Andante spianato e grande polacca brillante opera 22
Rubrica di musica classica a cura di Antonio Marzano
«Posso eseguire una Sonata pirotecnica come fosse niente ma devo pensare a ogni nota di Chopin per riuscirci. Tutto mi attrae e sembra quasi di avvicinarsi alla sostanza della sua musica, ma all'ultimo momento mi imbatto in una specie di camera blindata nella quale è difficilissimo penetrare: è lì che si racchiude la sua interiorità».
Queste le parole del sommo pianista Artur Rubinstein, uno dei maggiori interpreti della musica di Chopin, in occasione di un'intervista.
«C'è un contrasto tra momenti di raptus, quasi di delirio e invece la freddezza con cui perfezionava la sua opera. Elementi in contrapposizione che spiegherebbero il mistero di questa creazione unica».
Così si espresse una volta George Sand, la compagna di Chopin.
Per conto mio, dopo aver letto e riletto la storia di questo grande compositore, ho pensato allo shock emotivo cui questo giovane polacco cattolicissimo deve aver subito durante gli anni trascorsi a Parigi, immerso in una vicenda sentimentale che allora fece scandalo. Di certo ne avrebbe desiderata una più "normale". È solo un maldestro tentativo di spiegare le parole di Rubinstein.
State per ascoltare un capolavoro assoluto di Chopin per la cui intera stesura ebbe bisogno di alcuni anni ma che si rivela un connubio perfetto tra un romanticissimo Andante spianato e una brillante polacca.
Al piano la compianta Paola Bruni in occasione del Recital per la festa della donna nel marzo del 2010 nella Chiesa di San Bernardino a Molfetta. Una esecuzione ricca di profondo sentimento e grande partecipazione.