Memorie di un amore
...Cadde colpito
Le poesie di Liliana Salerno
domenica 24 marzo 2019
9.27
Sei distante
da Me,
Passerotto Ubriaco.
Hai condotto per mano
la mia Vita,
nel Mio e non Tuo
Veleggiare scomposto.
Torni a Me, Piccolo Asmodeo,
strisciante e denso come
Sperma,
Letamaio,
nell'altezza
del Volo,
del Tuo Sospiro
di Tacito Sparviero.
Hai chiesto
dove ho nascosto il
Nostro Libro,
che ormai
appartiene anche alla gente?
T'amai
Solitario Pettirosso,
T'amai
nel fascino della Morte,
T'amai nella Lama
del coltello.
Tristemente
T'amai,
nella notte senza stelle,
traslucide e opache.
Dove hai nascosto il
Machete,
l'oblunga Scimitarra
di Luce?
Travestito da Actarus,
volteggi
l'alabarda Spaziale,
Mio Piccolo Sparviero,
carmineo,
e insanguini
il sudario bianco
del mio Letto di morte.
Taccio e sei qui,
Tenero Amante,
ma un'ombra ti segue
dappresso…
Patroclo infante
cadde colpito.
Nelle Mie mani da Gheysha
comparve la Torre,
ed eri Tu,
Asmodeo, sia il Bagatto,
che il Matto,
e le voci lunari
ancestrali,
subdole parlavano di Te e Me,
dei Nostri "non detti"
delle parole smozzicate
nello sciabordare di onde
lunghe, bianche ed amare.
La "Casa dei Doganieri" è
ferma nella Notte più buia,
tace la Banderuola,
ed Arsenio
prova il Suo Viaggio
Ancestrale,
si tuffa nel Mare eterno
amico,
ma risale senza spocchia
dalle onde,
nel Volto contratto
di Azazel piangente
la Morte di un Amico.
da Me,
Passerotto Ubriaco.
Hai condotto per mano
la mia Vita,
nel Mio e non Tuo
Veleggiare scomposto.
Torni a Me, Piccolo Asmodeo,
strisciante e denso come
Sperma,
Letamaio,
nell'altezza
del Volo,
del Tuo Sospiro
di Tacito Sparviero.
Hai chiesto
dove ho nascosto il
Nostro Libro,
che ormai
appartiene anche alla gente?
T'amai
Solitario Pettirosso,
T'amai
nel fascino della Morte,
T'amai nella Lama
del coltello.
Tristemente
T'amai,
nella notte senza stelle,
traslucide e opache.
Dove hai nascosto il
Machete,
l'oblunga Scimitarra
di Luce?
Travestito da Actarus,
volteggi
l'alabarda Spaziale,
Mio Piccolo Sparviero,
carmineo,
e insanguini
il sudario bianco
del mio Letto di morte.
Taccio e sei qui,
Tenero Amante,
ma un'ombra ti segue
dappresso…
Patroclo infante
cadde colpito.
Nelle Mie mani da Gheysha
comparve la Torre,
ed eri Tu,
Asmodeo, sia il Bagatto,
che il Matto,
e le voci lunari
ancestrali,
subdole parlavano di Te e Me,
dei Nostri "non detti"
delle parole smozzicate
nello sciabordare di onde
lunghe, bianche ed amare.
La "Casa dei Doganieri" è
ferma nella Notte più buia,
tace la Banderuola,
ed Arsenio
prova il Suo Viaggio
Ancestrale,
si tuffa nel Mare eterno
amico,
ma risale senza spocchia
dalle onde,
nel Volto contratto
di Azazel piangente
la Morte di un Amico.