Memorie di un amore
Amanti
Le poesie di Liliana Salerno
giovedì 25 ottobre 2018
Invano,
tra inanimate Cose,
Cocente m'assale
il Senso di Te.
Antica Musica,
armonia ancestrale,
eterno sciabordare
del Mare a Riva.
Piangono i tuoi Occhi nei Miei,
Tardiva, paradossale Assenza,
arido volo di gabbiani affamati,
Tacito Assenso di Anime prigioniere.
Attendo nel giro,
troppo spesso ripetuto,
di una mano di Poker,
o di Bacarà.
Hai sottratto gli Assi
al Mio volere,
Pettirosso Spartano,
dal Volto di Cera.
Hai sottratto al Mazzo
l'Imperatrice e il Bagatto;
cerchi le Stelle,
l'Amore infinito,
che, invece, è qui,
non è mai andato
per strade,
polverose e alternative,
quelle che ieri,
percorrevamo insieme!
Lascia i calzari,
Tenero Shakyamuni.
Lascia che i Tuoi piedi scalzi,
leniscano il dolore
delle Nostre Equoree Ninfee,
che taccia il Verbo,
il Nostro volere,
affinché il giorno
ci renda la Luce,
e ci renda ancora,
nuovamente Amanti.
tra inanimate Cose,
Cocente m'assale
il Senso di Te.
Antica Musica,
armonia ancestrale,
eterno sciabordare
del Mare a Riva.
Piangono i tuoi Occhi nei Miei,
Tardiva, paradossale Assenza,
arido volo di gabbiani affamati,
Tacito Assenso di Anime prigioniere.
Attendo nel giro,
troppo spesso ripetuto,
di una mano di Poker,
o di Bacarà.
Hai sottratto gli Assi
al Mio volere,
Pettirosso Spartano,
dal Volto di Cera.
Hai sottratto al Mazzo
l'Imperatrice e il Bagatto;
cerchi le Stelle,
l'Amore infinito,
che, invece, è qui,
non è mai andato
per strade,
polverose e alternative,
quelle che ieri,
percorrevamo insieme!
Lascia i calzari,
Tenero Shakyamuni.
Lascia che i Tuoi piedi scalzi,
leniscano il dolore
delle Nostre Equoree Ninfee,
che taccia il Verbo,
il Nostro volere,
affinché il giorno
ci renda la Luce,
e ci renda ancora,
nuovamente Amanti.