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Viaggio nell'Infinita Bellezza

Chopin, il genio di Varsavia

La Ballata n.1 di Chopin

«La sua creazione era spontanea, miracolosa. La trovava,senza cercare,senza prevederla. Arrivava sul suo pianoforte improvvisa,completa,sublime...Ma allora cominciava il lavoro più penoso al quale io abbia assistito. Era un susseguirsi di sforzi,di incertezze,di impazienze,per riaffermare certi particolari del tema come lo aveva sentito. Ciò che aveva concepito in maniera globale lo analizzava troppo al momento di scriverlo,e il rammarico di non trovarlo pulito,secondo lui,lo gettava in una specie di disperazione. Si rinchiudeva in camera per giorni interi,piangendo,passeggiando su e giù,spezzando matite,ripetendo e modificando cento volte una misura,scrivendola e cancellandola altrettante volte,ricominciando il giorno dopo con un'ostinazione scrupolosa e disperata. Passava sei settimane su una pagina,per poi tornare a scriverla tale e quale l'aveva tracciata di getto...».
Queste parole furono pronunciate da George Sand quando le chiesero come nascesse la produzione musicale del genio di Varsavia.
Stiamo parlando di Fryderyc Chopin. Per molti anni era stata la compagna del compositore e nei primi dell'ottocento a Parigi, la loro vicenda sentimentale dava scandalo.
Lui profondamente cattolico, lei separata con due figli, molti amanti e l'abitudine di indossare abiti maschili. Era tuttavia donna sensibile ed intelligente, che seppe stare vicino a Chopin e che introdusse il compositore nel bel mondo di Parigi, che fin dall'inizio apprezzo la sua arte compositiva.

Chopin ha scritto quasi esclusivamente per il pianoforte ed anche i due concerti e l'Andante spianato sono in realtà composizioni quasi completamente per il pianoforte. La sua produzione è stata vasta, ma l'introspezione psicologica dell'autore, pur essendo stata studiata da tanti storici della musica, non è stata spiegata per dimostrare della sua arte.
Un genio, un assoluto genio, che componeva al pianoforte. A detta dei suoi allievi sembrava che la musica provenisse direttamente da Dio e che diventasse suono attraverso le sue mani.

Tra tutte le sue innumerevoli composizioni, quella di cui vorrei solo brevemente parlarvi è la Ballata N. 1 Op 23. Le Ballate strumentali furono portate a massima espressione da Chopin e si ricollegherebbero ad un tema poetico, ma - e qui mi rifaccio a ciò che ho scritto nella nostra prima conversazione - ognuno di noi può o potrebbe percepire,una emozione, una passione, un moto dell'animo, il risvegliarsi di un ricordo, un sentimento di dolcezza o di bontà.. ma anche il nulla.

La Ballata n.1 è stata composta dall'autore prima del suo arrivo a Parigi e pubblicata quando Chopin aveva 25 anni. Personalmente, ma è solo una mia percezione, fin dalla prima volta che l'ho ascoltata su un vinile a 78 giri, mi è sembrato un grido disperato d'amore. Ma..forse è tutt'altro.

Nonostante le numerose letture, nessuno degli studiosi, degli storici o dei semplici cultori di Chopin, è riuscito a "leggere" la sua musica, a relazionarla con avvenimenti, pubblici o privati, a penetrare nell'animo di questo grande uomo che ha scritto pagine sublimi del pianismo,le quali vivranno in eterno. Ricordo una "Intervista impossibile" che ascoltai in radio tanti anni fa,e mi sembra di riascoltare la voce..di grande compositore...

«Ognuno di noi porta dentro di sé, un bagaglio, che nella vita si accresce giorno per giorno,di sofferenze e di gioie,di umiliazioni e di rinonoscimenti, di eri di sconfitte e di vittorie. Ognuno di noi poi di questo bagaglio ne fà tesoro, esperienza, saggezza, maturità..che si esprimono in parole, in gesti,nel quotidiano del lavoro e dell'impegno. E sono certo anche che ognuno di noi vorrebbe esprimprimere di sè qualcosa che esuli dalla sia pur importante materialtà. La mia vicenda umana la la conoscono tutti,molto bene:la mia partenza da Varsavia e la meta finale qui a Parigi,una spendida città,in cui dopo poco tempo,mi sono affermato come pianista,come maestro di pianoforte,e come compositore. Ho avuto subito un grande successo di critica,di pubblico,e l'amicizia e la stima di tante famiglie di persone facoltose ed importanti...nonchè la presenza di tante donne che mi hanno riservato affetto ed attenzione. Sono vicende umane simili a tante persone,ciò che ci distingue è la percezione individuale dei fatti della vita,e ciò che poi ..me lo lasci dire..è l'assoluta unicità del mio genio compositivo. Aggiungo poi una considerazioe e qui mi rifaccio a ciò che ha detto la mia compagna..la composizione arriva così..come un dono di Dio, come una cascata di diamanti che mi toglie il respiro, come un grande sole che splende all'improvviso. Non esiste nessuna relazione con la realtà del passato,o con quella di ogni giorno. Esiste il genio, esisto io, CHOPIN».

Buon ascolto
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Rubrica di musica classica a cura di Antonio Marzano

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