"Voci", la confidenza
Testo drammaturgico in due atti di Liliana Salerno
I personaggi e i fatti narrati in questo dramma sono, per dichiarazione dell'Autrice stessa, frutto di pura invenzione e fantasia. Per cui se qualcuno si riconoscerà in essi, sia nelle fattezze del tale personaggio che nella fisicità della narrazione, consideri la cosa del tutto accidentale e casuale.Sicuramente uno dei momenti clou del primo atto. Il testo drammaturgico "Voci" di Liliana Salerno è entrato nel vivo con la seconda scena (click per leggerla), che ha messo in evidenza il forte carattere, a volte spavaldo, di Paolo. L'uomo, sposato da oltre 20 anni con Eliana, ha preso il sopravvento, anche fisicamente e contro la sua volontà, sulla moglie dopo una lite su un tradimento, proprio per risolverla in qualche modo.
La questione non si è risolta, anzi... e la donna ha deciso di sfogarsi e di raccontare tutta la vicenda alla sua amica Silvana, non tralasciando tutti i dettagli e rivelando qualcosa su cui il marito sospettava già da diverso tempo, ma non aveva mai ricevuto conferma dalla diretta interessata.
a cura di Luca Ferrante
La lettura del testo è sconsigliata a un pubblico minore di 14 anni.
Buona lettura.
Terza scena: la confidenza
Dopo qualche attimo di attesa, che permetterà a Paolo di raggiungere, al buio, la quinta più prossima a sé e di scomparirvi, si illuminerà a giorno la stanza, avendo cura di lasciare spenti gli abat-jour.Siamo al mattino seguente.
Eliana si sveglia, con l'espressione di chi non ha riposato piacevolmente.
Si stiracchia, intorpidita, nel letto.
Poi si alza, ed esce dalla prima quinta a destra.
Rientrerà vestita sommariamente, con un abito diverso dal precedente, (come se fosse andata in bagno per fare toeletta), per rispondere al telefono che sta squillando.
Eliana, con voce sonnolenta: «Pronto? (Ascolta un attimo) Ciao, Silvana, sei tu!… Dovevo proprio chiamarti! Si, è vero, martedì sera, poi, a concerto, ci siamo perse di vista e non sono più riuscita a rintracciarti, ma ho un sacco di cose da raccontarti: in confidenza, però!… Di Paolo?… Si!… Anche di Paolo, ma non solo di lui. È che mi è successa una cosa straordinaria: non te ne ho parlato prima perché stentavo a credere potesse essere vera. No, con Paolo tutto come sempre, anzi, peggio che andar di notte!… Sono arrivata ad un punto, guarda, Silvana, non so nemmeno dirti! Ho la netta sensazione che qualunque cosa io faccia, dica o pensi, scivoli su Paolo senza lasciare traccia. Lui non ascolta. Agisce e basta, a prescindere da me. Noi non siamo una coppia, perché io sono solo il suo attaccapanni. (Attimo di attesa, in ascolto) No, no, ti assicuro, non sto affatto esagerando. Anche questa notte, per esempio, ha voluto fare l'amore incurante del fatto che io non avessi voglia. (Ancora silenzio) Ma certo che gliel'ho detto: non è servito a nulla. Lui ha continuato per la sua strada come se non avessi detto niente, anzi, mi ha pregata di farlo ugualmente. (Eliana ascolta, poi risponde alternando momenti di grande serenità ad autentici scatti d'ira). No, Silvana, guarda, se ieri consideravo queste sue "disattenzioni" come atti d'amore, oggi le vedo per quello che sono: veri e propri atti d'egoismo. (Eliana ascolta) Vuoi la verità, Silvana? Questa sua indifferenza, questo suo non reagire dinanzi alle cose, in parte mi spaventa. Cioè, voglio dire che temo diventerebbe violento se io mi divincolassi o mi sottraessi fisicamente al suo volere. Lui sa con esattezza che io non provo piacere dai nostri amplessi. Dovrebbe gridare, dovrebbe soffrirne, invece nulla!… Gli ho anche detto che faccio l'amore con un altro, ma lui continua a sostenere che sto mentendo… che non è vero, che sono la sua Donna. Mi fa paura questo suo non reagire».
(Silvana la interrompe)
Eliana riprende quasi enfaticamente: «Si, si, adesso è vero! È proprio vero che c'è un altro nella mia vita… Lo vuoi sapere? Si, lo conosci benissimo!Solo non potresti mai pensare che sia proprio lui che sta con me. (Pausa)Ti ricordi dell'architetto Ambrosi?… Esatto. (Spelling) V I T T O R I O A M B R O S I!: il bellissimo del nostro beneamato liceo. (Eliana tace per permettere all'amica di riprendere fiato, poi "riattacca", felice come una "pasqua") Già, vedi Silvana che i sogni s'avverano! Proprio il mio grande amore adolescenziale. Siamo state insieme sui banchi di scuola, Silvana, non vedo come avrei potuto tacerlo a te. Però, ti prego, mantieni il segreto, perché io sto vivendo un momento di grande confusione. Sai, io per anni ho amato Paolo, sono stata una buona moglie, una moglie fedele, anche: poi ho rivisto Vittorio, ed ho capito di stare percorrendo una strada asfaltata, grigia, di cemento, come se da quando sono stata con Paolo, qualcuno, avesse sottratto il colore dalle cose: come se fossero spariti fiumi, mari, colline, erbe e monti. Vittorio, col suo sorriso incantevole, ha ridato luce al mondo. Pensa che non volevo neanche incontrarlo, forse perché avevo inconsciamente paura di quello che sarebbe accaduto… (intono più basso, ma intenso), ed è accaduto. Poi ho preso il coraggio a due mani e l'ho chiamato, a casa sua, incurante del fatto che la moglie potesse insospettirsi. Forse questo lo ha entusiasmato. Così ci siamo incontrati: io ed il più grande Latin-Lover della città! (Pausa per permettere a Silvana una breve domanda) Al bar "Poquitomas". Si, Silvana, è vero, hai ragione, è un po'isolato, un po' intimo, ma il nostro incontro richiedeva un minimo di discrezione… Poi lui è stato un vero galantuomo, non si
è permesso il benché minimo lusso. A dispetto delle dicerie sulle sue storie con donne, io l'ho trovato veramente corretto. Beh! Si, la mano scivolava sul ginocchio, ma io l'ho presa tra le mie chiedendogli di sua moglie, e lui non ha insistito. Solo, quando dovevamo separarci, sulla strada, in prossimità della macchina… è accaduta una cosa bellissima! (Pausa d'ascolto) Ebbene, l'uomo che ha avuto per sé le donne più belle della città, mi ha messo le mani intorno al viso, con una dolcezza inimmaginabile, una dolcezza che in venti anni di matrimonio mai ho conosciuto con Paolo, ed ha posato le sue labbra sulle mie, chiuse. Non ti nascondo come il suo sia stato il solo bacio veramente casto che la mia vita di donna possa annoverare. E non ha fatto nulla, credimi, nessun tentativo di tramutarlo in qualcosa di più. Al punto che m'è venuto di pensare ad una innocenza della persona, ed ho accettato di trascorrere la domenica con lui. (Pausa d'ascolto, Eliana riprende con enfasi) Ma se non se n'è accorto nemmeno! Gli ho detto di avere una riunione di lavoro… ma si, che l'ha bevuta, perché in realtà non gliene frega niente di quello che faccio».
Eliana: «A lui sta bene che io ci sia fisicamente e basta: che io abbia emozioni, vissuti, sentimenti, è una cosa che non lo interessa più di quanto gli interessi sapere cosa metto nel minestrone. Vittorio no! Vittorio è diverso, è curioso, fa un sacco di domande, parla, parla… e alla fine scopri che non hai capito niente, perché mentre lui cercava di spiegarti quale sia l'importanza del maestrale rispetto alla posizione del boma del windsurf, tu seguivi solo il suo profilo e ti sei smarrita a leggerne le labbra... poi ti fa una domanda e tu fai un cenno a caso con la testa, così lui sorride e cambia argomento. Domenica mattina poi, era uno spettacolo: magro e abbronzato come un ragazzino! Occhiali da sole, sorriso, camicia, jeans e scarpe da tennis… Il tempo di fare colazione in un bar e
poi siamo andati al lago. Siamo arrivati nel paesino di Gargnacco, un posto da favola, semisconosciuto, e siamo andati subito a fare il bagno. Abbiamo pranzato in una trattoria locale, la trattoria della signora Gina, che lo conosce bene perché conclude lì i suoi affari di lavoro, e tra noi c'era già una tale intesa, Silvana, che poi il resto è venuto naturale. (Pausa d'ascolto) Non puoi immaginare, Silvana, sono ringiovanita di vent'anni! Nel pomeriggio siamo scesi nel paesino, dove, all'angolo tra la piazzetta ed il Corso, c'è il negozietto di una nonnina, che vende solo corsetteria intima. Tu mi dirai: "Ma Eliana, Paolo, in venti anni di matrimonio, ti avrà comprato 'vagoni' di biancheria intima, ed è vero, ma erano oggetti di una tale volgarità, di un così dichiarato ed esplicito intento, che una volta usati per soddisfare l'attimo e l'intenzione, sono caduti tutti nel cassetto della toelette, e lì sono rimasti come quelli, forse tutti uguali, di molte donne sposate, come me, da tanti anni. (Eliana ascolta) Indovina?… No!… No!... Noooo!… OK! Te lo dico: ha scelto un buffissimo baby-doll. Si, proprio quelle sottanine corte che si usavano una volta. Pensa che quando l'ho indossato, nella baita, ridevamo come matti, perché era troppo assurdo, ma era anche così bello che fossimo lì, seminudi, a ridere insieme, con questa ritrovata innocenza, come se il tempo non fosse passato, come se fossimo ancora i due liceali che si guardano da lontano, e che, adesso, finalmente, a dispetto del tempo, sono vicini, e scoprono che poi, in fondo, l'emozione non è cambiata, e che il tempo non li ha perduti, perché l'amore, l'amore vero, tace e non muore…»
«(Eliana ascolta) Si, lo amo davvero. Ed anche lui mi ama, perché nessun altro uomo, mai, mi ha dato tanta dolcezza. E non ho alcun rimorso per quello che ho fatto, perché sento distintamente, Silvana, di non poter parlare di tradimento nei confronti di Paolo, perché si tradisce l'amore, non l'abitudine. Anzi forse sarebbe più giusto dire che per anni ho tradito Vittorio, che ora so di amare come mio unico marito, con il mio amante Paolo, con il quale ho vissuto, si, delle emozioni, al principio della nostra relazione, ma queste non hanno resistito al tempo. (Silvana le domanda cosa intende fare in futuro) Ieri sera ho tentato di parlarne con Paolo, ma lui non ascolta. In ogni modo la nostra relazione è esaurita a prescindere da Vittorio, ed è per questo che mi rifiuto di farne il nome con Paolo. Poi Vittorio ha anche una moglie, di cui mi ha parlato poco. Vorrei sentire anche lui. Comunque non so quale decisione prendere. Sono in un momento di grande confusione... Silvana, grazie per avermi ascoltata così pazientemente… certo!, vieni a trovarmi! Lo sai che mi fa sempre piacere! Vieni quando vuoi. Ok! Ciao!… Un bacione, ciao!»
Eliana posa il ricevitore. Mentre è ancora come sospesa e tutta compresa nelle emozioni che le comportano l'aver messo in parola i propri sentimenti, dalla sala buia partono i bisbigli delle comparse; rappresentano la gente che commenta la storia, divenuta, ormai, di dominio pubblico.
Pian piano i bisbigli diventano voci da strada di tono sempre più alto e pesante.
Sono compresi i giudizi di tipo moralistico e partono dal pubblico.
Un opportuno uso di qualche microfono potrà rendere efficace questa invadente polifonia.
Dalla quinta posta alla destra dello spettatore compare un personaggio: la COSCIENZA STORICO-LETTERARIA.
L'attore sarà vestito in abito chiaro e porterà con sé un libro da cui poter leggere i versi del Manzoni.
L'Autore avanza, si ferma sul proscenio: con un gesto della mano, che abbia valore di onnipotenza, intima uno stop ad Eliana, che si gela, in una fissità statuaria.
Mentre l'Autore tenta di rivolgersi al pubblico, implorando il silenzio, dalla prima quinta a sinistra dello spettatore entra un carrello sul quale è situato una specie di banco scolastico di vecchio tipo, cioè tipo scuola elementare fascista, con tanto di calamaio.
Sulla relativa sedia, sempre posizionata sul carrello, è seduto Gianni Nisi: studente, con tono atono ed indifferente.
Nuovo appuntamento con "Voci" di Liliana Salerno martedì 28 settembre