Le ragnatele di Ersilia
Giacinto Galantino, un maestro d'altri tempi
Rubrica di cultura e società
domenica 20 giugno 2021
8.52
Qual è la giusta proporzione della felicità?
È possibile misurarla? E di quanto spazio essa ha bisogno?
La felicità ha bisogno di spazi piccoli e di cieli immensi, di profumi di pomodori maturati al sole e di fioroni appena colti.
Se siedi davanti al trullo di Giacinto trovi la giusta proporzione di ogni cosa e un tesoro che pochi conoscono.
Questo trullo è un concentrato di bellezza e sapienza, di oggetti coperti dalla patina del tempo, di cose che sembrano animate perché ci narrano un vissuto che è quello di chi le ha utilizzate, oggetti che nascono, si trasformano ma non muoiono. Gli oggetti hanno una vocazione narrativa e questi oggetti messi in questo trullo ci parlano della vita, del sapere e della memoria, di quello che resta dopo che gli usi cambiano ed anche le mode.
Qui, nel trullo di Giacinto, trovi delle caffettiere usurate che sanno ancora di caffè, dischi in vinile di feste patronali d'altri tempi, giare e vasi in terracotta piene di olive, damigiane di vino fatto in casa, vasetti di ciliegie sotto spirito e marmellate a pezzettoni. Qui, tra utensili che narrano un tempo che fu, Giacinto conserva il suo tesoro fatto di pietra bianca, di una pietra che modella i suoi pensieri e desideri, che da forma ai ricordi di un'infanzia mai perduta, una pietra che ha le sembianze dei luoghi-simbolo della sua Bisceglie. Bisceglie è fatta di chiese, cappelle, torri e torrioni, di palazzi imponenti e di trulli di campagna. Di strade lastricate e di campanili che si ergono al sole, di granai e di scale di pietra bianca, così dura e fresca che ci puoi dormire sopra quando d'estate il caldo ti soffoca. E lui l'ha ricostruita tutta, una città in miniatura da assaporare tutta d'un fiato, mentre cogli i particolari che ti lasciano a bocca aperta: la cattedrale di San Pietro, il calvario e il grande orologio, il Dolmen della chianca, il castello e le Torri normanne, Palazzo Tupputi e Villa Ciardi, il Tempio di Villa Consiglio e il granaio di Salnitro, la Chiesa di Sant'Adoeno e Palazzo San Domenico.
Un trullo è il luogo ideale per conservare oggetti preziosi: la sua forma circolare ti permette di osservare e dare la giusta importanza ad ogni cosa e di girare intorno e guardare un'altra volta e perderti senza mai stancarti.
Accanto al museo c'è il suo laboratorio dove i desideri prendono forma e la polvere di pietra copre di bianco tutti gli attrezzi mentre una radio sempre accesa accompagna il lavoro e canta canzoni d'amore che ti scaldano il cuore.
Se è vero che la tazza reca il segno del vasaio, questi oggetti di pietra recano tutto il mondo di un maestro meraviglioso e della sua arte inconfondibile.
È possibile misurarla? E di quanto spazio essa ha bisogno?
La felicità ha bisogno di spazi piccoli e di cieli immensi, di profumi di pomodori maturati al sole e di fioroni appena colti.
Se siedi davanti al trullo di Giacinto trovi la giusta proporzione di ogni cosa e un tesoro che pochi conoscono.
Questo trullo è un concentrato di bellezza e sapienza, di oggetti coperti dalla patina del tempo, di cose che sembrano animate perché ci narrano un vissuto che è quello di chi le ha utilizzate, oggetti che nascono, si trasformano ma non muoiono. Gli oggetti hanno una vocazione narrativa e questi oggetti messi in questo trullo ci parlano della vita, del sapere e della memoria, di quello che resta dopo che gli usi cambiano ed anche le mode.
Qui, nel trullo di Giacinto, trovi delle caffettiere usurate che sanno ancora di caffè, dischi in vinile di feste patronali d'altri tempi, giare e vasi in terracotta piene di olive, damigiane di vino fatto in casa, vasetti di ciliegie sotto spirito e marmellate a pezzettoni. Qui, tra utensili che narrano un tempo che fu, Giacinto conserva il suo tesoro fatto di pietra bianca, di una pietra che modella i suoi pensieri e desideri, che da forma ai ricordi di un'infanzia mai perduta, una pietra che ha le sembianze dei luoghi-simbolo della sua Bisceglie. Bisceglie è fatta di chiese, cappelle, torri e torrioni, di palazzi imponenti e di trulli di campagna. Di strade lastricate e di campanili che si ergono al sole, di granai e di scale di pietra bianca, così dura e fresca che ci puoi dormire sopra quando d'estate il caldo ti soffoca. E lui l'ha ricostruita tutta, una città in miniatura da assaporare tutta d'un fiato, mentre cogli i particolari che ti lasciano a bocca aperta: la cattedrale di San Pietro, il calvario e il grande orologio, il Dolmen della chianca, il castello e le Torri normanne, Palazzo Tupputi e Villa Ciardi, il Tempio di Villa Consiglio e il granaio di Salnitro, la Chiesa di Sant'Adoeno e Palazzo San Domenico.
Un trullo è il luogo ideale per conservare oggetti preziosi: la sua forma circolare ti permette di osservare e dare la giusta importanza ad ogni cosa e di girare intorno e guardare un'altra volta e perderti senza mai stancarti.
Accanto al museo c'è il suo laboratorio dove i desideri prendono forma e la polvere di pietra copre di bianco tutti gli attrezzi mentre una radio sempre accesa accompagna il lavoro e canta canzoni d'amore che ti scaldano il cuore.
Se è vero che la tazza reca il segno del vasaio, questi oggetti di pietra recano tutto il mondo di un maestro meraviglioso e della sua arte inconfondibile.