Viaggio nell'Infinita Bellezza
Felix di nome e di fatto. Il concerto per pianoforte ed orchestra n.1 di Mendelssohn
Un capolavoro ispirato alle bellezze dell'Italia
domenica 3 dicembre 2017
9.45
Cari Lettrici e cari Lettori,
vi scrivo ancora, mentre a Bisceglie va in scena un evento che può farsi occasione di buono, ottimo ascolto. L'Apulia hi-fi show, fiera degli audiofili di tutta Italia, riunisce i maniaci della riproduzione fedele dei suoni, che sono pertanto anche appassionati di musica buona. Può essere un modo interessante per approcciarsi alla musica come fosse riprodotta come dal vivo dai più grandi maestri esecutori.
Ne approfitto perché magari questo brano potreste ascoltarlo lì, riprodotto su uno degli impianti più all'avanguardia del momento.
Bene, qualche mese fa mi sono casualmente imbattuto nell'ascolto in RadioTre di un Compositore che avevo "accarezzato" poco. Non perché Lui non ne abbia diritto, quanto piuttosto perché da ragazzo non ricordo mi sia stato mai proposto lo studio di una sua composizione.
Parlo di Felix Mendelssohn.
Genio pianistico tedesco, contemporaneo di più celebrati Schumann, Chopin, Beethoven, ma poco eseguito e seguito rispetto ai precedenti.
Eppure mi è bastato poco, ma proprio poco, quando mi è capitato di ascoltarlo in radio, per restare affascinato. Dopo l'attacco dell'Orchestra e l'introduzione del tema del pianoforte mi sono fermato estasiato, incredulo, ad ascoltare l'intero concerto per pianoforte ed orchestra numero 1.
Ed è di questo capolavoro romantico che vi vorrei rendere partecipi.
Il giovane Felix, felice di nome e di fatto, lo scrisse "di getto" durante il suo Viaggio in Italia. Aveva circa 22 anni quando intraprese questo viaggio, visitando Milano, Firenze, Roma, Napoli. Era di certo innamorato di una ragazza sua allieva ed evidentemente il suo animo, sostenuto da questo amore ed immerso nella infinita bellezza italiana, produsse qualcosa di straordinario.
Breve rispetto ai Concerti di Chopin o di Beethoven, il n.1 di Mendelssohn si compone di tre movimenti non ben divisi, ma legati da un filo conduttore unico, capace di esaltare l'amigdala cerebrale.
Si percepisce nella originalità del tema la sua brillantezza, il suo vigore, l'esplosione giovanile dei sentimenti di stupore e di gioia. Insomma è un inno alla vita, alla giovinezza, alla bellezza, all'amore giovanile.
Personalmente ho ascoltato il Concerto nella lettura del pianista Benjamin Frith,con l'Orchestra Filarmonica Slovak State diretta da Robert Stankovsky.
Il primo movimento con i suoi arpeggi e le sue scale è micidiale, brillante e sostenuto. Mette davvero a dura prova la padronanza della tastiera del pianista, che deve essere assoluta. È esaltante ed esaltata giovinezza che prorompe. Poi il primo si scioglie nel secondo movimento carezzevole: un abbraccio commovente verso l'amata, magari sognato ,davanti alla Primavera del Botticelli, agli Uffizi a Firenze. Il terzo movimento, che riprende il tema iniziale, è nuovamente esplosivo: mi fa pensare alla presenza, di Felix Mendelssohn, estasiato di fronte ai Fori Imperiali a Roma.
Il viaggio nell'Infinita Bellezza di Mendelssohn in questo caso ci appartiene, essendo stata la nostra Italia ispiratrice inconsapevole del genio.
A tutti auguro un buon ascolto.
vi scrivo ancora, mentre a Bisceglie va in scena un evento che può farsi occasione di buono, ottimo ascolto. L'Apulia hi-fi show, fiera degli audiofili di tutta Italia, riunisce i maniaci della riproduzione fedele dei suoni, che sono pertanto anche appassionati di musica buona. Può essere un modo interessante per approcciarsi alla musica come fosse riprodotta come dal vivo dai più grandi maestri esecutori.
Ne approfitto perché magari questo brano potreste ascoltarlo lì, riprodotto su uno degli impianti più all'avanguardia del momento.
Bene, qualche mese fa mi sono casualmente imbattuto nell'ascolto in RadioTre di un Compositore che avevo "accarezzato" poco. Non perché Lui non ne abbia diritto, quanto piuttosto perché da ragazzo non ricordo mi sia stato mai proposto lo studio di una sua composizione.
Parlo di Felix Mendelssohn.
Genio pianistico tedesco, contemporaneo di più celebrati Schumann, Chopin, Beethoven, ma poco eseguito e seguito rispetto ai precedenti.
Eppure mi è bastato poco, ma proprio poco, quando mi è capitato di ascoltarlo in radio, per restare affascinato. Dopo l'attacco dell'Orchestra e l'introduzione del tema del pianoforte mi sono fermato estasiato, incredulo, ad ascoltare l'intero concerto per pianoforte ed orchestra numero 1.
Ed è di questo capolavoro romantico che vi vorrei rendere partecipi.
Il giovane Felix, felice di nome e di fatto, lo scrisse "di getto" durante il suo Viaggio in Italia. Aveva circa 22 anni quando intraprese questo viaggio, visitando Milano, Firenze, Roma, Napoli. Era di certo innamorato di una ragazza sua allieva ed evidentemente il suo animo, sostenuto da questo amore ed immerso nella infinita bellezza italiana, produsse qualcosa di straordinario.
Breve rispetto ai Concerti di Chopin o di Beethoven, il n.1 di Mendelssohn si compone di tre movimenti non ben divisi, ma legati da un filo conduttore unico, capace di esaltare l'amigdala cerebrale.
Si percepisce nella originalità del tema la sua brillantezza, il suo vigore, l'esplosione giovanile dei sentimenti di stupore e di gioia. Insomma è un inno alla vita, alla giovinezza, alla bellezza, all'amore giovanile.
Personalmente ho ascoltato il Concerto nella lettura del pianista Benjamin Frith,con l'Orchestra Filarmonica Slovak State diretta da Robert Stankovsky.
Il primo movimento con i suoi arpeggi e le sue scale è micidiale, brillante e sostenuto. Mette davvero a dura prova la padronanza della tastiera del pianista, che deve essere assoluta. È esaltante ed esaltata giovinezza che prorompe. Poi il primo si scioglie nel secondo movimento carezzevole: un abbraccio commovente verso l'amata, magari sognato ,davanti alla Primavera del Botticelli, agli Uffizi a Firenze. Il terzo movimento, che riprende il tema iniziale, è nuovamente esplosivo: mi fa pensare alla presenza, di Felix Mendelssohn, estasiato di fronte ai Fori Imperiali a Roma.
Il viaggio nell'Infinita Bellezza di Mendelssohn in questo caso ci appartiene, essendo stata la nostra Italia ispiratrice inconsapevole del genio.
A tutti auguro un buon ascolto.