Viaggio nell'Infinita Bellezza
Il Tempo
Rubrica a cura di Antonio Marzano
venerdì 12 luglio 2024
18.25
Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala. Farsi il tempo amico è un lavoro importante.
Lei mi guardò senza dire nulla. Come se appoggiasse il viso a una finestra per curiosare all'interno di una casa. Stava pensando al senso del tempo.
(Haruki Murakami - L' assassinio del Commendatore)
Spesso, per descrivere uno stato d'animo, rincorro, senza trovare, parole, espressioni, riflessioni, ricordi. Poi mi imbatto in uno scrittore che con poche ed efficaci pennellate, mi illumina e rende chiaro il senso della ricerca. Credo che questo faccia la differenza tra uno scrittorello ed uno scrittore. "Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala".
"Farsi il tempo amico è un lavoro importante".
Sono parecchie le combinazioni con il sostantivo "tempo".
Il tempo fugge; chi ha tempo non aspetti tempo; il tempo è tiranno ecc. Ma per la prima volta e magari dipende anche dall' età, che ho trovato una connotazione del "tempo" che mi trova impreparato, ma pronto.
Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala. Ed in questo divenire della vita, spesso non troviamo la giusta espressione della attesa. E se quando a noi sembra che ce le rubi, magari è piuttosto il viatico poi perché ce le regali. Forse.
Farsi il tempo amico è un lavoro importante.
Il famoso scrittore giapponese scrive questa frase nel grosso libro: l'Assassinio del Commendatore.
Ora questa espressione, può essere e deve essere avulsa dal lungo e fantasioso racconto di Murakami ed essere analizzata con animo sereno.
Il tempo amico: il tempo è amico a prescindere? Ciò che piuttosto è importante ed è difficile e farselo amico. Ed è un'impresa che comporta lavoro, fatica, forza, pazienza.
Ora a settant'anni il tempo è doveroso farselo amico e non solo perché il tempo che si ha a disposizione non è poi cosi lungo, ma soprattutto perché non può essere più vissuto con la forza e con la caparbietà della giovinezza. In quella stagione ci si può permettere una pausa, una attesa, un periodo di difficoltà in cui non si percepisce fino in fondo il tempo che trascorre, perché c'è sempre la possibilità con l'impegno, di ritrovare il tempo giusto.
A settant'anni tutto ciò non è più possibile, per cui è preferibile farselo amico affinché siano molte di più le cose che ci regala, piuttosto quelle che ci ruba.
Ed io del mio tempo cosa ne ho fatto, per chi e per cosa l'ho vissuto?
Avevo da qualche mese compiuto i diciotto anni, quando mi iscrissi alla Facoltà di Medicina.
Il tempo, che fino ad allora era trascorso con cose che mi aveva rubato, ma molte altre che mi aveva regalato, tutto ad un tratto divenne molto poco amico. Un tempo che sembrava mettermi fretta, una fretta ingestibile, ansiosa, una fretta eccessiva. L'Università è come una corsa ai 100 metri. In meno tempo la fai meglio è. Iniziò così e anno dopo anno è trascorso così.
Ora pensa a laurearti.
Ora pensa a specializzarti.
Ora pensa allo studio e ai pazienti.
E poi, ora pensa a sposarti.
Ora pensa a fare un figlio
Ora pensa a comprarti la casa.
In tutti quegli anni anche se avessi incontrato queste frasi, non le avrei capite. Direi che non capivo altro che ciò in cui avevo investito tanto tempo. Poi ad un certo punto è cambiato qualcosa e lo stesso tempo che mi aveva rubato tante cose, improvvisamente me le ha regalate.
Mi ha regalato la percezione che se avessi avuto fortuna, si fosse creato il caso e la possibilità, pur continuando a vivere il mio tempo ormai amico per ciò per cui mi ero preparato, avrei potuto raccogliere un regalo del tempo. Il tempo della Infinita Bellezza, tutto il tempo che avrei potuto dedicare alla mia comunità non solo come medico ma come offerta di altro. E così è stato! E cosi con il lavoro su me stesso mi sono fatto il tempo amico.
Lei mi guardò senza dire nulla. Come se appoggiasse il viso a una finestra per curiosare all'interno di una casa. Stava pensando al senso del tempo.
(Haruki Murakami - L' assassinio del Commendatore)
Spesso, per descrivere uno stato d'animo, rincorro, senza trovare, parole, espressioni, riflessioni, ricordi. Poi mi imbatto in uno scrittore che con poche ed efficaci pennellate, mi illumina e rende chiaro il senso della ricerca. Credo che questo faccia la differenza tra uno scrittorello ed uno scrittore. "Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala".
"Farsi il tempo amico è un lavoro importante".
Sono parecchie le combinazioni con il sostantivo "tempo".
Il tempo fugge; chi ha tempo non aspetti tempo; il tempo è tiranno ecc. Ma per la prima volta e magari dipende anche dall' età, che ho trovato una connotazione del "tempo" che mi trova impreparato, ma pronto.
Il tempo a volte ci ruba delle cose, a volte ce le regala. Ed in questo divenire della vita, spesso non troviamo la giusta espressione della attesa. E se quando a noi sembra che ce le rubi, magari è piuttosto il viatico poi perché ce le regali. Forse.
Farsi il tempo amico è un lavoro importante.
Il famoso scrittore giapponese scrive questa frase nel grosso libro: l'Assassinio del Commendatore.
Ora questa espressione, può essere e deve essere avulsa dal lungo e fantasioso racconto di Murakami ed essere analizzata con animo sereno.
Il tempo amico: il tempo è amico a prescindere? Ciò che piuttosto è importante ed è difficile e farselo amico. Ed è un'impresa che comporta lavoro, fatica, forza, pazienza.
Ora a settant'anni il tempo è doveroso farselo amico e non solo perché il tempo che si ha a disposizione non è poi cosi lungo, ma soprattutto perché non può essere più vissuto con la forza e con la caparbietà della giovinezza. In quella stagione ci si può permettere una pausa, una attesa, un periodo di difficoltà in cui non si percepisce fino in fondo il tempo che trascorre, perché c'è sempre la possibilità con l'impegno, di ritrovare il tempo giusto.
A settant'anni tutto ciò non è più possibile, per cui è preferibile farselo amico affinché siano molte di più le cose che ci regala, piuttosto quelle che ci ruba.
Ed io del mio tempo cosa ne ho fatto, per chi e per cosa l'ho vissuto?
Avevo da qualche mese compiuto i diciotto anni, quando mi iscrissi alla Facoltà di Medicina.
Il tempo, che fino ad allora era trascorso con cose che mi aveva rubato, ma molte altre che mi aveva regalato, tutto ad un tratto divenne molto poco amico. Un tempo che sembrava mettermi fretta, una fretta ingestibile, ansiosa, una fretta eccessiva. L'Università è come una corsa ai 100 metri. In meno tempo la fai meglio è. Iniziò così e anno dopo anno è trascorso così.
Ora pensa a laurearti.
Ora pensa a specializzarti.
Ora pensa allo studio e ai pazienti.
E poi, ora pensa a sposarti.
Ora pensa a fare un figlio
Ora pensa a comprarti la casa.
In tutti quegli anni anche se avessi incontrato queste frasi, non le avrei capite. Direi che non capivo altro che ciò in cui avevo investito tanto tempo. Poi ad un certo punto è cambiato qualcosa e lo stesso tempo che mi aveva rubato tante cose, improvvisamente me le ha regalate.
Mi ha regalato la percezione che se avessi avuto fortuna, si fosse creato il caso e la possibilità, pur continuando a vivere il mio tempo ormai amico per ciò per cui mi ero preparato, avrei potuto raccogliere un regalo del tempo. Il tempo della Infinita Bellezza, tutto il tempo che avrei potuto dedicare alla mia comunità non solo come medico ma come offerta di altro. E così è stato! E cosi con il lavoro su me stesso mi sono fatto il tempo amico.