Memorie di un amore
Stelle
Le poesie di Liliana Salerno
venerdì 12 giugno 2020
11.16
Oh! Longeve Stelle!
dove sono le Voci,
i Suoni,
del Suo Immondo
Deserto?
Luci Adamantine
e preziose Scintille,
gli Occhi di Lui,
gemme Lucenti?
Disse il Matto,
alle Tue Primavere,
Estasiate di Luce,
della Nascita
di Venere,
delle Donne
del Botticelli:
"Hai le Labbra
strette in un sorriso,
Tenero Amore,
Demoniaco
Satiro Assassino!"
Hai stilato
le luci
dell'Ottusa
Assenza,
che ci incatena
al Suolo,
impedendoci
di volare.
E' il gioco
di Bacco,
Osceno nel riso,
sfuggente Veleno
ed Asterie,
Assenzio e Amianto!
Ride dannato il Matto,
nel suo Cielo Carmineo
del Tuo Becco Porporino,
del Tuo Illuso Sorriso.
Hai le Labbra
che dicono:
«Amore! Il Tempo
è rinato,
florido
e prospero
di Baci segreti,
aggettanti
tra Bovindo e Catene».
L'Attesa di Ieri,
il Suo torbido Veleno
ci offese ridendo
nella Nostra infantile,
reciproca Assenza.
Termina in un giro di giostra,
Soave Ateniese
tutto il tempo
che non hai vissuto con Me.
Turbina, Longevo Assente,
Soave Spartano,
nel Tuo Cielo Dorato,
Demone ed Angelo
ad un Tempo,
Decaduto Angelo!
Vorrei in Te,
specchiarmi anch'Io,
mentre corteggio
un altro Uomo:
non venire,
di Notte,
a parlarmi!
Ora il Giorno
è Mio,
e, disatteso di Stelle,
giura al Mondo:
io l'ho Avuto,
Nudo, l'ho Avuto!
dove sono le Voci,
i Suoni,
del Suo Immondo
Deserto?
Luci Adamantine
e preziose Scintille,
gli Occhi di Lui,
gemme Lucenti?
Disse il Matto,
alle Tue Primavere,
Estasiate di Luce,
della Nascita
di Venere,
delle Donne
del Botticelli:
"Hai le Labbra
strette in un sorriso,
Tenero Amore,
Demoniaco
Satiro Assassino!"
Hai stilato
le luci
dell'Ottusa
Assenza,
che ci incatena
al Suolo,
impedendoci
di volare.
E' il gioco
di Bacco,
Osceno nel riso,
sfuggente Veleno
ed Asterie,
Assenzio e Amianto!
Ride dannato il Matto,
nel suo Cielo Carmineo
del Tuo Becco Porporino,
del Tuo Illuso Sorriso.
Hai le Labbra
che dicono:
«Amore! Il Tempo
è rinato,
florido
e prospero
di Baci segreti,
aggettanti
tra Bovindo e Catene».
L'Attesa di Ieri,
il Suo torbido Veleno
ci offese ridendo
nella Nostra infantile,
reciproca Assenza.
Termina in un giro di giostra,
Soave Ateniese
tutto il tempo
che non hai vissuto con Me.
Turbina, Longevo Assente,
Soave Spartano,
nel Tuo Cielo Dorato,
Demone ed Angelo
ad un Tempo,
Decaduto Angelo!
Vorrei in Te,
specchiarmi anch'Io,
mentre corteggio
un altro Uomo:
non venire,
di Notte,
a parlarmi!
Ora il Giorno
è Mio,
e, disatteso di Stelle,
giura al Mondo:
io l'ho Avuto,
Nudo, l'ho Avuto!