Tac (repertorio)
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Un pediatra sul web

Il ventre materno

Rubrica a cura del dottor Antonio Marzano - Ex pediatra di famiglia

Sono arrivato il pomeriggio del 20 aprile qui a Locri per le mie 38 ore di turno di guardia in Pediatria e mai come questa volta ho sentito la necessità di risprofondare nel ventre materno. La Calabria è una bellissima regione che accomuna colline e montagne lussureggianti di vegetazione con l'azzurro del mare. La rivalità nella bellezza tra il mare Ionio ed il mare Tirreno non ha vincitori. Sono entrambi bellissimi. Senza dimenticare la grande strada di collegamento Ionica-Tirrenica. Mentre la percorro attraversando gole profonde, il pensiero va indietro ai ricordi scolastici: in questi luoghi remoti ed inaccessibili soggiornò il grande ed invitto esercito del grande generale cartaginese Annibale, dopo le folgoranti battaglie vittoriose contro l'Esercito Romano. Questo della Calabria fu l'imbuto in cui si infilò e dal quale ne uscì solo per ritornare a Cartagine.

Ma questo è un altro discorso.

Quello di oggi riguarda la grande necessità che ho provato di scendere qui a Locri a leccarmi le ferite. Nonostante l'età non conosco la prudenza comportamentale per cui più mi espongo e più posso andare incontro si a gratificazioni ma anche ad umiliazioni.

Non contento della amara delusione provata presso un ospedale lombardo, sono voluto ritornare nella tanto celebrata Lombardia in un altro ospedale blasonato, per osservare dall'interno la realtà assistenziale.

La prima richiesta che mi è stata fatta con gli estremi di un ordine perentorio è stata: «Si sieda al computer ed apra il programma del reparto di pediatria, apra il programma dell'ospedale, deve connettersi al servizio del laboratorio analisi, deve connettersi al servizio di radiologia, deve prima di visitare, inserire nel programma i dati del piccolo paziente, la sua anamnesi remota e prossima. Il motivo dell'accesso al pronto soccorso pediatrico. Deve inserire nel programma i dati dei genitori nonché la loro storia clinica ed anche quella dei nonni del piccolo paziente. Deve connettersi al programma della sala parto perché deve inserire tutti i dati della gravida e poi del neonato. Tutta la storia clinica della gravida e del marito, remota e prossima e poi tutta la storia clinica del neonato...»

«Ma... io sono appena arrivato... (sono le 20) e non conosco il programma, né posso utilizzarlo senza conoscerlo, né posso imparare il programma in cinque minuti».

In quel momento l'infermiere arrabbiato mi urla: «Lei non sa fare il suo mestiere!»

E la supponente infermiera mi fa: «Cosa è venuto a fare? Lei non capisce niente».

E comunque poiché si erano già presentati alcuni bambini da visitare ho deciso di scrivere sulla cartella clinica cartacea ciò che mi apprestavo a fare.

L'infermiere inferocito si è scagliato contro di me urlandomi come un posseduto: «Lei commette un errore medico legale!

A quel punto ho replicato: «Chiami i carabinieri, così me ne vado in caserma a dormire e a mangiare perché sono stanco e affamato».

La "ficaponta" dell'infermiera, mentre mi guardava schifata, per una bambina in visita per vomito ha tentato di impormi l'utilizzo di un antiemetico centrale che mi sono rifiutato di somministrare tanto che poi la bambina, dopo solo due sorsi di soluzione glucosalina, non ha più vomitato. La supponente infermiera ha raggiunto la collega ed insieme mi hanno riservato espressioni di schifo!

E mentre il capo infermiere correva lungo il corridoio come se ci fossero pazienti in fin di vita da soccorrere, un unico ragazzo con una frattura al braccio hanno pensato bene di trasferirlo.


Il giorno dopo sono ripartito dopo aver fatto comunque il mio dovere di pediatra e di medico.

Una volta tornato a casa il primario cui ho raccontato la storia mi ha detto: «E meno male che ti sei fermato a fare danni con il programma, figurati cosa avresti combinato se avessi fatto le visite!»

Nonostante le avessi fatte e rimandato a casa bambini con diagnosi e terapia intendeva che non avendo scritto tutto al computer non capivo niente di medicina né di pediatria. E poi ha aggiunto che nel suo ospedale e nel suo reparto di pediatria arrivano al pronto soccorso casi gravi, bambini con malattie serie, che in sala parto lungi dal nascere neonati sani a termine di gravidanza, nascono solo con patologie gravi e, vero o bugia, grandi pretermine, che il sottoscritto non sarebbe stato in grado di prendere in carico.

Eppure durante il mio turno di guardia oltre la diarrea ho visto una faringite, una otalgia ed una modesta orticaria... mah!

Qui a Locri ho ritrovato le stesse patologie lombarde, ho preso in carico gli stessi neonati lombardi ed ho seguito in reparto gli stessi bambini affetti dalle stesse patologie lombarde.

Qui i genitori mi ringraziano, mi parlano con rispetto, qui gli infermieri sono educati cordiali e premurosi. Qui in sala parto i colleghi ostetrici e ostetriche e tutte le infermiere sono corrette ed educate. Qui sono nel ventre materno dove sono venuto triste e deluso e da dove sono ripartito per un'altra volta con un invito: «Dottor Marzano torni a Locri: lei è un bravo medico, umile corretto e preparato!»

Grazie Locri.
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Rubrica di pediatria a cura del dottor Antonio Marzano - pediatra di famiglia

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