Calcio
Canonico gela Bisceglie: «Porto il titolo di Serie C a Bari»
Sede spostata, denominazione e colori sociali cambiati
Italia - lunedì 16 luglio 2018
20.34
Il più clamoroso dei risvolti per la crisi societaria del Football Club Bari 1908. La più incredibile delle beffe per la storia calcistica biscegliese.
L'A. S. Bisceglie ha cambiato denominazione sociale in A. S. Bari 2018. Lo ha comunicato l'imprenditore edile Nicola Canonico lunedì 16 luglio durante un intervento telefonico in diretta nella trasmissione "Passione Bari" di Radio Selene. Mutati anche i colori sociali, dal nerazzurro stellato al biancorosso. La procedura, resa possibile da uno spostamento della sede da Bisceglie al capoluogo pugliese, dovrà essere approvata dalla Federcalcio. Social scatenati e commenti di ogni segno, tra favorevoli e contrari, anche con termini piuttosto coloriti.
Un fulmine a ciel sereno per la tifoseria biscegliese e per la città, ormai a un passo dal perdere il calcio professionistico ritrovato dopo un lunghissimo inseguimento e vissuto appena una stagione. «Nei giorni scorsi ho spiegato che nel caso in cui non fossero partiti i lavori allo stadio "Gustavo Ventura" avrei preso in seria considerazione l'idea di cedere il titolo del Bisceglie o trasferirlo» ha commentato.
«Ho partecipato a un'asta il 23 maggio del 2014 mantenendo vigile l'attenzione nei confronti della mia squadra del cuore» ha affermato, fra l'altro, Nicola Canonico nel corso del programma. «Con un'esposizione debitoria così enorme non mi sono potuto interessare a rilevare l'attuale sodalizio. Dover rimpinguare 17 milioni di debiti a fronte di un titolo di Serie B mi è sembrato eccessivo, considerando che in quell'asta il club fu acquistato per meno di cinque milioni di euro» ha aggiunto.
Il dirigente sportivo non ha risparmiato un riferimento diretto al sindaco di Bari Antonio Decaro: «Gli chiederei: vuoi ripartire dalla Serie C o dalla Serie D?» . Quanto alle insidie del massimo campionato dilettantistico nazionale: «Le difficoltà incontrate da società come Foggia e Taranto sono lì a dimostrarci che vincere la D è tutt'altro che semplice. Io ci sono riuscito col Bisceglie e posso assicurare che è un'impresa» ha sottolineato l'imprenditore.
«Qualche promozione l'ho conquistata, a differenza di altri e so che per gestire una società è necessario tenere i bilanci sotto controllo e non bisogna spendere più di quello che si ha» ha evidenziato Canonico. «Il Bari non può partecipare alla Serie D per il blasone, sto facendo un passo avanti per consentire alla città di restare nel professionismo. Da parte mia c'è tutta la disponibilità nell'incontrare gli imprenditori Napoli e Radrizzani che hanno manifestato l'interesse ad acquisire il Bari. Non ho difficoltà ad aprire le porte della società a coloro che hanno cuore il bene del calcio barese. In sette anni a Bisceglie non ho mai chiesto nulla a nessuno».
In serata, Canonico, ospite su Antenna Sud, si è ulteriormente aperto, lasciando intendere di essere determinato ad assumersi la guida del "nuovo" Bari: «Sono convinto che gli imprenditori della città mi saranno vicini. A Bisceglie ho affrontato tutto da solo e per appena un punto non abbiamo partecipato ai playoff».
Quanto al destino dei calciatori e componenti dello staff tecnico stellato, partiti proprio lunedì mattina alla volta del ritiro abruzzese di Alfedena, l'imprenditore ha affermato: «I tesserati sono tutti sotto contratto con la società che riporta il numero di matricola al quale abbiamo cambiato denominazione e colori sociali. Io andrò in Federazione a discutere di questa ipotesi solo se accompagnato dal sindaco Decaro e dal presidente della regione Michele Emiliano. Ho adempiuto all'obbligo della richiesta di trasferimento, il cui termine ultimo di scadenza era fissato oggi. Il lodo Petrucci avrebbe portato il Bari due categorie indietro, quindi in Serie D».
Alla domanda riguardo le possibili ripercussioni sul calcio a Bisceglie Canonico ha risposto: «Non ho scippato niente a nessuno. In conferenza stampa, due settimane fa, ho spiegato che avrei aspettato risposte dal sindaco entro il 7 luglio rimarcando che in caso di mancato inizio dei lavori di adeguamento dello stadio avrei venduto o trasferito il titolo».
L'A. S. Bisceglie ha cambiato denominazione sociale in A. S. Bari 2018. Lo ha comunicato l'imprenditore edile Nicola Canonico lunedì 16 luglio durante un intervento telefonico in diretta nella trasmissione "Passione Bari" di Radio Selene. Mutati anche i colori sociali, dal nerazzurro stellato al biancorosso. La procedura, resa possibile da uno spostamento della sede da Bisceglie al capoluogo pugliese, dovrà essere approvata dalla Federcalcio. Social scatenati e commenti di ogni segno, tra favorevoli e contrari, anche con termini piuttosto coloriti.
Un fulmine a ciel sereno per la tifoseria biscegliese e per la città, ormai a un passo dal perdere il calcio professionistico ritrovato dopo un lunghissimo inseguimento e vissuto appena una stagione. «Nei giorni scorsi ho spiegato che nel caso in cui non fossero partiti i lavori allo stadio "Gustavo Ventura" avrei preso in seria considerazione l'idea di cedere il titolo del Bisceglie o trasferirlo» ha commentato.
«Ho partecipato a un'asta il 23 maggio del 2014 mantenendo vigile l'attenzione nei confronti della mia squadra del cuore» ha affermato, fra l'altro, Nicola Canonico nel corso del programma. «Con un'esposizione debitoria così enorme non mi sono potuto interessare a rilevare l'attuale sodalizio. Dover rimpinguare 17 milioni di debiti a fronte di un titolo di Serie B mi è sembrato eccessivo, considerando che in quell'asta il club fu acquistato per meno di cinque milioni di euro» ha aggiunto.
Il dirigente sportivo non ha risparmiato un riferimento diretto al sindaco di Bari Antonio Decaro: «Gli chiederei: vuoi ripartire dalla Serie C o dalla Serie D?» . Quanto alle insidie del massimo campionato dilettantistico nazionale: «Le difficoltà incontrate da società come Foggia e Taranto sono lì a dimostrarci che vincere la D è tutt'altro che semplice. Io ci sono riuscito col Bisceglie e posso assicurare che è un'impresa» ha sottolineato l'imprenditore.
«Qualche promozione l'ho conquistata, a differenza di altri e so che per gestire una società è necessario tenere i bilanci sotto controllo e non bisogna spendere più di quello che si ha» ha evidenziato Canonico. «Il Bari non può partecipare alla Serie D per il blasone, sto facendo un passo avanti per consentire alla città di restare nel professionismo. Da parte mia c'è tutta la disponibilità nell'incontrare gli imprenditori Napoli e Radrizzani che hanno manifestato l'interesse ad acquisire il Bari. Non ho difficoltà ad aprire le porte della società a coloro che hanno cuore il bene del calcio barese. In sette anni a Bisceglie non ho mai chiesto nulla a nessuno».
In serata, Canonico, ospite su Antenna Sud, si è ulteriormente aperto, lasciando intendere di essere determinato ad assumersi la guida del "nuovo" Bari: «Sono convinto che gli imprenditori della città mi saranno vicini. A Bisceglie ho affrontato tutto da solo e per appena un punto non abbiamo partecipato ai playoff».
Quanto al destino dei calciatori e componenti dello staff tecnico stellato, partiti proprio lunedì mattina alla volta del ritiro abruzzese di Alfedena, l'imprenditore ha affermato: «I tesserati sono tutti sotto contratto con la società che riporta il numero di matricola al quale abbiamo cambiato denominazione e colori sociali. Io andrò in Federazione a discutere di questa ipotesi solo se accompagnato dal sindaco Decaro e dal presidente della regione Michele Emiliano. Ho adempiuto all'obbligo della richiesta di trasferimento, il cui termine ultimo di scadenza era fissato oggi. Il lodo Petrucci avrebbe portato il Bari due categorie indietro, quindi in Serie D».
Alla domanda riguardo le possibili ripercussioni sul calcio a Bisceglie Canonico ha risposto: «Non ho scippato niente a nessuno. In conferenza stampa, due settimane fa, ho spiegato che avrei aspettato risposte dal sindaco entro il 7 luglio rimarcando che in caso di mancato inizio dei lavori di adeguamento dello stadio avrei venduto o trasferito il titolo».