Strisce pedonali (repertorio)
Strisce pedonali (repertorio)
Un pediatra sul web

Una riflessione sulla sicurezza stradale

Rubrica a cura del dottor Antonio Marzano - Ex pediatra di famiglia

È del 6 agosto la notizia del tragico incidente occorso nella villa comunale di Bisceglie, in cui un signore ha perso la vita, perché, almeno così ho letto, investito da un mezzo della raccolta rifiuti. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia.

Alla luce di questa tristissima notizia, mi si è palesata nella mente una riflessione cui avevo tante volte pensato e che solo oggi mi si è chiarita. Noi tutti apparteniamo a questa comunità e siamo cosi: tutti e da me il primo.

1) IL DIAGONALISTA
il diagonalista è colui o colei che nell'attraversare una strada a piedi e di certo non sulle strisce pedonali, piuttosto che camminare con passo spedito e in perpendicolare, cammina, rallentando il traffico, in senso diagonale. Anzi più il traffico è intenso, più la diagonale si allunga, rallentando l'andatura. E nel camminare sembra pavoneggiarsi degli sguardi di tutti gli automobilisti bloccati.

2) Il PASSEGGIATORE
Se è vero che i marciapiedi sono a volte sconnessi e poco praticabili è comunque altrettanto vero che sono tante le signore ed i signori, che, anche nei lunghi tratti in cui i marciapiedi sono praticabili, decidono volontariamente di camminare sulla strada. E se il ciglio della strada è occupato da auto, come spesso succede, piuttosto che guadagnare il marciapiede, si sposta, come nulla fosse, ancora di più al centro carreggiata, mettendo in seria difficolta l'automobilista e con il rischio di essere investito.

3) IL COMUNICATORE
Un signore in piedi, mentre fuma beatamente la sua sigaretta, nel mentre osserva le auto in transitone vede una in cui riconosce un suo amico al volante. A questo punto lancia un urlo trafittivo «Ohh...Mimein!» e li che il traffico si ferma perché Mimein riconosciuto Sergiein, blocca la macchina e cominciano a parlare ad alta voce, affinché poi tutti possano ascoltare.

4) IL CICLISTA
pedalare fa bene ed a tutte le età e poter stare a contatto con la comunità è più gradevole che rimanere chiusi in una scatola di metallo, quella che è comunque una automobile. Il ciclista poi, sicuro che il suo è un mezzo di trasporto, silenzioso, non inquinante e tranquillo, in genere piuttosto che percorrere le strade in modo usuale, le percorre, sicuro di non dare fastidio a nessuno, in modo inusuale. Per il ciclista non esiste lo stop, non esiste il rosso, non esiste il corretto senso di marcia, ma esiste quasi sempre il contro senso. Il ciclista può salire sul marciapiede e pedalare in mezzo al Palazzuolo o lungo i viali della Villa Comunale. E quando ci si imbatte in auto in un ciclista controsenso, è preferibile fermarsi e lasciarlo passare, altrimenti si rischia una lite perché il ciclista ha sempre ragione.

5) IL COLAZIONISTA
ormai sono anni che seguiamo attentamente le regole della corretta alimentazione, le quali prevedono al mattino una buona colazione. Il fatto è che la colazione viene consumata al bar e di mattina quando tutti si muovono in auto per i più svariati motivi. Ed è cosi che si creano lunghe code in corrispondenza dei bar, perché gli avventori, nel fermarsi, lasciano l'auto in seconda ed in terza fila. Tanto poi se qualcuno si permette di suonare il clacson, il signore uscendo comodamente dal bar urla «E ce da! che ne cafè so paggio!!»

6) LO SPESISTA
la spesa dal supermercato o dal fruttivendolo o in salumeria o in macelleria, è un vero impegno quotidiano, faticoso e non sempre piacevole. Questa condizione dello spesista è il motivo per il quale la lei o il lui, raggiunta in auto la meta, lascia l'auto il più possibile vicino all'esercizio commerciale, in seconda, in terza fila e di traverso, con lo sportello aperto e sceso dall'auto si avvicina lentamente e inizia ad ordinare ad alta voce a prescindere dalla presenza di altri clienti. Il traffico si blocca e se poi arriva un autobus pieno di passeggeri e di studenti, la coda diventa lunghissima. Lo strombazzare dei clacson è una costante in tale situazione, mentre lo spesista deve comunque terminare le sue ordinazioni, pagare, prendere le pesanti buste, sistemarle nel cofano dell'auto e poi accendere il motore e ripartire.

7) IL PULITORE
sono molti anni che producendo più spazzatura, siamo ostaggio 24 ore su 24 degli addetti alla raccolta rifiuti. E si fa presto a dire siamo scorretti, lasciamo le buste della spazzatura dappertutto ed in qualsiasi orario. Si fa ancora prima a dire che siamo incivili perché non osserviamo le buone regole del vivere civile. Si fa presto a condannare e perseguitare coloro che abbandonano i rifiuti. A tendere loro trappole con telecamere di sorveglianza e sistemi di monitoraggio fotografico tale da dissuadere " gli incivili" ad abbandonare di tutto e di più all' aperto. Si comminano contravvenzioni salatissime agli "abbandonisti", eppure tutto questo non corregge affatto l'abitudine di continuare sempre sulla stessa riga. E allora gli addetti alla pulizia, divenuti i primi attori in una comunità, si sentono i padroni della città e perché lo sono diventati, autorizzati a fare tutto ciò che vogliono. E la giustificazione è certa: loro devono garantire la raccolta dei rifiuti sempre e continuativamente. Con i loro automezzi possano andare dappertutto, fanno tutto quello che vogliono, occupando strade, parcheggi, vicoli, in tutte le ore e facendosi precedere e poi seguire da una puzza infernale il cui olezzo si diffonde li dove sostano e poi lungo il percorso. Ed il cittadino deve essere felice e fiero di questo servizio, tanto che concede loro tutte le licenze. Tanto vengono concesse, che la tragedia di ieri in Villa è una conseguenza di questi comportamenti. Ma il pulitore fa solo il suo dovere. Ed io mi chiedo: è mai possibile che per raccogliere la spazzatura in questo modo, si debba poi mettere in conto la morte per schiacciamento di un uomo di 78 anni? Mah!

8) Il CORRIDORE
Andare a correre è una sana abitudine. È ormai una pratica che utilizzano in tantissimi uomini e donne, giovani e meno giovani per tenersi in forma. Sia coloro che possiedono fisici atletici sia coloro che non posseggono fisici atletici.
E ciò succede tutti i giorni dell'anno e con tutti i climi e le temperature. Ma il corridore in genere munito di cronometro, dopo le prime passeggiate a passo spedito e le prime corsette di riscaldamento, entra in competizione con sé stesso per coprire lo stesso percorso in sempre meno tempo. E che dire? È giusto che sia cosi. Una sana gara con sé stesso non può che far bene. Il fatto è che molto spesso questo percorso coincide con chi deve andare a lavoro, deve accompagnare i figli a scuola, deve andare ad un appuntamento importante, piacevole o non piacevole, per cui ritrovarsi all' improvviso il corridore sudato e trafelato davanti al cofano della macchina, che attraversa la strada senza guardare né a destra né a sinistra né davanti, che non rispetta nessuna norma stradale e si per preservare la sua incolumità , è un vero problema che può tradursi in un incidente. Conclusione: vuoi correre? Va benissimo fallo pure, ma evita di farlo in città.

9) L'ANIMALISTA
Siamo in tanti ormai e per una serie di motivi e tutti plausibilissimi ad amare i cani. Il cane è un animale che, spesso si fa veramente fatica a chiamare "animale". Il cane qualunque sia di razza o meticcio è un animale adorabile. E nel vivere con l'uomo ne acquisisce abitudini, comportamenti e condizionamenti. Negli anni diventa uno di famiglia, con cui ogni giorno si dialoga amabilmente. Lui è sempre li fermo ad ascoltare ed a condividere tutti i nostri stati d'animo. A gioire con noi se siamo felici e a soffrire con noi se siamo tristi. È piacevole fare una passeggiata con il proprio cane. Si perché entrambi siamo felici di farci compagnia, sempre che il cane abbia un carattere tranquillo e che non sia lui strattonandoci, a portarci in giro a destra e a sinistra. Ma a questo si può anche in parte ovviare, dando a lui un buon addestramento. C'è una cosa che però è insuperabile: il suo controllo degli sfinteri. Vedere un cane urinare e defecare in strada o in villa o dove sostano gli adulti o giocano i bambini non è una bella cosa. Crea disagio, disordine, sporcizia e molti malumori. Personalmente ho avuto per 10 anni un cane cui mi sono legato molto. Lui in casa è stato sempre corretto e buono, ma una volta fuori diventava un impertinente. E tra le tante monellerie c'era quella di fare i suoi bisogni e nei momenti e nei luoghi più svariati. Per cui ho capito che, purtroppo, non era cane da portare a passeggio e tanto meno in paese. Ma sono in tanti coloro che non lo capiscono o non lo vogliono capire, lasciando i loro cani fare i bisogni dappertutto e preferire magari i luoghi più rappresentativi della città.

A questo punto mi fermo alla NONA CATEGORIA e lascio alla attenta e all' attento lettore di BisceglieViva il piacere di continuare con LA DECIMA ed oltre.

Buona estate a tutti.
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