Randagio e la luna
Rubrica a cura di Liliana Salerno
Randagio annusò l'aria col musetto umido, drizzò un orecchio e lanciò un "CAIN!" all'umanità intera. Era solo; aveva estremo bisogno di compagnia ed affetto.La rubrica "Le parole di Sherazade", a cura di Liliana Salerno, continua con nuovi e interessantissimi racconti, dopo il successo delle favole di cronaca.
Si parte con una storia che ha come protagonisti Randagio, un animale solo, alla ricerca di compagnia e in difficoltà, e la luna.
a cura di Luca Ferrante
L'ultima mano malvagia gli aveva lanciato contro una velenosa pietra, appuntita di odio, disprezzo e ribrezzo. Era bagnato di pioggia e lacrime, e vagava sotto la luce incerta di un lampione elettrico.
Pensava, a volte, che quel bagliore circolare potesse essere l'eterna Luna, poi si scuoteva dai suoi pensieri con un sinistro luccichio negli occhi, perché quella luna era troppo asettica, troppo metallica ed elettrica per essere la Luna.
Era una nuova luna, insolita, artificiale e rovente.
Lo vedeva, o meglio, lo intuiva; quella era una creazione dell'uomo, e, come tutte le altre, di certo, conteneva un'insidia.
La Luna invece no, Lei non faceva male, se ne stava lì, sola ed eterna, immutabile, bianca, nel cielo brillante di stelle, ad attendere, sì, ad attendere che Randagio andasse lì, da Lei, e le dicesse che non tutto è brutto così come Lei lo vede da sempre, che, sulla terra, non ci sono solo esseri che ammazzano, rincorrono e tirano sassi, ma anche cagnolini soli, che sognano, che cercano la Luna e, per un attimo, la scambiano per un insensibile lampione piantato dall'uomo e dalla sua malvagità per creare l'illusione, per attirare chi è triste ed illuminare di giallo l'incanto del buio, violato altrimenti solo da Lei, l'unica, l'insostituibile, eterna, amica Luna.
Nuovo appuntamento con "Le parole di Sherazade" di Liliana Salerno martedì 5 gennaio