Un pediatra sul web
La fase oscura
Rubrica di pediatria a cura del dottor Antonio Marzano - pediatra di famiglia
domenica 23 agosto 2020
8.59
Sarà forse perché ho già qualche anno, o magari perché gli anni li porto male, certo è che alle domande dei genitori le mie risposte assumono una valenza ormai non sempre "assoluta", come poteva accadere qualche tempo fa. E ciò che in questi giorni rende la mia espressione non sempre rassicurante è che con il loro scorrere, e nei loro pensieri, l'avvicinarsi della apertura dell'anno scolastico è percepito come un evento preoccupante.
Mi ritornano in mente le note del maestro Ennio Morricone che sostiene con una orchestrazione straordinaria il dialogo tra il monco e il Colonnello Daglas Mortimer nel film di Sergio Leone "Per qualche dollaro in più".
«Forse è una domanda indiscreta» afferma il monco.
Il Colonnello, nell'accarezzare la foto della sorella sul carillon: «Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte a volte lo sono».
Espressione nuova e oserei definire glaciale, che traslata nel dibattito attuale suona: «Dottore, che certezze può darci per il ritorno a scuola dei nostri figli?»
La risposta è del tutto "indiscreta": «Nessuna certezza» mentre faccio spallucce.
Mi guardano basiti, timorosi, perché è la prima volta in tutti questi anni che il loro medico non dà certezze. Una popolazione di genitori di età così variegata e con figli che si presentano, dalla prima volta all'asilo nido fino alla scuola media superiore.
Per me - in tutta onestà - non poter assicurare una risposta certa ma solo espressioni ondivaghe è la quintessenza di una sconfitta e del nulla. Per fortuna, in questo caso è un "nulla" condiviso da tutti e in tutto il pianeta. Un "nulla" fatto di dubbi, sospetti, perplessità, sconforto, rassegnazione, ribellione.
«Ma dottore - chiosa una mamma - se non lo sa lei come può o potrebbe andare, noi come ci dobbiamo comportare. Quali rischi corriamo? Possiamo credere a ciò che "dice" la televisione anche se poi ognuno dice la sua e vuole aver ragione? Insomma, se non ce lo spiegate voi chi dovrebbe faro?».
Provo a spostare l'attenzione sulla vaccinazione: «Ma quale?» Mi chiede la mamma. «Non quella contro il Coronavirus che non c'è ancora!».
«Quella antinfluenzale» rispondo.
«E che la facciamo a fare? A che serve? Non ricorda che due anni fa, nonostante l'avessimo fatta, Mauro si è preso di tutto e di più?».
«Sì. L'antinfluenzale protegge il bambino, riduce il rischio di prendere l'altro virus...».
Mi guarda con un sorriso a metà tra l'ironico e il beffardo: «Dottore, dottore... Ma se non ci crede nemmeno lei!».
Preferisco tacere, e mi torna in mente un sondaggio che ho condotto tra i miei pazienti, postando una domanda sul mio stato Whatsapp: "Chi di voi intendere sottoporre il proprio figlio al vaccino antinfluenzale?". Ci sono state circa duecento visualizzazioni. Hanno risposto in meno di sessanta e oltre cinquanta con un secco "no". Un'altra storia diffcile da capire, da spiegare. Io mi sono fatto un'idea: in una nazione in cui non ci sono più certezze, con la popolazione che ha perso del tutto la fiducia nelle Istituzioni perchè corrose da disonestà, intrighi, interessi privati, e assoluta mancanza di ideali, anche la medicina è messa in dubbio.
Come dare torto al cittadino italiano che ogni giorno sente ripetere di una corruttela che permea tutto e tutti? Dalla politica alla Magistratura, dalle Forze dell'Ordine alla scuola, dalla Chiesa all'Università e persino allo sport: tutto è inquinato!
La mamma mi fa, e qui sprofondo nel disagio più totale: «Ha visto dove sono andare a finire tutte le vostre certezze di medici con questa pandemia? Lo avete capito? La vostra prosopopea ha prodotto e continua a produrre malattia, sofferenza e morte in tutta Italia e in tutto il mondo! Alla prima vera grande prova di necessità e di gravità avete fallito miseramente!».
Ho un brivido lungo la schiena: come darle torto?
«E allora?»
«E allora lo dico io: che dobbiamo fare? Niente?»
«Non lo so» mi dice.
«Per il momento aspettiamo, siamo in agosto, poi ci regoliamo».
«Eppure questa storia è strana e parte con espressioni dubbiose, domande insidiose, dubbi pericolosi: si mescolano insieme sfiducia, sospetto, perplessità, confusione. Manca una voce autorevole, in cui da sempre abbiamo rimesso i dubbi. Non c'è una voce, anzi ci sono molte, troppe voci, molto spesso in conflitto tra di loro e tutto ciò genera ancora più sospetti. Ho l'impressione che le sue parole celino volontariamente non più il sospetto, quanto la certezza che il Governo lo faccia apposta a tenere sotto il tallone della minaccia,del terrore, la Nazione.
Dottore, questa storia di "tutto fermo" di "non rapporti umani" l'abbiamo accettata qualche mese fa, nel pieno del precipizio, ma ora che dobbiamo fare, ridurci in miseria? Noi non vogliamo gli aiuti che tanto comunque non arrivano o arrivano strani. Noi vogliamo solo lavorare!».
A questo punto l'espressione del genitore diventa sempre più insistentemente provocatoria, accompagnata da una sfida dialettica che non sono in grado di sostenere.
«Signora, so io chi le può dare tutte queste certezze e rispondere a tutte - dico tutte - le sue domande».
«Chi?»
«Guardi, prosegua in fondo verso quella strada. Troverà lo studio di un mago: lui lo sa!».
Mi ritornano in mente le note del maestro Ennio Morricone che sostiene con una orchestrazione straordinaria il dialogo tra il monco e il Colonnello Daglas Mortimer nel film di Sergio Leone "Per qualche dollaro in più".
«Forse è una domanda indiscreta» afferma il monco.
Il Colonnello, nell'accarezzare la foto della sorella sul carillon: «Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte a volte lo sono».
Espressione nuova e oserei definire glaciale, che traslata nel dibattito attuale suona: «Dottore, che certezze può darci per il ritorno a scuola dei nostri figli?»
La risposta è del tutto "indiscreta": «Nessuna certezza» mentre faccio spallucce.
Mi guardano basiti, timorosi, perché è la prima volta in tutti questi anni che il loro medico non dà certezze. Una popolazione di genitori di età così variegata e con figli che si presentano, dalla prima volta all'asilo nido fino alla scuola media superiore.
Per me - in tutta onestà - non poter assicurare una risposta certa ma solo espressioni ondivaghe è la quintessenza di una sconfitta e del nulla. Per fortuna, in questo caso è un "nulla" condiviso da tutti e in tutto il pianeta. Un "nulla" fatto di dubbi, sospetti, perplessità, sconforto, rassegnazione, ribellione.
«Ma dottore - chiosa una mamma - se non lo sa lei come può o potrebbe andare, noi come ci dobbiamo comportare. Quali rischi corriamo? Possiamo credere a ciò che "dice" la televisione anche se poi ognuno dice la sua e vuole aver ragione? Insomma, se non ce lo spiegate voi chi dovrebbe faro?».
Provo a spostare l'attenzione sulla vaccinazione: «Ma quale?» Mi chiede la mamma. «Non quella contro il Coronavirus che non c'è ancora!».
«Quella antinfluenzale» rispondo.
«E che la facciamo a fare? A che serve? Non ricorda che due anni fa, nonostante l'avessimo fatta, Mauro si è preso di tutto e di più?».
«Sì. L'antinfluenzale protegge il bambino, riduce il rischio di prendere l'altro virus...».
Mi guarda con un sorriso a metà tra l'ironico e il beffardo: «Dottore, dottore... Ma se non ci crede nemmeno lei!».
Preferisco tacere, e mi torna in mente un sondaggio che ho condotto tra i miei pazienti, postando una domanda sul mio stato Whatsapp: "Chi di voi intendere sottoporre il proprio figlio al vaccino antinfluenzale?". Ci sono state circa duecento visualizzazioni. Hanno risposto in meno di sessanta e oltre cinquanta con un secco "no". Un'altra storia diffcile da capire, da spiegare. Io mi sono fatto un'idea: in una nazione in cui non ci sono più certezze, con la popolazione che ha perso del tutto la fiducia nelle Istituzioni perchè corrose da disonestà, intrighi, interessi privati, e assoluta mancanza di ideali, anche la medicina è messa in dubbio.
Come dare torto al cittadino italiano che ogni giorno sente ripetere di una corruttela che permea tutto e tutti? Dalla politica alla Magistratura, dalle Forze dell'Ordine alla scuola, dalla Chiesa all'Università e persino allo sport: tutto è inquinato!
La mamma mi fa, e qui sprofondo nel disagio più totale: «Ha visto dove sono andare a finire tutte le vostre certezze di medici con questa pandemia? Lo avete capito? La vostra prosopopea ha prodotto e continua a produrre malattia, sofferenza e morte in tutta Italia e in tutto il mondo! Alla prima vera grande prova di necessità e di gravità avete fallito miseramente!».
Ho un brivido lungo la schiena: come darle torto?
«E allora?»
«E allora lo dico io: che dobbiamo fare? Niente?»
«Non lo so» mi dice.
«Per il momento aspettiamo, siamo in agosto, poi ci regoliamo».
«Eppure questa storia è strana e parte con espressioni dubbiose, domande insidiose, dubbi pericolosi: si mescolano insieme sfiducia, sospetto, perplessità, confusione. Manca una voce autorevole, in cui da sempre abbiamo rimesso i dubbi. Non c'è una voce, anzi ci sono molte, troppe voci, molto spesso in conflitto tra di loro e tutto ciò genera ancora più sospetti. Ho l'impressione che le sue parole celino volontariamente non più il sospetto, quanto la certezza che il Governo lo faccia apposta a tenere sotto il tallone della minaccia,del terrore, la Nazione.
Dottore, questa storia di "tutto fermo" di "non rapporti umani" l'abbiamo accettata qualche mese fa, nel pieno del precipizio, ma ora che dobbiamo fare, ridurci in miseria? Noi non vogliamo gli aiuti che tanto comunque non arrivano o arrivano strani. Noi vogliamo solo lavorare!».
A questo punto l'espressione del genitore diventa sempre più insistentemente provocatoria, accompagnata da una sfida dialettica che non sono in grado di sostenere.
«Signora, so io chi le può dare tutte queste certezze e rispondere a tutte - dico tutte - le sue domande».
«Chi?»
«Guardi, prosegua in fondo verso quella strada. Troverà lo studio di un mago: lui lo sa!».