Un pediatra sul web
Se posso essere ancora un medico...
Rubrica di pediatria a cura del dottor Antonio Marzano - pediatra di famiglia
martedì 12 febbraio 2019
06.50
Giovanna precede la mamma mentre varca la soglia della sala visite.
Lì per lì non la riconosco, poi entra la mamma... «Eccola - penso - mi sono ricordato. Giovanna, come stai?»
È una adolescente, non mi vede da qualche tempo, è stata sempre timida e ora lo è ancora di più. Nasconde la tensione dietro delle lenti da ipermetrope, ma poi... «Come sei cambiata - le dico - non ti avrei riconosciuta». I suoi riccioli biondi le coprono in parte la fronte, ora sorride, ma il suo sorriso nasconde un malessere.
La madre mi guarda e dice: «Giovanna da qualche giorno non sta bene, ha sempre mal di pancia, ma le mestruazioni le già avute da qualche mese, si sono irregolari, ma non con questo mal di pancia, mai così forte e a lungo».
Osservo Giovanna le sorrido, lei non si lascia intenerire, e allora con un gesto del braccio la invito a sedersi sul lettino. La madre l'aiuta a scoprirsi l'addome e lei è reticente, ma provo a sorridere di nuovo e lei mi guarda, la rassicuro e comincio come tante altre volte è già successo con i bambini a palpare l'addome. La palpazione superficiale risveglia il dolore e lo risveglia su tutti i quadranti addominali.
L'addome di una ragazza adolescente: la tomba del medico. In quello spazio piccolo ma grande al tempo stesso ci sono tutti gli organi addominali, tutti e tra l'altro anche gli organi pelvici femminili.
Giovanna ha una espressione sofferente. Non riesco a fare una diagnosi. Non mi aiuta neanche l'anamnesi né la prossima né la remota.
Comincio a percepire un certo disagio: «E ora come lo dico...».
Dopo aver ascoltato il torace e il cuore, mi siedo. «Signora, Giovanna è sofferente, ma di una sofferenza a cui non riesco a rispondere da solo: ho bisogno della collaborazione dell'ecografista e dell'analista. Insomma dobbiamo fare un'eco addome e delle analisi di sangue».
La mamma mi guarda stranita e leggo nel suo sguardo uno strano stupore: «Certo dottore, dobbiamo fare tutto ciò che c'è da fare per capire Giovanna perché ha questo mal di pancia». La invito a sedersi: «Il fatto è che ha superato i sei anni». La mamma aggrotta le sopracciglia, mi chiede: «E allora?»
«Dobbiamo indagare. Tra analisi, ecografia una visita ginecologica, solo di ticket ci vogliono non meno di 250 euro».
La mamma di Giovanna strabuzza gli occhi. «Alcuni anni fa abbiamo fatto le analisi» mi dice.
«Molti anni fa. Le cose sono cambiate» e risponde.
Si è ammutolita. «Dottore, ma voi lo sapete... Come faccio? Mio marito è un operaio e ho altri due bambini».
«Lo so» rispondo «ma signora, mi dica se posso essere ancora un medico...».
Lì per lì non la riconosco, poi entra la mamma... «Eccola - penso - mi sono ricordato. Giovanna, come stai?»
È una adolescente, non mi vede da qualche tempo, è stata sempre timida e ora lo è ancora di più. Nasconde la tensione dietro delle lenti da ipermetrope, ma poi... «Come sei cambiata - le dico - non ti avrei riconosciuta». I suoi riccioli biondi le coprono in parte la fronte, ora sorride, ma il suo sorriso nasconde un malessere.
La madre mi guarda e dice: «Giovanna da qualche giorno non sta bene, ha sempre mal di pancia, ma le mestruazioni le già avute da qualche mese, si sono irregolari, ma non con questo mal di pancia, mai così forte e a lungo».
Osservo Giovanna le sorrido, lei non si lascia intenerire, e allora con un gesto del braccio la invito a sedersi sul lettino. La madre l'aiuta a scoprirsi l'addome e lei è reticente, ma provo a sorridere di nuovo e lei mi guarda, la rassicuro e comincio come tante altre volte è già successo con i bambini a palpare l'addome. La palpazione superficiale risveglia il dolore e lo risveglia su tutti i quadranti addominali.
L'addome di una ragazza adolescente: la tomba del medico. In quello spazio piccolo ma grande al tempo stesso ci sono tutti gli organi addominali, tutti e tra l'altro anche gli organi pelvici femminili.
Giovanna ha una espressione sofferente. Non riesco a fare una diagnosi. Non mi aiuta neanche l'anamnesi né la prossima né la remota.
Comincio a percepire un certo disagio: «E ora come lo dico...».
Dopo aver ascoltato il torace e il cuore, mi siedo. «Signora, Giovanna è sofferente, ma di una sofferenza a cui non riesco a rispondere da solo: ho bisogno della collaborazione dell'ecografista e dell'analista. Insomma dobbiamo fare un'eco addome e delle analisi di sangue».
La mamma mi guarda stranita e leggo nel suo sguardo uno strano stupore: «Certo dottore, dobbiamo fare tutto ciò che c'è da fare per capire Giovanna perché ha questo mal di pancia». La invito a sedersi: «Il fatto è che ha superato i sei anni». La mamma aggrotta le sopracciglia, mi chiede: «E allora?»
«Dobbiamo indagare. Tra analisi, ecografia una visita ginecologica, solo di ticket ci vogliono non meno di 250 euro».
La mamma di Giovanna strabuzza gli occhi. «Alcuni anni fa abbiamo fatto le analisi» mi dice.
«Molti anni fa. Le cose sono cambiate» e risponde.
Si è ammutolita. «Dottore, ma voi lo sapete... Come faccio? Mio marito è un operaio e ho altri due bambini».
«Lo so» rispondo «ma signora, mi dica se posso essere ancora un medico...».