
Morte di un gettonista
Capitolo diciannovesimo
Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
giovedì 10 aprile 2025
«Ragazzi», esclama Giacinto, «sono stanco e deluso!» Vado via! E senza dire un buongiorno si chiude la porta alle spalle e si dilegua. Eppure, senza di lui la nostra compagnia perde l'anima, la forza e la motivazione di continuare. Ed anch'io sento una profonda stanchezza che mi invade. «Che facciamo?» chiedo a tutti a voce alta. Mi sembrano tutti inebetiti, sia gli addetti ai lavori, sia gli ospiti. «Ritiriamoci, ognuno per conto suo. Domani è domenica ed, a meno che Giacinto non chiami, sentiamoci tutti liberi, tranne chi è di turno». Con un «va bene» generale ed un «ar rivederci» ci salutiamo. «Come è diversa la realtà dalla finzione cinematografica... Ah... Tu che dici, Satir?» «E va bene che sono trascorsi solo due giorni, ma non abbiamo niente!»
«Dottori... non sapere... non sapere. Quando arrivare madre e moglie di Mustafà, forse noi capire... forse».
«Non è una bella prospettiva, Satir. Sai che ti dico?» «Credo che Giacinto mi darebbe il permesso di telefonare al Primario della pediatria di Marsegno. Lui certo si ricorda di me e si ricorda anche di Mustafà, che è stato lì prima di me.»
«Sì», mi dice Satir. «Telefonare... telefonare...» E così recupero il numero dai contatti e premo invia per parlare con il collega dottor Manfredi Somma. Al terzo squillo mi risponde.
«Collega Manfredi, sono Pasquale Traini... Ti ricordi di me?» «Ma certo, Pasquale, hai lasciato un bel ricordo di te qui da me. Hai telefonato per dirmi che torni a fare dei turni di guardia?» «Manfredi, spero di tornare da te a fare dei turni di guardia, perché anch'io sono stato molto bene da te. Ma ora ti chiamo per un altro motivo.» «Dimmi, Pasquale.» «So che, prima che arrivassi io, è stato da te il giovane collega libanese Mustafà Ranbaied. Tu te lo ricordi?» «Benissimo.» «È successo un fatto incredibile.» «Io ti chiamo da Randolfi, dove sono stato assegnato a fare dei turni di guardia. Arrivato qui, già sapevo, perché mi aveva avvisato Furio Occorsi, che avrei incontrato un giovane collega libanese... appunto Mustafà. Così è stato.» «Abbiamo chiacchierato per un paio d'ore, poi lui è sparito.» «Alle tre di notte lo abbiamo trovato io e la caposala della Pediatria, sgozzato, in un lago di sangue nel Nido.» Il respiro di Manfredi, attraverso il telefono, è diventato più frequente, mentre il suo silenzio è assoluto.
«Sai se da te ha avuto qualche problema, una discussione con qualcuno che possa giustificare un delitto?» «Qui, nonostante indagini serrate da 36 ore, la polizia non ha trovato nessuna pista e un indizio poco significativo: un minuscolo capello rosso sotto l'unghia dell'indice della mano destra.» «Puoi dirmi qualcosa, affinché io poi lo riferisca al Commissario, che tra l'altro è stato un mio paziente da bambino?» Una frazione di secondo e... «Pasquale, qui in realtà, durante i suoi tre turni di guardia, Mustafà non ha avuto nessuno scontro verbale, tanto meno fisico, con alcuno.» «Certo, come poi tu hai avuto modo di osservare durante i tuoi turni di guardia, quella nostra è una realtà ospedaliera, ma anche sociale in genere, molto diversa dalla tua.» «Per cui, ciò che da te un genitore, di fronte ad un comportamento medico che non condivide o lo ferisce, alza la voce o tutt'al più le mani, qui da noi si può arrivare ad uccidere.»
«Ma hai qualche nome da darmi, qualche episodio da riferirmi?» «Quando è arrivato, si è presentato educatamente a tutti, ma tutti abbiamo avuto difficoltà a capirlo.» «A distanza poi di poche ore, probabilmente perché circondato, come tu ben sai, da tante infermiere sia della pediatria che dell'ostetricia, ha iniziato a esprimersi e a comportarsi in maniera più libera.» «Non sono mancati da parte sua apprezzamenti, complimenti anche spinti e ho saputo anche avances ad una ragazza sposata.» «Per quanto poi riguarda il suo comportamento medico durante le visite notturne, si è vestito di autorità ed, nell'esprimersi in modo del tutto incomprensibile, ha creato fraintendimenti con più di un genitore.»
«Ma qualcosa di serio?» «No, di serio no... Lui, ad un bambino che in piena notte era venuto qui da noi per emicrania e vomito a getto, con un tratto indecifrabile e aggressivo, ha detto ai genitori che si poteva trattare anche di tumore cerebrale... quando poi in realtà si è trattato solo di una emicrania da stress termico accompagnata da vomito.» «Insomma, errori di valutazione di un neo-specialista pediatra al suo primo incarico.»
«Comunque, vado a ritrovare i casi e ti mando nomi, cognomi ed indirizzo delle famiglie e faccio un'indagine anche tra le infermiere e ti scrivo qualche nome.» «Grazie, Manfredi, della tua collaborazione.» «Ti farò contattare dal Commissario.» «Arrisentirci.»
«Satir, bisognerebbe andare di persona a parlare con tutte queste persone.» «Non vorrei che avesse fatto qualche fesseria a Marsegno.» «E qui l'indagine si fa lunga e complessa.» «Quella di Marsegno è una realtà molto difficile. Dove vige l'omertà più assoluta.»
Nel momento in cui stiamo per uscire dalla sala consiliare, bussano alla porta... «Avanti!» Compare un'infermiera che non avevo ancora conosciuto. «Posso, dottore?» Si chiude la porta alle spalle e... «Dottore, buongiorno, le devo parlare!»
«Dottori... non sapere... non sapere. Quando arrivare madre e moglie di Mustafà, forse noi capire... forse».
«Non è una bella prospettiva, Satir. Sai che ti dico?» «Credo che Giacinto mi darebbe il permesso di telefonare al Primario della pediatria di Marsegno. Lui certo si ricorda di me e si ricorda anche di Mustafà, che è stato lì prima di me.»
«Sì», mi dice Satir. «Telefonare... telefonare...» E così recupero il numero dai contatti e premo invia per parlare con il collega dottor Manfredi Somma. Al terzo squillo mi risponde.
«Collega Manfredi, sono Pasquale Traini... Ti ricordi di me?» «Ma certo, Pasquale, hai lasciato un bel ricordo di te qui da me. Hai telefonato per dirmi che torni a fare dei turni di guardia?» «Manfredi, spero di tornare da te a fare dei turni di guardia, perché anch'io sono stato molto bene da te. Ma ora ti chiamo per un altro motivo.» «Dimmi, Pasquale.» «So che, prima che arrivassi io, è stato da te il giovane collega libanese Mustafà Ranbaied. Tu te lo ricordi?» «Benissimo.» «È successo un fatto incredibile.» «Io ti chiamo da Randolfi, dove sono stato assegnato a fare dei turni di guardia. Arrivato qui, già sapevo, perché mi aveva avvisato Furio Occorsi, che avrei incontrato un giovane collega libanese... appunto Mustafà. Così è stato.» «Abbiamo chiacchierato per un paio d'ore, poi lui è sparito.» «Alle tre di notte lo abbiamo trovato io e la caposala della Pediatria, sgozzato, in un lago di sangue nel Nido.» Il respiro di Manfredi, attraverso il telefono, è diventato più frequente, mentre il suo silenzio è assoluto.
«Sai se da te ha avuto qualche problema, una discussione con qualcuno che possa giustificare un delitto?» «Qui, nonostante indagini serrate da 36 ore, la polizia non ha trovato nessuna pista e un indizio poco significativo: un minuscolo capello rosso sotto l'unghia dell'indice della mano destra.» «Puoi dirmi qualcosa, affinché io poi lo riferisca al Commissario, che tra l'altro è stato un mio paziente da bambino?» Una frazione di secondo e... «Pasquale, qui in realtà, durante i suoi tre turni di guardia, Mustafà non ha avuto nessuno scontro verbale, tanto meno fisico, con alcuno.» «Certo, come poi tu hai avuto modo di osservare durante i tuoi turni di guardia, quella nostra è una realtà ospedaliera, ma anche sociale in genere, molto diversa dalla tua.» «Per cui, ciò che da te un genitore, di fronte ad un comportamento medico che non condivide o lo ferisce, alza la voce o tutt'al più le mani, qui da noi si può arrivare ad uccidere.»
«Ma hai qualche nome da darmi, qualche episodio da riferirmi?» «Quando è arrivato, si è presentato educatamente a tutti, ma tutti abbiamo avuto difficoltà a capirlo.» «A distanza poi di poche ore, probabilmente perché circondato, come tu ben sai, da tante infermiere sia della pediatria che dell'ostetricia, ha iniziato a esprimersi e a comportarsi in maniera più libera.» «Non sono mancati da parte sua apprezzamenti, complimenti anche spinti e ho saputo anche avances ad una ragazza sposata.» «Per quanto poi riguarda il suo comportamento medico durante le visite notturne, si è vestito di autorità ed, nell'esprimersi in modo del tutto incomprensibile, ha creato fraintendimenti con più di un genitore.»
«Ma qualcosa di serio?» «No, di serio no... Lui, ad un bambino che in piena notte era venuto qui da noi per emicrania e vomito a getto, con un tratto indecifrabile e aggressivo, ha detto ai genitori che si poteva trattare anche di tumore cerebrale... quando poi in realtà si è trattato solo di una emicrania da stress termico accompagnata da vomito.» «Insomma, errori di valutazione di un neo-specialista pediatra al suo primo incarico.»
«Comunque, vado a ritrovare i casi e ti mando nomi, cognomi ed indirizzo delle famiglie e faccio un'indagine anche tra le infermiere e ti scrivo qualche nome.» «Grazie, Manfredi, della tua collaborazione.» «Ti farò contattare dal Commissario.» «Arrisentirci.»
«Satir, bisognerebbe andare di persona a parlare con tutte queste persone.» «Non vorrei che avesse fatto qualche fesseria a Marsegno.» «E qui l'indagine si fa lunga e complessa.» «Quella di Marsegno è una realtà molto difficile. Dove vige l'omertà più assoluta.»
Nel momento in cui stiamo per uscire dalla sala consiliare, bussano alla porta... «Avanti!» Compare un'infermiera che non avevo ancora conosciuto. «Posso, dottore?» Si chiude la porta alle spalle e... «Dottore, buongiorno, le devo parlare!»