"Lupo di mare", Sapore

Spavalda Amazzone,
Belando nel buio,
Volava
una Geisha solitaria;
Spartana,
Sincera;
Tenera, Serena
e, virtualmente,
Amata.

Ma non erano
i Suoi passi
a contare le Stelle,
Splendenti
nel Cielo Infuocato
Di sabbia,
Di Nettare,
D'Amore.
Non era
la Luna incantata
a sollevare gli Occhi
nelle Sue ciglia Ardenti,
nelle Sue Mani Silvane,
nelle Canzoni Profane,
Ascoltate
nei Cieli privati,
sotto le Arcate
Arcadiche,
di un Altare Pagano.
Non era
la Spuma del Mare,
a volare nel vento,
per soffocare lo spavento
di una intera Notte,
a parlare d'Amore
e non altro!
…e non era Amore
quel giro di vite,
che la rendeva
Stranamente sicura…
che le faceva vincere
nel solitario,
virtuale Amore,
il Morso Feroce
l'Attacco della Paura.

Scrosciare silente
di Acqua Piovana,
Novella,
Timidamente Attesa
dal Cero Devoto,
che, nel Tempo,
pian piano, si spegne!
…e non era
La Voce del Falco,
Solitario,
Eternamente errante,
a suggerirle il Verbo,
la Pala d'Altare,
l'incenso,
il Sicuro
"calcare
i Passi"
del Vento dell'Anima.