Capitolo tredicesimo
Capitolo tredicesimo
Morte di un gettonista

Capitolo tredicesimo

Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano

Mentre scendiamo le scale, mi ritornano prepotentemente in mente le frasi di Concetta e dei due signori anziani del bar.
«Lei andrebbe via da questo paese?»
«Secondo voi, qui a Randolfi, in questo periodo, quante donne aspettano un bambino?»
Espressioni che erano state pronunciate solo per dare fiato alla bocca o piuttosto domande che celavano altro... ma altro cosa?
Non riesco a districarmi in questo groviglio di pensieri. Né mi si accende una lampadina. Forse chiedo troppo a me stesso e troppo presto. Certo, mi farebbe piacere, non solo per una mia soddisfazione personale, quanto per poter dare al Commissario la possibilità di una svolta alle indagini, indirizzandolo su una pista credibile.
E di questo ne accenno a Mariano prima di salire in Questura. La sua priorità è però un'altra, e cioè salvaguardare la dignità e l'onorabilità del suo amico pediatra. Un avviso di garanzia distruggerebbe non solo la mia reputazione, ma mi destabilizzerebbe psicologicamente con conseguenze imprevedibili.
Lungo il corridoio, prima di raggiungere la porta dell'ufficio di Giacinto, incrociamo uno dei suoi ispettori. Lei ci guarda sconsolata e, tornando indietro, bussa alla porta del Commissario.
«Vieni, dottore, vieni.»
«Chiama tutti e facciamo il punto della situazione.»
«Subito, dottore.»
Giacinto è silenzioso. Io, senza chiedere il permesso, vado in corridoio e prendo il caffè per me e per Mariano.
Un silenzio tombale regna nell'ufficio. Ed un silenzio ancora più assordante esplode all'arrivo della squadra.
«Non abbiamo ancora niente, né una traccia, né un indizio, né un testimone, tanto meno un sospettato.»
«Avete novità dalle perquisizioni nei reparti?»
«Avete trovato l'arma del delitto?»
«Tutti i bisturi che abbiamo trovato, e sono stati tanti, erano sigillati, e i medici e gli infermieri hanno riferito che vengono sterilizzati con tutto il resto dello strumentario chirurgico, per cui è impossibile ritrovare il bisturi arma del delitto. Piuttosto, l'assassino può sì averlo preso in ospedale, ma di certo lo ha portato via con sé.»
«E allora andate a prendere il primario di Chirurgia, il primario di Ostetricia e Ginecologia, il primario di Ortopedia e l'anatomo-patologo. Tutti presenti agli interrogatori.
Poi passeremo al Direttore Amministrativo, al Direttore Sanitario, al medico del lavoro che ha dato al libanese l'idoneità medica per svolgere l'attività di gettonista.
Poi parleremo con il direttore della cooperativa "La Nuova Sanità", tale Furio Occorsi.
E se tutto ciò non dovesse portarci a nulla, nonostante anche la testimonianza della signora Ermelinda, la proprietaria del Bed & Breakfast Ananke, dove Mustafà alloggiava, saremo costretti a contattare la polizia di Beirut e poi quella di Atene per cercare risposte alle nostre domande.»
A questo punto nessuno riesce a fiatare. La faccenda si complica, e di molto.
«Ragazzi, vi devo dire un fatto che abbiamo sentito questa mattina al bar dove Mustafà andava spesso.
Anzi, due. La prima è una riflessione personale: secondo me, sono solo tre i motivi per cui si uccide: soldi, gelosia, potere.
Il fatto è questo: Mariano, raccontalo tu, lo hai sentito, corredato da una tua riflessione, se possibile.»
«Sì, Commissario. Prima di arrivare da voi ci siamo fermati al bar e Concetta, dopo aver detto che Mustafà è stato sempre corretto con lei, ha raccontato che in un'occasione le ha fatto una domanda:
"Lei, signorina, andrebbe via dal suo paese?"
E subito dopo se n'è andato, senza aspettare una risposta.
I signori anziani hanno confermato lo stesso comportamento nei loro riguardi. Hanno aggiunto che solo in un'occasione il giovane medico ha detto:
"Secondo voi, in questo periodo, quante sono le donne che aspettano un figlio?"
Ma anche in quel caso è andato via senza attendere una risposta.»
«Hai ragione» dice Giacinto. «E voi, ragazzi, che ne pensate?»
«Per la prima osservazione sono d'accordo; di certo, al primo posto per un delitto così efferato ci può essere il denaro. Debiti di gioco contratti in Libano o ad Atene?
Gelosia: potrebbe aver commesso una fesseria con una ragazza, sia qui da noi in Italia, che lì.
Potere: si era invischiato nella lotta politica contro il regime? E dove poi, in Libano o in Grecia?»
Giacinto è sempre più teso.
«Le domande di Mustafà» interviene l'altro ispettore, «sono al momento incomprensibili.»
«Quante donne sono incinte qui a Randolfi in questo periodo? Mah!»
Giacinto non parla, le ispettrici e gli ispettori non parlano, Mariano è pensieroso, io sono fuso già a primo mattino.
«Beh... andate a prendere la signora del Bed & Breakfast, iniziamo da lei» dice Giacinto.
«Scusatemi, mi allontano per dieci minuti.»
Cerco di concentrarmi sulle frasi di Mustafà, su ciò che mi aveva detto durante quella breve conversazione del giorno prima.
Ma cosa mi aveva detto? Niente.
Mi aveva mostrato la foto della sua famiglia, ammesso che fosse stata la sua.
Mi tornano in mente le invettive della collega pediatra... e se ci fosse del vero nelle sue esternazioni?
Mustafà era veramente un medico? Era veramente un pediatra?
Non avevo avuto modo neanche di chiedergli niente... l'argomento della tesi di laurea, quella di specializzazione e soprattutto... ma perché sei venuto in Italia? E a Randolfi, poi?!
Se volevi fare il gettonista, potevi andare a Dubai, dove avresti guadagnato molto, ma molto di più.
Domande senza risposta.
E Furio, poi?
Aveva richiesto, come aveva fatto con me, il certificato di laurea, quello di specializzazione?
Li aveva controllati, autenticati?
Era questo il dubbio che lo assillava e per il quale mi aveva chiesto di controllare Mustafà?
Senza contare che Randolfi è stato per lui il secondo incarico: prima era stato a Marsegno.
E se avesse contratto lì un debito? O avesse commesso un errore medico che non gli era stato perdonato?
O magari proprio lì avesse "compromesso" una ragazza, una giovane mamma, un'infermiera?
Mi riprometto di dire tutto a Giacinto.
Conservo il numero di telefono del primario di Marsegno, così lo potrà contattare.
Siamo solo al secondo giorno delle indagini: credo che più in fretta di così non si possa andare!
  • Antonio Marzano
  • dottor Antonio Marzano
Morte di un gettonista

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Racconto giallo a cura del dott. Antonio Marzano

Indice rubrica
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Capitolo undicesimo 13 febbraio 2025 Capitolo undicesimo
Capitolo decimo 6 febbraio 2025 Capitolo decimo
Capitolo nono 30 gennaio 2025 Capitolo nono
Capitolo Ottavo 23 gennaio 2025 Capitolo Ottavo
Capitolo Settimo 16 gennaio 2025 Capitolo Settimo
Capitolo Sesto 9 gennaio 2025 Capitolo Sesto
Capitolo Quinto 2 gennaio 2025 Capitolo Quinto
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