Viaggio nell'Infinita Bellezza
Ancora sul grande Chopin. Preludi e notturni: ecco perché ci piacciono
Guida all'ascolto del preludio n.4
mercoledì 8 novembre 2017
10.55
Cari lettori,
non potevo liquidare Fryderyk Chopin con un commento alla sola Ballata N.1.
Nel corso degli anni mi sono imbattuto nella "lettura" di altre composizioni del Maestro. Tra questi i notturni ed i preludi.
Ora, se il termine Notturno è già di per se stesso esplicativo di una composizione dallo stato d'animo intimista, vorrei spendere poche parole sui Preludi di Chopin.
Ora il termine è nato come esempio di brano che veniva eseguito dai pianisti, prima del Recital di Pianosolo. Un po' come introduzione, un po' come per prendere confidenza dello strumento musicale:il pianoforte. E voi direte: e perché..non sono tutti uguali, non sviluppano tutti lo stesso suono i pianoforti? Direi proprio di no. Ogni strumento ha un suo "suono". E aggiungo che il suono varia, per chi "è del mestiere", da una marca all'altra. Il Kawai e lo Yamaha hanno un suono diverso dallo Stanway , fino all'ultima generazione del Fazioli.
Ora però ritorniamo ai Preludi: questi di Chopin sono stati composti nel 1838, all'età di 28 anni, durante la sua travagliata residenza a Majorca. Travagliata perché, partito con la Sand in cerca di un clima più salubre di quello di Parigi, si ritrovò a vivere in una casupola stretta ed umida, lontana dalle comodità di Parigi e tra l'altro con un pianoforte posizionato malamente, giunto da Parigi dopo una estenuante attesa. Non fu ospitato con cortesia, con affetto, sia perché i residenti erano molto poco inclini alla sua composizione, sia perché, minato da una tosse continua, era proprio il malato di tubercolosi che tutti temevano. E dire che di questa presunta malattia, di cui tanto si è parlato, non fu fatta diagnosi certa, neanche con l' autopsia. Trovarono molto più malandato il cuore che i polmoni. Tuttavia, quando andò via gli isolani non solo ripitturarono tutte le pareti ma diedero fuoco a tutto ciò che Chopin nella sua permanenza aveva utilizzato.
Ora vorrei proporvi solo l'ascolto e quindi una riflessione sul Preludio n.4 in Mi minore.
Brevissino, struggentissimo, eseguitissimo, lascia l'ascoltatore basito dalla sua purezza espressiva, dal suo candore, dalla fantasia cui da il volo: pochi minuti di contatto con la "Bellezza Infinita" che introduce poi e quindi fa da Preludio al Concerto di Pianosolo.
Buon ascolto.
non potevo liquidare Fryderyk Chopin con un commento alla sola Ballata N.1.
Nel corso degli anni mi sono imbattuto nella "lettura" di altre composizioni del Maestro. Tra questi i notturni ed i preludi.
Ora, se il termine Notturno è già di per se stesso esplicativo di una composizione dallo stato d'animo intimista, vorrei spendere poche parole sui Preludi di Chopin.
Ora il termine è nato come esempio di brano che veniva eseguito dai pianisti, prima del Recital di Pianosolo. Un po' come introduzione, un po' come per prendere confidenza dello strumento musicale:il pianoforte. E voi direte: e perché..non sono tutti uguali, non sviluppano tutti lo stesso suono i pianoforti? Direi proprio di no. Ogni strumento ha un suo "suono". E aggiungo che il suono varia, per chi "è del mestiere", da una marca all'altra. Il Kawai e lo Yamaha hanno un suono diverso dallo Stanway , fino all'ultima generazione del Fazioli.
Ora però ritorniamo ai Preludi: questi di Chopin sono stati composti nel 1838, all'età di 28 anni, durante la sua travagliata residenza a Majorca. Travagliata perché, partito con la Sand in cerca di un clima più salubre di quello di Parigi, si ritrovò a vivere in una casupola stretta ed umida, lontana dalle comodità di Parigi e tra l'altro con un pianoforte posizionato malamente, giunto da Parigi dopo una estenuante attesa. Non fu ospitato con cortesia, con affetto, sia perché i residenti erano molto poco inclini alla sua composizione, sia perché, minato da una tosse continua, era proprio il malato di tubercolosi che tutti temevano. E dire che di questa presunta malattia, di cui tanto si è parlato, non fu fatta diagnosi certa, neanche con l' autopsia. Trovarono molto più malandato il cuore che i polmoni. Tuttavia, quando andò via gli isolani non solo ripitturarono tutte le pareti ma diedero fuoco a tutto ciò che Chopin nella sua permanenza aveva utilizzato.
Ora vorrei proporvi solo l'ascolto e quindi una riflessione sul Preludio n.4 in Mi minore.
Brevissino, struggentissimo, eseguitissimo, lascia l'ascoltatore basito dalla sua purezza espressiva, dal suo candore, dalla fantasia cui da il volo: pochi minuti di contatto con la "Bellezza Infinita" che introduce poi e quindi fa da Preludio al Concerto di Pianosolo.
Buon ascolto.