Un pediatra sul web
Ti incontrerò tra non molto
Rubrica a cura del dottor Antonio Marzano - Pediatra di famiglia
domenica 19 giugno 2022
Mi ha raggiunto alle spalle, con passo felpato, proprio lui che è stato sempre e da sempre un amico gaudente, sorridente, effervescente e con gli occhi lucidi mi ha detto, così all'improvviso: «Tonio non sono pronto. No, non sono pronto ancora».
Mi ha sorpreso, sono rimasto in silenzio, in una frazione di secondo ho avuto il timore che stesse lì lì per darmi una brutta notizia e visto che non proseguiva l'ho incoraggiato a farlo, con un sorriso.
«Che è successo?»
«Tonio, conosci tutto ciò che ho realizzato ma ora non conto più niente: mi hanno mandato in pensione! L'ultima volta, e risale già a qualche mese fa, sono stato su in riunione ma nessuno - dico nessuno - mi ha rivolto la parola. Dopo anni in cui ho sentito la mia voce risuonare tra le pareti della grande sala, l'ultima volta non solo non ho parlato ma anche quando ho provato a farlo mi sono reso conto che tutti mi guardavano infastiditi, quasi in cagnesco...»,
Qualche giorno fa ho incrociato un amico collega che poi per telefono mi ha raccontato che non gode di buona salute e che, anche per questo accidente, ha deciso di andare in pensione. Il tono di voce era rassegnato. Sì, rassegnato!
Una mattina in studio una mamma mi ha confidato che il suo ostetrico è stato messo in condizione di andare in pensione ma lui, mi ha riferito la giovane madre, era molto giù di tono, troppo giù di tono, molto preoccupato e turbato per un cambio di stile di vita così radicale e dopo tanti anni di professione.
Circa un mese fa ho incrociato un altro collega che ho notato camminare con un'andatura incerta, con le spalle curve, con un'espressione assente. Poi ho saputo che era andato in pensione.
Personalmente questa donna bella, fredda e vendicativa la incontrerò tra non molto. Nell'osservare tutte queste condizioni, mi sforzo di trarre tesoro ed insegnamento. Mi impegno, per la salute, a farmi trovare pronto: sì, a farmi trovare pronto. A non cedere poi alle beffarde lusinghe degli adulatori e a chiudere dignitosamente ed orgogliosamente il lungo percorso della professione che a tutt'oggi tra alti e bassi mi ha regalato il traguardo dei 37 anni.
Eppure devo comunque osservare che la "Mantide" della pensione risparmia, dai suoi strali velenosi, le donne. Sì perché in realtà le donne professioniste, mogli o non mogli, hanno già trovato una valvola molto importante di occupazione nella casa, magari nel seguire il percorso dei figli. Ma con i maschietti è vendicativa, crudele, a tratti beffarda, tanto beffarda che prima ti tenta lasciando intendere che tutto sommato sarebbe preferibile scendere dalla giostra e diventare serenamente spettatore, tranne poi a distanza di qualche mese o anche meno, insinuarsi nella testa, ripetendo fino all'esaurimento: "Hai fatto molto male ad andare in pensione, peggio per te. Ti ho fregato, ti ho mentito, ed ora devi stare male, molto male. Forse che non sei stato tronfio fino a qualche settimana fa, quando hai continuato a pensare, sbagliando, di essere indispensabile! Ora ti devi rendere conto che avresti dovuto essere più umile, più corretto, più modesto, perché tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile".
Inoltre, e questo è ancora più simpatico e divertente, un altro carissimo amico quando lo venne a sapere disse: «Tonio, oggi neanche ad un omicida si danno 30 anni di carcere e tu mi dici che già ne hai fatti 37? Ma come fai?»
Gli ho risposto: «Marco, sono geneticamente programmato per lavorare e tra l'altro per svolgere una professione di servizio. È quando sarà, se sarà, se ne avrò tempo e occasione, mi chiuderò alle spalle la porta del bagno, legherò al radiatore la perfida "Mantide" traditrice e guardandomi allo specchio dirò: "Ringrazia il destino, e non solo, di aver lavorato per 39 anni. Basta, lascia spazio agli altri. Il tuo tempo, almeno per la professione, è finito. Sii fiero di ciò che hai fatto e stai bene!"
Così la perfida "Mantide" cadrà sul pavimento rabbiosa di bile e sconfitta».
Mi ha sorpreso, sono rimasto in silenzio, in una frazione di secondo ho avuto il timore che stesse lì lì per darmi una brutta notizia e visto che non proseguiva l'ho incoraggiato a farlo, con un sorriso.
«Che è successo?»
«Tonio, conosci tutto ciò che ho realizzato ma ora non conto più niente: mi hanno mandato in pensione! L'ultima volta, e risale già a qualche mese fa, sono stato su in riunione ma nessuno - dico nessuno - mi ha rivolto la parola. Dopo anni in cui ho sentito la mia voce risuonare tra le pareti della grande sala, l'ultima volta non solo non ho parlato ma anche quando ho provato a farlo mi sono reso conto che tutti mi guardavano infastiditi, quasi in cagnesco...»,
Qualche giorno fa ho incrociato un amico collega che poi per telefono mi ha raccontato che non gode di buona salute e che, anche per questo accidente, ha deciso di andare in pensione. Il tono di voce era rassegnato. Sì, rassegnato!
Una mattina in studio una mamma mi ha confidato che il suo ostetrico è stato messo in condizione di andare in pensione ma lui, mi ha riferito la giovane madre, era molto giù di tono, troppo giù di tono, molto preoccupato e turbato per un cambio di stile di vita così radicale e dopo tanti anni di professione.
Circa un mese fa ho incrociato un altro collega che ho notato camminare con un'andatura incerta, con le spalle curve, con un'espressione assente. Poi ho saputo che era andato in pensione.
Personalmente questa donna bella, fredda e vendicativa la incontrerò tra non molto. Nell'osservare tutte queste condizioni, mi sforzo di trarre tesoro ed insegnamento. Mi impegno, per la salute, a farmi trovare pronto: sì, a farmi trovare pronto. A non cedere poi alle beffarde lusinghe degli adulatori e a chiudere dignitosamente ed orgogliosamente il lungo percorso della professione che a tutt'oggi tra alti e bassi mi ha regalato il traguardo dei 37 anni.
Eppure devo comunque osservare che la "Mantide" della pensione risparmia, dai suoi strali velenosi, le donne. Sì perché in realtà le donne professioniste, mogli o non mogli, hanno già trovato una valvola molto importante di occupazione nella casa, magari nel seguire il percorso dei figli. Ma con i maschietti è vendicativa, crudele, a tratti beffarda, tanto beffarda che prima ti tenta lasciando intendere che tutto sommato sarebbe preferibile scendere dalla giostra e diventare serenamente spettatore, tranne poi a distanza di qualche mese o anche meno, insinuarsi nella testa, ripetendo fino all'esaurimento: "Hai fatto molto male ad andare in pensione, peggio per te. Ti ho fregato, ti ho mentito, ed ora devi stare male, molto male. Forse che non sei stato tronfio fino a qualche settimana fa, quando hai continuato a pensare, sbagliando, di essere indispensabile! Ora ti devi rendere conto che avresti dovuto essere più umile, più corretto, più modesto, perché tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile".
Inoltre, e questo è ancora più simpatico e divertente, un altro carissimo amico quando lo venne a sapere disse: «Tonio, oggi neanche ad un omicida si danno 30 anni di carcere e tu mi dici che già ne hai fatti 37? Ma come fai?»
Gli ho risposto: «Marco, sono geneticamente programmato per lavorare e tra l'altro per svolgere una professione di servizio. È quando sarà, se sarà, se ne avrò tempo e occasione, mi chiuderò alle spalle la porta del bagno, legherò al radiatore la perfida "Mantide" traditrice e guardandomi allo specchio dirò: "Ringrazia il destino, e non solo, di aver lavorato per 39 anni. Basta, lascia spazio agli altri. Il tuo tempo, almeno per la professione, è finito. Sii fiero di ciò che hai fatto e stai bene!"
Così la perfida "Mantide" cadrà sul pavimento rabbiosa di bile e sconfitta».