Calcio
Chi è Nunzio Zavettieri, nuovo timoniere nerazzurro
Caratteristiche e storia del tecnico che condurrà l'A.S. Bisceglie al ritorno in Serie C
Bisceglie - giovedì 13 luglio 2017
16.52
Abbiamo conosciuto Nunzio Zavettieri due anni orsono in una fredda serata di febbraio riscaldata dal salone del Politeama Italia per la presentazione del film "Una meravigliosa stagione fallimentare", dedicato a quello storico Bari Calcio da lui guidato assieme a Roberto Alberti nella stagione 2013-2014.
In quella occasione si è subito avuto la certezza di trovarci di fronte a un personaggio fuori dalla norma, per alcuni versi lontano dal cliché di allenatore cui eravamo abituati e ciò ha rassicurato prevalentemente, e non ce n'era bisogno, sulle notevoli capacità umane del tecnico calabrese. Essendo Zavettieri un allenatore forse dovrebbe dimostrare altre doti, non quelle caratteriali. Ma intanto si ammira prima l'uomo e poi l'allenatore e, statene certi, questo è un aspetto fondamentale tanto quanto la capacità di istruire gli uomini in campo.
La calma, per lo meno apparente, Zavettieri l'ha dimostrata anche in panchina: è difficile che si sia alzato con voga per impartire ordini ai giocatori o richiamare qualcuno, anche nei momenti di difficoltà. È il suo modo di vivere i novanta minuti e non c'è nulla di sbagliato o incontrovertibile.
Se qualcuno pensa allo Zavettieri solo alla guida del Bari, così come purtroppo etichettato da molti, si sbaglia di grosso: nato da una "costola" di Serse Cosmi, l'uomo di Castrovillari (anche se a Melito di Porto Salvo deve i natali), si è da sempre ispirato a Spalletti ed al suo gioco rude, schematico con palla a terra considerato tra i migliori in Europa.
Quel vecchio continente Zavettieri lo ha visto dalla porta secondaria con il Ventsplis nella stagione 2009-2010, eliminato all'ultimo turno preliminare di Champions League e ripescato in Europa League dove si è tolto la soddisfazione di impattare con Herta Berlino, Sporting Lisbona e gli olandesi del Heerenven.
Da una Champions ad un'altra nel 2012 è la volta della massima competizione per club orientale, l'AFC Champions League, in cui ha raggiunto i quarti di finale con l'Adelaide United prima di rientrare alla base italiana con l'inaspettata chiamata di un Bari disperato per la fuga di Carmine Gautieri.
Traghettatore in coppia con Alberti dal Bari di Matarrese a quello di Paparesta, ha saputo dare la giusta impronta ad una squadra praticamente spacciata dal punto di vista tecnico e societario e con il proprio gioco ha fatto ritornare entusiasmo nell'animo dei tifosi e voglia di sostenere "La Bari". Ufficialmente allenatore in seconda, poiché all'epoca sprovvisto di patentino, Zavettieri ha compiuto quel miracolo calcistico tale da portare i galletti a paragoni esaltanti con il Bari guidato da Catuzzi o da Salvemini.
Oscurato dalla propria carica al cospetto del più televisivo Alberti (il quale ha successivamente avuto solo un impegno con la Reggina non completato appieno), Zavettieri ha dovuto negli ultimi anni muoversi dietro le quinte del grande calcio ma sempre in importanti palcoscenici della terza divisione nazionale. Alla settima giornata del campionato 2014-2015 è subentrato a Giovanni Pagliari alla guida dell'Aquila raggiungendo il record di cinque vittorie consecutive per gli abruzzesi tra l'undicesima e la quindicesima giornata.
Dopo una stagione in souplesse alla guida della Juve Stabia con il decimo posto finale nella scorsa stagione ha conosciuto per la prima volta l'onta dell'esonero sulla panchina del Catanzaro, rimpiazzato al ventiseiesimo turno da Alessandro Erra.
Qualcuno aspettava gente navigata o il grande talento da svezzare e in quel pomeriggio del diciannove giugno, all'annuncio ufficiale dell'ingaggio, ha pure sorriso di spasso. La carriera di Zavettieri è sotto gli occhi di tutti e se è stato scelto da Nicola Canonico vorrà dire che è lui l'uomo giusto per occupare la panchina nerazzurro stellata. Tanto per cambiare se ne riparlerà a primavera inoltrata, e forse tutti gli amanti del Bisceglie Calcio potranno divertirsi.
In quella occasione si è subito avuto la certezza di trovarci di fronte a un personaggio fuori dalla norma, per alcuni versi lontano dal cliché di allenatore cui eravamo abituati e ciò ha rassicurato prevalentemente, e non ce n'era bisogno, sulle notevoli capacità umane del tecnico calabrese. Essendo Zavettieri un allenatore forse dovrebbe dimostrare altre doti, non quelle caratteriali. Ma intanto si ammira prima l'uomo e poi l'allenatore e, statene certi, questo è un aspetto fondamentale tanto quanto la capacità di istruire gli uomini in campo.
La calma, per lo meno apparente, Zavettieri l'ha dimostrata anche in panchina: è difficile che si sia alzato con voga per impartire ordini ai giocatori o richiamare qualcuno, anche nei momenti di difficoltà. È il suo modo di vivere i novanta minuti e non c'è nulla di sbagliato o incontrovertibile.
Se qualcuno pensa allo Zavettieri solo alla guida del Bari, così come purtroppo etichettato da molti, si sbaglia di grosso: nato da una "costola" di Serse Cosmi, l'uomo di Castrovillari (anche se a Melito di Porto Salvo deve i natali), si è da sempre ispirato a Spalletti ed al suo gioco rude, schematico con palla a terra considerato tra i migliori in Europa.
Quel vecchio continente Zavettieri lo ha visto dalla porta secondaria con il Ventsplis nella stagione 2009-2010, eliminato all'ultimo turno preliminare di Champions League e ripescato in Europa League dove si è tolto la soddisfazione di impattare con Herta Berlino, Sporting Lisbona e gli olandesi del Heerenven.
Da una Champions ad un'altra nel 2012 è la volta della massima competizione per club orientale, l'AFC Champions League, in cui ha raggiunto i quarti di finale con l'Adelaide United prima di rientrare alla base italiana con l'inaspettata chiamata di un Bari disperato per la fuga di Carmine Gautieri.
Traghettatore in coppia con Alberti dal Bari di Matarrese a quello di Paparesta, ha saputo dare la giusta impronta ad una squadra praticamente spacciata dal punto di vista tecnico e societario e con il proprio gioco ha fatto ritornare entusiasmo nell'animo dei tifosi e voglia di sostenere "La Bari". Ufficialmente allenatore in seconda, poiché all'epoca sprovvisto di patentino, Zavettieri ha compiuto quel miracolo calcistico tale da portare i galletti a paragoni esaltanti con il Bari guidato da Catuzzi o da Salvemini.
Oscurato dalla propria carica al cospetto del più televisivo Alberti (il quale ha successivamente avuto solo un impegno con la Reggina non completato appieno), Zavettieri ha dovuto negli ultimi anni muoversi dietro le quinte del grande calcio ma sempre in importanti palcoscenici della terza divisione nazionale. Alla settima giornata del campionato 2014-2015 è subentrato a Giovanni Pagliari alla guida dell'Aquila raggiungendo il record di cinque vittorie consecutive per gli abruzzesi tra l'undicesima e la quindicesima giornata.
Dopo una stagione in souplesse alla guida della Juve Stabia con il decimo posto finale nella scorsa stagione ha conosciuto per la prima volta l'onta dell'esonero sulla panchina del Catanzaro, rimpiazzato al ventiseiesimo turno da Alessandro Erra.
Qualcuno aspettava gente navigata o il grande talento da svezzare e in quel pomeriggio del diciannove giugno, all'annuncio ufficiale dell'ingaggio, ha pure sorriso di spasso. La carriera di Zavettieri è sotto gli occhi di tutti e se è stato scelto da Nicola Canonico vorrà dire che è lui l'uomo giusto per occupare la panchina nerazzurro stellata. Tanto per cambiare se ne riparlerà a primavera inoltrata, e forse tutti gli amanti del Bisceglie Calcio potranno divertirsi.