Viaggio nell'Infinita Bellezza
L'amore in La minore
Schumann, dal corteggiamento al godimento. Interpretazione (carnale) del Concerto per Pianoforte e Orchestra
venerdì 13 ottobre 2017
Abbiamo pensato di intitolare queste nostre conversazioni, Viaggio nell'Infinita Bellezza. La Musica è una forma d'arte come le altre forme d'arte. L'arte nasce nel cervello del genio artistico e si traduce in scrittura o pittura, o scultura, o musica.
L'arte è l'espressione più alta del genio dell'uomo,e come tale non va compresa ma va percepita. Molto spesso mi è capitato di ascoltare: «non capisco niente di musica classica» e con una espressione di una sano distacco: «non mi piace».
Una volta chiesi chi "capisse" qualcosa di musica leggera e mi fu risposto: «non so cosa significhi ma mi piace».
Ecco non c'è nulla da capire, c'è solo da ascoltare. E nell'ascolto ognuno di noi può scoprire il suo sentire, le sue emozioni, il suo trasporto. Per cui quantomeno vi inviterei a superare il falso pregiudizio e dare alla Musica Pianistico Sinfonica la possibilità di essere ascoltata.
Poi eventualmente ognuno di noi potrà dire: «non ho percepito niente, nessuna emozione, nessun trasporto» oppure ad un certo punto mentre il pianista suona: «ho percepito una forte emozione, inspiegabile, non so dire, ma mi sono commosso».
Quando vediamo la Pietà di Michelangelo o la Primavera del Botticelli o Guernica di Picasso forse capiamo?
No, però sentiamo. Si... sentiamo... l'opera d'arte.
Detto questo, vorrei iniziare con Voi questo viaggio comunicandovi il mio del tutto personale "sentimento" quando ascolto il Concerto per pianoforte ed orchestra in La minore di Robert Schumann.
Schumann è stato uno dei massimi esponenti del Romanticismo tedesco ed, a differenza di altri geni della composizione, ha scritto un solo Concerto per pianoforte ed orchestra.
L'opera è dedicata anzi direi ispirata da colei che poi diventò sua moglie: la signora Clara anche lei pianista, non compositrice.
Questo Concerto in tre movimenti mi ha fin dalla prima volta ispirato questi sentimenti del tutto personali che ora vi comunico, a conferma che ognuno di noi può e deve sentire ciò che vuole.
Il primo movimento che inizia con una esplosione di gioia sempre ispirato dall'incontro per la prima volta con la sua amata, il lungo dialogo, il lungo corteggiamento, le parole dette e non dette, gli sguardi di intesa e di sfuggita. Ascoltandolo ho vissuto assieme al compositore l'alternarsi di sentimenti che si mantengono non espressi a pieno, sussurrati, fino al secondo movimento. Qui il corteggiamento prende forme più concrete: l'incontro avviene da vicino, si percepiscono carezze di intima dolcezza. Nel terzo movimento che continua in La Maggiore, l'intesa con l'amata è del tutto avvenuta, l'esplosione della felicità è piena e concreta, e lì nel tratto finale sembra di percepire l'atto d'amore, che alla fine prende corpo in un orgasmo d'estasi.
Non lo percepite anche voi?
L'arte è l'espressione più alta del genio dell'uomo,e come tale non va compresa ma va percepita. Molto spesso mi è capitato di ascoltare: «non capisco niente di musica classica» e con una espressione di una sano distacco: «non mi piace».
Una volta chiesi chi "capisse" qualcosa di musica leggera e mi fu risposto: «non so cosa significhi ma mi piace».
Ecco non c'è nulla da capire, c'è solo da ascoltare. E nell'ascolto ognuno di noi può scoprire il suo sentire, le sue emozioni, il suo trasporto. Per cui quantomeno vi inviterei a superare il falso pregiudizio e dare alla Musica Pianistico Sinfonica la possibilità di essere ascoltata.
Poi eventualmente ognuno di noi potrà dire: «non ho percepito niente, nessuna emozione, nessun trasporto» oppure ad un certo punto mentre il pianista suona: «ho percepito una forte emozione, inspiegabile, non so dire, ma mi sono commosso».
Quando vediamo la Pietà di Michelangelo o la Primavera del Botticelli o Guernica di Picasso forse capiamo?
No, però sentiamo. Si... sentiamo... l'opera d'arte.
Detto questo, vorrei iniziare con Voi questo viaggio comunicandovi il mio del tutto personale "sentimento" quando ascolto il Concerto per pianoforte ed orchestra in La minore di Robert Schumann.
Schumann è stato uno dei massimi esponenti del Romanticismo tedesco ed, a differenza di altri geni della composizione, ha scritto un solo Concerto per pianoforte ed orchestra.
L'opera è dedicata anzi direi ispirata da colei che poi diventò sua moglie: la signora Clara anche lei pianista, non compositrice.
Questo Concerto in tre movimenti mi ha fin dalla prima volta ispirato questi sentimenti del tutto personali che ora vi comunico, a conferma che ognuno di noi può e deve sentire ciò che vuole.
Il primo movimento che inizia con una esplosione di gioia sempre ispirato dall'incontro per la prima volta con la sua amata, il lungo dialogo, il lungo corteggiamento, le parole dette e non dette, gli sguardi di intesa e di sfuggita. Ascoltandolo ho vissuto assieme al compositore l'alternarsi di sentimenti che si mantengono non espressi a pieno, sussurrati, fino al secondo movimento. Qui il corteggiamento prende forme più concrete: l'incontro avviene da vicino, si percepiscono carezze di intima dolcezza. Nel terzo movimento che continua in La Maggiore, l'intesa con l'amata è del tutto avvenuta, l'esplosione della felicità è piena e concreta, e lì nel tratto finale sembra di percepire l'atto d'amore, che alla fine prende corpo in un orgasmo d'estasi.
Non lo percepite anche voi?