Il dono
Rubrica a cura di Liliana Salerno
Accadde così, quasi per caso!Penultima favola di cronaca della rubrica "Le parole di Sherazade", che proseguirà poi coi racconti.
Il "dono", rappresentato da una freschissima orata, è il tema principale della storia, consigliata a un pubblico maggiore di 12 anni.
a cura di Luca Ferrante
Ero attesa per una serata di gala, in casa di amici.
Non avevo ancora finito di definire il trucco, contestualizzandolo con l'abito elegantissimo, in raso, che mi rendeva importante!
Dovevo esibirmi con la chitarra.
Ero, ovviamente, in ritardo.
Trillò il citofono!
Era Lui.
Chiese: «Posso salire un momento? Ho un dono per Te!»
Come potevo dirgli di No?!
Con la Palpebra verde, di un Occhio solo, ma quasi finita di truccare, elegantissima, mi recai alla porta.
Era Lui, tutto felice di vedermi, con un sacchetto e una scatola enorme, di polistirolo, in mano.
«Questa è per Te» esclamò, improvvisamente felice.
Io non capivo e biascicavo per eleganza: «Ma non te ne privare!»
Avevo fretta.
A breve, sarebbero venuti a prendermi.
Lui incalzava: «L'ho già mangiata, questa è per Te, è freschissima!»
Mi porgeva il tutto, e non potevo rifiutare.
Un Uomo che mi corteggiava da anni.
Purtroppo lo licenziai velocemente e, come una bambola, presi il sacchetto e la scatola, ringraziai, e li portai in cucina.
Dove, posando il tutto mi resi conto di "cosa" mi era stato regalato.
Una busta piena di tante patate, e, nella scatola... la Bestia.
Ma l'Orata che mi "guardava", con occhio vivido, era enorme e freschissima.
Attenta a non schizzarmi di pesce, feci la sola cosa possibile in quel frangente: presi un sacchetto per alimenti, vi misi dentro l'Orata, lo chiusi e lo infilai nel freezer.
«Peccato!» intanto pensavo: «Congelare un pesce che andava preparato e mangiato!»
Abbandonai anche le patate sul tavolo della cucina e tornai in bagno a terminare, velocemente, di truccarmi.
Trillò ancora il citofono!
Ero pronta!
Chiusi per bene le imposte e finestre, e scesi in strada, un po' trafelata, per andare ad esibirmi.
La serata fu magnifica, per cui, ovviamente, dimenticai di aver poggiato la scatola, richiusa, ma col ghiaccio dentro, sul ripiano accanto al lavello, in cucina.
Luci e applausi mi avevano confuso e lusingato l'Anima.
La presenza degli Amici aveva reso indimenticabile la mia esibizione, confortata dalle mani del "pubblico", che portavano il Tempo, e dalle Voci calde che intonavano il Ritornello.
Ma anche nelle Favole, dopo la mezzanotte la Carrozza ritorna zucca, e, i cavalli bianchi, Topolini.
A casa mi aspettava una sorpresa perché la scatola di polistirolo aveva trasudato, sporcando tutto il ripiano di puzzolente acqua di pesce.
La guardavo e, piangendo come una Bimba, e rimproverando me stessa per questa mia debolezza, avrei voluto ignorarla, ma erano le tre della Notte, ed il puzzo di Pesce, era inimmaginabile!
Disperata andai a struccarmi, quasi erodendo la Pelle.
Erano le tre di Notte, ed ero attiva, armata di candeggina gel!
E finì lì, col detergente in mano ed il crollo di stanchezza che mi attese nel letto.
Provavo a dormire, ma l'irritazione vinceva il sonno, e la schiena, dolente per la fatica, parlava da sola!!!
Mi giravo nei chiodi di un fachiro, finché mi vinse, sfinita, la Stanchezza.
Al Mattino seguente, cantavo felice, davanti al mio Cappuccio e Cornetto, rigorosamente ai cereali, pregustando l'idea dell'Orata freschissima, che giaceva in frigo, scongelandosi pian piano, ma, le sorprese, come sempre, nella vita, non erano finite, perché, a tavola, preparando i pomodorini alla San Giuannina, dopo aver affettato le patate, provai a posare la Bestia sulla carta forno e gridai un: Nooo!!! di sincero sgomento.
La Bestia, testimoniando la sua freschezza, non era stata né eviscerata, né squamata!
Cosa fare?
La prima tentazione fu quella di cestinare il pesce con tutte le sue branchie e squame, ma, la ragionevolezza, la freschezza del pesce, ed il buon senso mi vinsero.
Afferrai con decisione le vecchie forbici di mia madre e incisi la mia ferita al pesce.
Colta da un sincero senso di ribrezzo, sotto l'acqua corrente lavai con cura l'interno della Bestia, la posai sulla carta forno, ormai priva di branchie interiora e squame, vi posai sopra le fettine di patate, i pomodorini con le spezie, infilai dell'aglio, prezzemolo e rosmarino nel ventre dell'animale, e la infilai nel forno, per una buona mezz'ora, non senza dimenticare un rigo di olio evo.
Il risultato fu veramente notevole, la Bestia era squisita!!!
Ma la mia irritazione, nei confronti dell'Uomo che me l'aveva donata, non accennava a diminuire.
Un misto di gratitudine e rabbia, mi rapiva l'Anima e mi faceva pensare alla buona fede dell'Uomo che viveva ignaro e persuaso di aver fatto un dono notevole.
E lo era davvero!!!
Del resto, poco male, se la sua Principessa si era dovuta sporcare le Mani, facendo un lavoro sgradevole, che qualunque pescivendolo avrebbe eseguito ad occhi chiusi!
E poco male se continuava a pensare con vero sgomento che l'esperienza poteva ripetersi, e che lei non era né pronta, né propensa al ripetersi della cosa.
Sentiva puzza di pesce ovunque, nelle mani, nei capelli; si sentiva, in una sola parola, sporca!
E diceva tra se stessa, ingrata: «Venisse di nuovo dietro la porta con un dono!!! Lo mando carico di meraviglie!!!»
E poi, tra sé e sé, rideva, perché sapeva che non lo avrebbe fatto!
Anche perché, era stato veramente carino, il gesto di un Amico che avrebbe potuto pensare, piuttosto che a lei, alla sua famiglia.
Allora rise felice della sua condizione, "non canonica" di donna sola, bella, attraente, un po' stronza, ma decisamente amata.
«Però non lo chiamerò per ringraziarlo!»
Perché non mi è mai capitato di essere ipocrita.
Single si! Ipocrita mai!
Nuovo appuntamento con "Le parole di Sherazade" di Liliana Salerno martedì 22 dicembre