Memorie di un amore
Rotaie
Le poesie di Liliana Salerno
venerdì 3 aprile 2020
18.33
... e anche a scuola,
m'attende l'Attesa,
che è come il Mare,
quando l'ombra
appare,
e si ritrae nelle acque,
del Tuo liquido
amniotico,
Liquido Divino,
Mio Liquido,
Limpido Assente,
mia Nitida,
Liquida,
Ninfa Pagana.
Soffrono le Rotaie
Stridenti,
soffrono d'Amore,
e d'Amor Perduto,
Pene di cuore!
Quanto è triste e tristo,
il Pene Assente.
La sua Forza,
non è nel ritmo Tantrico
di una clessidra
o di un portolano,
se è il mare
che è Assente;
Quanto è triste e tristo
il passo
di colui che attende
e non può parlare,
Attende
e non può più pregare.
Quant'è triste e tristo
il passo di colui,
che ormai non mente.
Giovane,
non nuovo,
ma rinato Amore;
Attende
la Bonaccia
ed il Vento di Levante,
il Vento di Ponente,
nella Conchiglia
indisponente,
Il Vento di Levante,
ha rotto il Sestante
e ruota la Sua Trottola
sul fuso e la cesta
da ricamo.
Dove la Madre
si punse il dito,
e fu per sempre,
per sempre Morta,
e lieta di incontrarmi,
di ascoltarmi
suonare il liuto,
e chiedere aiuto
ai sassi istoriati,
alle morte parole,
che l'animo schiude,
ai dagherrotipi ottusi
dei primi del '900.
Mi innamorai di Lui,
Ninfa screziata
d'Amianto,
Ninfa screziata di fango.
Ninfa screziata
di pianto,
e, per Amore,
solo per Amore,
solo per Vero Amore,
imprevedibilmente,
lo lasciai.
m'attende l'Attesa,
che è come il Mare,
quando l'ombra
appare,
e si ritrae nelle acque,
del Tuo liquido
amniotico,
Liquido Divino,
Mio Liquido,
Limpido Assente,
mia Nitida,
Liquida,
Ninfa Pagana.
Soffrono le Rotaie
Stridenti,
soffrono d'Amore,
e d'Amor Perduto,
Pene di cuore!
Quanto è triste e tristo,
il Pene Assente.
La sua Forza,
non è nel ritmo Tantrico
di una clessidra
o di un portolano,
se è il mare
che è Assente;
Quanto è triste e tristo
il passo
di colui che attende
e non può parlare,
Attende
e non può più pregare.
Quant'è triste e tristo
il passo di colui,
che ormai non mente.
Giovane,
non nuovo,
ma rinato Amore;
Attende
la Bonaccia
ed il Vento di Levante,
il Vento di Ponente,
nella Conchiglia
indisponente,
Il Vento di Levante,
ha rotto il Sestante
e ruota la Sua Trottola
sul fuso e la cesta
da ricamo.
Dove la Madre
si punse il dito,
e fu per sempre,
per sempre Morta,
e lieta di incontrarmi,
di ascoltarmi
suonare il liuto,
e chiedere aiuto
ai sassi istoriati,
alle morte parole,
che l'animo schiude,
ai dagherrotipi ottusi
dei primi del '900.
Mi innamorai di Lui,
Ninfa screziata
d'Amianto,
Ninfa screziata di fango.
Ninfa screziata
di pianto,
e, per Amore,
solo per Amore,
solo per Vero Amore,
imprevedibilmente,
lo lasciai.