste».
Così Francesco Boccia, presidente della commissione bilancio della Camera, ammette in una chiacchierata informale con la redazione di BisceglieViva, che in effetti il presunto "inciucio" non è neanche un armistizio.
Tra i due Francesco non c'è dialogo, non sapremo se c'è stato qualche tentativo o se ce ne saranno mai: per ora i due viaggiano su binari separati.
Al congresso di domenica 22 ottobre per l'elezione del segretario cittadino Spina ha schierato Vito Boccia, rompendo a 24 ore dal voto l'intesa su Bartolo Sasso, imprenditore, da sempre iscritto al Pd, espressione della società civile. Tommaso Galantino, ancora una volta solo tra due fuochi, ha scelto un terzo candidato: il sindacalista Fials Angelo Somma.
Il fatto basterebbe in sé a fugare i dubbi residui circa le intenzioni reali del già sindaco di Bisceglie di fare parte di un "progetto unitario" di Pd al di là dei proclami.
C'è però un secondo dato che avvalora la tesi per cui Spina ha già perso interesse per il Fronte Democratico: nella lista di Pasquale De Fazio, il canosino molto vicino a Francesco Boccia scelto da Emiliano per rappresentare il Fronte Democratico nella segreteria della Bat, il nome di Vito Boccia non compariva, né compariva altro nome di un uomo di suo riferimento. In cima alla lista Di Fazio c'era invece Bartolo Sasso.
Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non la valutazione che Spina, oltre ad aver perso interesse per il Fronte Dem, ha evidentemente perso interesse anche per il parlamento, perché i voti circoscrizionali non li raccogli solo in un comune.
Ma Francesco Boccia vuole comunque mettere i puntini sulle i.
«Quando ho chiesto un "congresso unitario" a Bisceglie l'ho fatto nella convinzione che non si dovesse sacrificare un progetto nazionale, come quello del Fronte Democratico, per un singolo circolo, per quanto il circolo di Bisceglie mi stia a cuore. Il confronto nel merito ci sarà, dissi ad Angelantonio Angarano e Roberta Rigante, ma quando avremo completato un progetto politico più grande di noi».
Nel progetto pugliese che da maggio 2017 impegna Michele Emiliano in un Pd alternativo al Pd di Renzi, Francesco Boccia crede più di prima.
«L'abbiamo costruito a mani nude, partendo dalla Puglia, per superare le innegabili difficoltà interne del partito. Volere un "congresso unitario" significava esattamente questo: tentare di salvare il Pd nonostante Renzi. E sulla base di questo progetto continueremo a lavorare».
Alla luce dei risultati attesi in Puglia, che confermerebbero il Fronte Dem forte in quasi tutte le province, inclusa la Bat, il ragionamento di Boccia fila. Sul piano locale, invece, no. C'è da arrendersi alla realtà dei fatti: Spina va per i fatti suoi, non si sa in quale direzione. Boccia prende le distanze dai contendenti (Spina che non ha chiuso l'accordo per il partito, Angarano che ha preso una strada tutta sua), in attesa di sviluppi futuri. E il Pd si spacca ancora…
Come accade per tutti i desideri, anche quello di un congresso unitario del Partito Democratico, spifferato a troppi elettori non ha funzionato.
Anche se la scaramanzia, in questo caso, c'entra davvero poco col fatto che la tregua tra le varie anime del Partito Democratico si sia interrotta. A 24 ore da quella che era una resa dei conti.
Basata su presupposti troppo fragili, è durata il tempo di un miraggio.
«Tutti quelli che avevano ipotizzato un accordo tra me e Spina, sappiano, e i fatti lo dimostrano, che quest'accordo non è saltato: semplicemente non esiste».
Così Francesco Boccia, presidente della commissione bilancio della Camera, ammette in una chiacchierata informale con la redazione di BisceglieViva, che in effetti il presunto "inciucio" non è neanche un armistizio.
Tra i due Francesco non c'è dialogo, non sapremo se c'è stato qualche tentativo o se ce ne saranno mai: per ora i due viaggiano su binari separati.
Al congresso di domenica 22 ottobre per l'elezione del segretario cittadino Spina ha schierato Vito Boccia, rompendo a 24 ore dal voto l'intesa su Bartolo Sasso, imprenditore, da sempre iscritto al Pd, espressione della società civile. Tommaso Galantino, ancora una volta solo tra due fuochi, ha scelto un terzo candidato: il sindacalista Fials Angelo Somma.
Il fatto basterebbe in sé a fugare i dubbi residui circa le intenzioni reali del già sindaco di Bisceglie di fare parte di un "progetto unitario" di Pd al di là dei proclami.
C'è però un secondo dato che avvalora la tesi per cui Spina ha già perso interesse per il Fronte Democratico: nella lista di Pasquale De Fazio, il canosino molto vicino a Francesco Boccia scelto da Emiliano per rappresentare il Fronte Democratico nella segreteria della Bat, il nome di Vito Boccia non compariva, né compariva altro nome di un uomo di suo riferimento. In cima alla lista Di Fazio c'era invece Bartolo Sasso.
Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non la valutazione che Spina, oltre ad aver perso interesse per il Fronte Dem, ha evidentemente perso interesse anche per il parlamento, perché i voti circoscrizionali non li raccogli solo in un comune.
Ma Francesco Boccia vuole comunque mettere i puntini sulle i.
«Quando ho chiesto un "congresso unitario" a Bisceglie l'ho fatto nella convinzione che non si dovesse sacrificare un progetto nazionale, come quello del Fronte Democratico, per un singolo circolo, per quanto il circolo di Bisceglie mi stia a cuore. Il confronto nel merito ci sarà, dissi ad Angelantonio Angarano e Roberta Rigante, ma quando avremo completato un progetto politico più grande di noi».
Nel progetto pugliese che da maggio 2017 impegna Michele Emiliano in un Pd alternativo al Pd di Renzi, Francesco Boccia crede più di prima.
«L'abbiamo costruito a mani nude, partendo dalla Puglia, per superare le innegabili difficoltà interne del partito. Volere un "congresso unitario" significava esattamente questo: tentare di salvare il Pd nonostante Renzi. E sulla base di questo progetto continueremo a lavorare».
Alla luce dei risultati attesi in Puglia, che confermerebbero il Fronte Dem forte in quasi tutte le province, inclusa la Bat, il ragionamento di Boccia fila. Sul piano locale, invece, no. C'è da arrendersi alla realtà dei fatti: Spina va per i fatti suoi, non si sa in quale direzione. Boccia prende le distanze dai contendenti (Spina che non ha chiuso l'accordo per il partito, Angarano che ha preso una strada tutta sua), in attesa di sviluppi futuri. E il Pd si spacca ancora…