Morte di un gettonista. <span>Foto Immagine generata con AI</span>
Morte di un gettonista. Foto Immagine generata con AI
Morte di un gettonista

Capitolo ventunesimo

Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano

«Andiamo, Satir.»
«Andiamo a mettere a tacere la fame.»
«Con la storia pruriginosa di Flavia, abbiamo un'altra pista da seguire. Satir, ma il cellulare di Mustafà è sparito?!»
«Eh sì, e lì mi aveva fatto vedere la foto della sua famiglia, moglie e due figli. Avremmo potuto cercare numeri, contatti, immagini. Sparito.»
«Ciao Erika.»
«Ciao Pasquale, come va?»
«Niente di buono. Tu sapevi che qui in ospedale… come dire… dottori, dottoresse, infermiere, impiegate, dirigenti… c'è tutto un sommerso clandestino?!»
«Certo che lo so, lo so molto bene, e non passa giorno che la già lunga lista dei fedifraghi e delle fedifraghe non si allunghi ancora di più!»
«Manchi solo tu allora… datti da fare.»
Erika afferra uno schizzone e me lo lancia contro, sfiorandomi la testa.
«Ciao Erika… a stasera…»
«Pasquale, sei uno…»
Scegliamo la trattoria: Il Ristoro del Viandante. Ci raggiunge il titolare:
«Signori, buongiorno. Cosa posso servirvi? Un antipasto o direttamente il primo?»
«Per me del salmone,» dice Satir.
«Per me un affettato misto,» dico io.
«Bene, e poi preferite un secondo?»
«Per me un arrosto di carne, ben cotto.»
«Per me una pizza con tonno e peperoncino, sottile e ben cotta.»
«Da bere?»
«Acqua minerale per entrambi: per lui liscia, per me gasata.»
«Grazie, signori.»
Finalmente, dopo 48 ore, sono seduto a tavola. E, nonostante non ci manchi né la fantasia né la parola, vinti dalla fame, rimaniamo in silenzio.
Poi… squilla il cellulare.
«Ciao Pasquale, sono io, Manfredi: ti volevo confermare che Mustafà, qui durante i suoi turni di guardia, tranne che per poche e iniziali incomprensioni con gli infermieri, è andato tutto bene. Solo in un'occasione aveva deciso di rimandare a casa un bambino con trauma cranico, di cui non aveva sospettato niente di grave. Invece, dopo un breve confronto con l'infermiere, ha dovuto accettare il suo consiglio di sottoporre il bambino a una TAC, da cui è venuto fuori un ematoma intracerebrale, subito rimosso dal neurochirurgo, così salvando la vita e la salute del bambino. Tanto che i genitori hanno ringraziato poi tutto lo staff infermieristico e medico per la pronta guarigione del figlio.»
«Per cui, Pasquale, credo che la pista nostra qui puoi lasciarla perdere.»
«Va bene, hai ragione.»
Satir è in ascolto in viva voce ed anche lui, con un cenno del capo, conferma le parole di Manfredi.
Ed ecco i nostri antipasti.
Li consumiamo con gusto e con piacere.
Ognuno di noi chiuso nei suoi pensieri, e i miei particolarmente confusi e inconcludenti.
Raggiungiamo poi l'argine del fiume, che, nonostante luglio, ha una bella portata d'acqua.
La vegetazione di acacie e ginestre è rigogliosa. La sua brezza è un vero sollievo alla calura di questo sabato pomeriggio.
Ci avviciniamo alla riva e, distesi sull'erba, poniamo le mani in acqua, limpida e fredda, e la lasciamo scivolare sul viso.
Per noi che viviamo in una città di mare, è una novità questa: osservare lo scorrere dell'acqua e assaporare il piacere di berla.
«Che dici, Satir? Cosa vuoi fare?»
«Io ti consiglio di tornare a Glielfi. Appena ci saranno novità ti farò sapere. Io torno in ospedale. Di guardia sta Erika fino alle 20. Mi riposo e mi faccio trovare pronto per la notte. Domani è domenica e sono di turno. E lunedì mattina finiscono i miei turni di guardia da gettonista. Poi non so cosa succederà.»
«Va bene, dottore,» dice Satir. «Ciao e buon ritorno a casa.»
Mi avvio lemme lemme verso l'ospedale.
Il senso di frustrazione è enorme.
Anch'io vorrei tornare a casa; andare al mare, fare un giro in moto, tornare a dormire nel mio letto.
Il fatto è che se non risolviamo il caso, io a casa non ci posso tornare!
In reparto sento delle voci di mamme e di bambini. Il pianto di un neonato.
Meglio così:
«Ciao Pasquale, ciao Erika… scusami per prima… sì… sì… ho capito che ti piace scherzare… e mi va anche bene… tanto vale che anch'io cambi registro. Qui in ospedale è un puttanaio… ed io forse dovrei smettere di fare la santarellina. Pasquale, ma lo sai che a settembre compio 47 anni e non ho mai avuto né un fidanzato, né uno scopa-amico… niente.»
«Erika, e non credi che ci sia anche una tua responsabilità?!»
Lei mi guarda…
«Hai ragione, Pasquale: la responsabilità è tutta la mia. Ma il dado è tratto: sono le 15 e 30. Se mi sostituisci vado via, e domani quando torno non mi riconoscerai.»
«Uau, Erika… a disposizione… vai pure!»
Mi raggiunge Rebecca, la caposala.
«Buon pomeriggio, dottor Traini.»
«Buon pomeriggio a te.»
«Fino a che ora siamo insieme di turno?»
«Io smonto domani mattina,» mi fa Rebecca.
«Condividiamo la notte, allora?»
«Sì,» risponde Rebecca.
«Già.»
«Dottor Traini, qui le voci corrono velocemente: ho saputo che nella sala riunioni avete fatto un summit. Poi è venuta da te la caposala della Chirurgia.»
«Già.»
«Ti ha raccontato tutto!! È preoccupata che il dottor Ancona possa aver fatto una fesseria.»
«Il dottor Ancona ha paura della sua ombra. Non sarebbe capace di uccidere una mosca. È un pavido! Teme solo di perdere i soldi della moglie. È tanto ricca quanto libertina… e sono buona.»
«Ma poi hanno raggiunto un accordo: lui si scopa la sua infermiera e la moglie si è fatta tutti i dirigenti dell'ospedale. Magari è stata lei ad uccidere Mustafà! Sapeva che era arrivata carne giovane e straniera in ospedale.»
«Con una scusa è arrivata qui la settimana scorsa e appena lo ha visto, si è avvicinata a Mustafà. Dopo le prime presentazioni si è strusciata al dottore e, a bassa voce, ma in modo che io potessi sentire, ha detto: "Sei un bel giovane… voglio fare sesso con te!"
Mustafà ha spalancato gli occhi, stranito, ma poi con un filo di voce ha detto: "No… non posso, non voglio…"
E allora Miriam gli ha dato un calcio sullo stinco destro e ha detto: "Ti pentirai di queste tue parole: la pagherai cara…" ed è andata via.»
«Rebecca, un'altra donna che si esprime con la stessa frase!! Io vado in camera. Poi mi aggiorni sui ricoveri e sul neonato.»
«Certo, Pasquale… abbiamo tutta la notte.»
Vado in camera e chiudo la porta a chiave… non si sa mai.
Fammi sapere se vuoi che riveda anche la parte precedente o se andiamo avanti!
  • Antonio Marzano
  • dottor Antonio Marzano
Morte di un gettonista

Morte di un gettonista

Racconto giallo a cura del dott. Antonio Marzano

Indice rubrica
Capitolo ventesimo 17 aprile 2025 Capitolo ventesimo
Capitolo diciannovesimo 10 aprile 2025 Capitolo diciannovesimo
Capitolo diciottesimo 3 aprile 2025 Capitolo diciottesimo
Capitolo diciassettesimo 27 marzo 2025 Capitolo diciassettesimo
Capitolo sedicesimo 20 marzo 2025 Capitolo sedicesimo
Capitolo quindicesimo 13 marzo 2025 Capitolo quindicesimo
Capitolo tredicesimo 27 febbraio 2025 Capitolo tredicesimo
Altri contenuti a tema
Capitolo ventesimo Capitolo ventesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo diciannovesimo Capitolo diciannovesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo diciottesimo Capitolo diciottesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo diciassettesimo Capitolo diciassettesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo sedicesimo Capitolo sedicesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo quindicesimo Capitolo quindicesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo quattordicesimo Capitolo quattordicesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo tredicesimo Capitolo tredicesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
© 2001-2025 BisceglieViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
BisceglieViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.