Calcio
Bisceglie, clamoroso spiraglio per la C
I dettagli dell'intricata vicenda che potrebbe riaprire le porte del professionismo al club nerazzurro
Italia - lunedì 31 agosto 2020
22.30
Incredibile ma vero: il Bisceglie calcio potrebbe ritrovarsi nelle condizioni di disporre di una licenza - ovvero il diritto di partecipazione - per il prossimo campionato di Serie C.
La pronuncia con cui il Tribunale Federale Nazionale, nel pomeriggio di lunedì 31 agosto, si è espresso sulla vicenda riguardante la presunta combine tra Bitonto e Picerno ha aperto un clamoroso spiraglio per il club nerazzurro. È indispensabile tenere conto del fatto che la questione non è chiusa e si terrà un'udienza di appello.
L'aspetto che potrebbe sconvolgere la storia calcistica biscegliese con un inatteso colpo di scena è la decisione attraverso la quale il sodalizio lucano è stato retrocesso all'ultimo posto in classifica del girone C di Serie C per la stagione 2019-2020. La formula è chiara: non un "semplice" declassamento al livello calcistico inferiore, che comporterebbe la necessità di riammettere o ripescare un'altra società secondo criteri definiti dalle normative della Lega Pro ma una variazione della graduatoria della regular season, col Picerno in ventesima e ultima posizione e l'applicazione del meccanismo meritocratico per cui, naturalmente, la formazione meglio classificata tra le tre retrocesse sul campo si salverebbe. Quella squadra è il Bisceglie, in virtù del 18esimo posto maturato nelle trenta giornate andate in scena per la prima fase, che diverrebbe 17esimo, davanti a Rende, Rieti e appunto Picerno.
Se questa parte della sentenza fosse confermata, la nuova dirigenza guidata da Vincenzo Racanati sarebbe chiamata a decidere se sfruttare l'opportunità, a patto di fornire le garanzie finanziarie necessarie alla Figc per mezzo di una fidejussione del valore di 350 mila euro e ripensare tutto l'assetto societario (peraltro ancora in costruzione) per la C. I contratti con tecnici e calciatori andrebbero adeguati alle disposizioni di legge sul professionismo e il "Gustavo Ventura" nuovamente pensato e allestito per ospitare incontri della categoria superiore. Una sfida affascinante, non c'è dubbio, se si considera che appena lo scorso 24 luglio era ancora in bilico la stessa prosecuzione dell'attività. Il tempo che trascorrerà fra questo primo atto giudiziario e il successivo sarà indispensabile per valutare il da farsi.
I giudici della Federcalcio hanno inoltre penalizzato il Bitonto di cinque punti per l'annata 2019-2020, neutralizzandone di fatto la promozione nel terzo torneo professionistico: nel caso in cui questo passaggio della sentenza fosse confermato, toccherebbe al Foggia salire di categoria in quanto a una sola lunghezza di distanza (andrebbe perciò a +4) nel momento in cui gli incontri sono stati sospesi a causa dell'emergenza epidemiologica.
Il Tfn ha disposto sanzioni nei confronti di alcuni calciatori e dirigenti ritenuti coinvolti nella vicenda: 2 anni di squalifica per Michele Anaclerio; 4 anni di inibizione, oltre a un'ammenda di 50mila euro per Vincenzo De Santis (bitontino e all'epoca dei fatti contestati direttore sportivo del Potenza); quattro anni di inibizione per Nicola De Santis (ex calciatore, ora dirigente neroverde) e Vincenzo Mitro (dirigente del Picerno); un anno e 8 mesi di squalifica per Antonio Giulio Picci, Giovanni Montrone e Cosimo Patierno; un anno per Daniele Fiorentino e Onofrio Turitto.
Sono stati invece prosciolti il presidente neroverde Francesco Rossiello, Paolo D'Aucelli e la società Potenza calcio.
La pronuncia con cui il Tribunale Federale Nazionale, nel pomeriggio di lunedì 31 agosto, si è espresso sulla vicenda riguardante la presunta combine tra Bitonto e Picerno ha aperto un clamoroso spiraglio per il club nerazzurro. È indispensabile tenere conto del fatto che la questione non è chiusa e si terrà un'udienza di appello.
L'aspetto che potrebbe sconvolgere la storia calcistica biscegliese con un inatteso colpo di scena è la decisione attraverso la quale il sodalizio lucano è stato retrocesso all'ultimo posto in classifica del girone C di Serie C per la stagione 2019-2020. La formula è chiara: non un "semplice" declassamento al livello calcistico inferiore, che comporterebbe la necessità di riammettere o ripescare un'altra società secondo criteri definiti dalle normative della Lega Pro ma una variazione della graduatoria della regular season, col Picerno in ventesima e ultima posizione e l'applicazione del meccanismo meritocratico per cui, naturalmente, la formazione meglio classificata tra le tre retrocesse sul campo si salverebbe. Quella squadra è il Bisceglie, in virtù del 18esimo posto maturato nelle trenta giornate andate in scena per la prima fase, che diverrebbe 17esimo, davanti a Rende, Rieti e appunto Picerno.
Se questa parte della sentenza fosse confermata, la nuova dirigenza guidata da Vincenzo Racanati sarebbe chiamata a decidere se sfruttare l'opportunità, a patto di fornire le garanzie finanziarie necessarie alla Figc per mezzo di una fidejussione del valore di 350 mila euro e ripensare tutto l'assetto societario (peraltro ancora in costruzione) per la C. I contratti con tecnici e calciatori andrebbero adeguati alle disposizioni di legge sul professionismo e il "Gustavo Ventura" nuovamente pensato e allestito per ospitare incontri della categoria superiore. Una sfida affascinante, non c'è dubbio, se si considera che appena lo scorso 24 luglio era ancora in bilico la stessa prosecuzione dell'attività. Il tempo che trascorrerà fra questo primo atto giudiziario e il successivo sarà indispensabile per valutare il da farsi.
I giudici della Federcalcio hanno inoltre penalizzato il Bitonto di cinque punti per l'annata 2019-2020, neutralizzandone di fatto la promozione nel terzo torneo professionistico: nel caso in cui questo passaggio della sentenza fosse confermato, toccherebbe al Foggia salire di categoria in quanto a una sola lunghezza di distanza (andrebbe perciò a +4) nel momento in cui gli incontri sono stati sospesi a causa dell'emergenza epidemiologica.
Il Tfn ha disposto sanzioni nei confronti di alcuni calciatori e dirigenti ritenuti coinvolti nella vicenda: 2 anni di squalifica per Michele Anaclerio; 4 anni di inibizione, oltre a un'ammenda di 50mila euro per Vincenzo De Santis (bitontino e all'epoca dei fatti contestati direttore sportivo del Potenza); quattro anni di inibizione per Nicola De Santis (ex calciatore, ora dirigente neroverde) e Vincenzo Mitro (dirigente del Picerno); un anno e 8 mesi di squalifica per Antonio Giulio Picci, Giovanni Montrone e Cosimo Patierno; un anno per Daniele Fiorentino e Onofrio Turitto.
Sono stati invece prosciolti il presidente neroverde Francesco Rossiello, Paolo D'Aucelli e la società Potenza calcio.